Aperto, verde e permeabile: ecco come sarà il campus progettato da Renzo Piano del Politecnico di Milano


Al Politecnico di Milano è stato presentato da Renzo Piano il progetto che amplierà il campus con la realizzazione di un parco scientifico/polo dell’innovazione con aree dedicate. L’inizio dei lavori è previsto per il 2023 e termineranno nel 2026

Renzo Piano ha presentato al Politecnico di Milano il Masterplan Bovisa-Goccia, alla presenza del Rettore del Politecnico, Ferruccio Resta, dell’Assessore allo Sviluppo Città metropolitana, Giovani e Comunicazione della Regione Lombardia, Stefano Bolognini e del Sindaco del Comune di Milano, Giuseppe Sala.

Il progetto dello studio RPBW con Renzo Piano, reso possibile grazie alla significativa donazione da parte della Fondazione ION al Politecnico di Milano, intende integrare e completare quello del Politecnico per l’area dei gasometri e punta a ricucire la Goccia alla città e alla regione attraverso interventi sulla mobilità. Renderà attuativo il protocollo d’intesa tra Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili, Ministero dell’Università e della Ricerca, Regione Lombardia, Comune di Milano, Politecnico di Milano, FNM e Rete Ferroviaria Italiana. L’intervento interesserà una superficie territoriale complessiva di 32 ettari, di proprietà del Comune di Milano (23,4 ettari) e del Politecnico di Milano (9.1 ettari) che amplierà il proprio campus con la realizzazione di un parco scientifico/polo dell’innovazione con aree dedicate a servizi per gli studenti, per le imprese e per la cittadinanza. L’inizio dei lavori è previsto per la fine del 2023 e il termine per il 2026.

Sarà aperto, verde e permeabile: il progetto prevede la realizzazione di venti nuovi edifici di quattro piani, di 16 metri di altezza, per un totale di circa 105.000 metri quadrati, a cui si aggiungeranno le Scuole Civiche, connessi da viali alberati pedonali in un mix di funzioni che ne faranno un quartiere vivo. Un grande asse ciclo pedonale a sud, tra gasometri e il campus Lambruschini, unirà le due stazioni, Bovisa e Villapizzone, che saranno rinnovate ed interconnesse all’intero Campus.

Accanto alle aule e ai laboratori del Politecnico troveranno spazio le residenze per gli studenti e un’area dedicata alle startup, in linea con i più alti standard internazionali di connessione tra il mondo dell’università e le aziende: 35.000 metri quadrati destinati all’innovazione deep tech e alle sfide del digitale e della sostenibilità. Il tutto all’insegna di un campus accessibile, aperto alla città e allo scambio di idee e di funzioni.

Gli edifici sorgeranno su una fascia di terreno individuata tra i gasometri e la grande centrale termica, esempio di archeologia industriale e limite invalicabile oltre al quale verrà preservato il bosco di 24 ettari, valorizzato e aperto ai cittadini. Gli edifici copriranno la stessa superficie di terreno già occupata dalla fabbrica. Si tratterà di fabbriche bianche, luoghi del sapere e della conoscenza, nel rispetto della tradizione e della storia.

L’intervento punta alla indipendenza energetica e all’azzeramento delle emissioni di CO2 e prevede la costruzione di tre edifici per aule, cinque edifici per startup, una sala ipogea per conferenze, due residenze universitarie da circa 500 posti alloggio oltre alla riqualificazione di un edificio industriale storico per il food and beverage a servizio degli ospiti del Campus.

Tra i nuovi edifici saranno piantati grandi alberi. Il livello a terra degli edifici del campus sarà totalmente trasparente in modo da permettere alle persone di vivere un’esperienza immersiva nella natura.

“Insieme a Renzo Piano, abbiamo condiviso un percorso che prende forma all’interno di un ampio disegno urbano, frutto dell’intesa tra pubblico e privato”, ha commentato il Rettore Ferruccio Resta. “Un progetto cardine che definisce un nuovo modo di interpretare la vita universitaria e la Milano che verrà in risposta alle grandi sfide urbane, tecnologiche e sociali. Un laboratorio, un luogo di scambio e di innovazione, per la città e per i giovani, dove alimentare quella massa critica necessaria a competere a livello internazionale”. “Bisognerebbe eliminare la parola periferia dal vocabolario, in quanto è sempre associata ai concetti di abbandono e tristezza e invece sono luoghi di straordinaria energia. L’essenza di questo progetto era già scritta in quel luogo. L’idea era già lì che non aspettava altro. Intanto il bosco con quegli alberi maestosi. Poi le tracce della fabbrica sul terreno, quegli antichi edifici a testimoniare la memoria dei luoghi e il loro dna”, ha sottolineato Renzo Piano durante la presentazione del progetto.

Aperto, verde e permeabile: ecco come sarà il campus progettato da Renzo Piano del Politecnico di Milano
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