Patrizia Asproni: “A Firenze un turismo fuori controllo. Soluzioni? Non ci sono formule magiche”


Intervista a Patrizia Asproni, segretaria dell’Associazione Amici degli Uffizi che ogni giorno su Facebook denuncia ciò che secondo lei non va a Firenze, dall’omologazione della proposta gastronomica ai giri in mongolfiera. Soluzioni? “Non ci sono formule magiche ma dobbiamo fare presto”.

A cadenza quasi giornaliera un post dal suo profilo Facebook personale segnala tutto ciò che non va nella sua Firenze: Patrizia Asproni, già presidente della Fondazione Museo Marino Marini a Firenze, e segretaria dell’Associazione Amici degli Uffizi, sui social segnala ciò che secondo lei non va a Firenze, in qualità di cittadina, con senso critico e impegno civile. Di origini sarde, è la Toscana la sua terra di adozione, Firenze la città dove risiede, a due passi dal Duomo in pieno centro storico. Le sue accuse principali sono contro un turismo “invasore” e omologato che “sta cambiando il volto della città”. Rivendica un cambiamento di rotta non più rimandabile, non offre soluzioni, ma si appella alle istituzioni affinché le cerchino.

Patrizia Asproni
Patrizia Asproni

LV. Asproni, oggi Firenze accoglie un modello turistico che sta profondamente cambiando il volto e la vivibilità del centro storico: sempre più bed and breakfast, bar e ristoranti di ogni genere, problemi legati allo smaltimento dei rifiuti e la difficoltà di mantenere alcune aree gradevoli per chi ci abita. Un modello che non piace a molti ma che fa guadagnare tanti, è ancora possibile cambiare rotta? E se sì in che modo?

PA. Il vero problema è che siamo in presenza di un turismo assolutamente fuori controllo che denuncia l’assenza di un’idea della città in cui vorremmo vivere come abitanti. Dobbiamo fronteggiare cambiamenti profondi e repentini generati da una globalizzazione ormai pervasiva e sempre più complessa. Per questo occorrerebbe domandarsi: quale città vogliamo diventi Firenze? Dovremmo partire da questa domanda basilare per poi procedere con la migliore strategia da adottare, altrimenti saremo costretti a subire un turismo non guidato, con le conseguenze che sono oggi purtroppo sotto gli occhi di tutti. Dobbiamo cominciare a chiederci innanzitutto quale sia la capacità di carico di una città e quindi fino a che punto il turismo sia un ricavo e non un costo. Oggi è evidente che con questo tipo di turismo i ricavi sono di pochi e i costi pesano invece sulla cittadinanza.

Secondo lei l’economia di Firenze è in grado di rinunciare ai 14/15 milioni di turisti che affollano annualmente la città?

Al di là dei numeri roboanti che ogni giorno vengono strillati sui media, non abbiamo dati che non siano “ad usum delphini”, non abbiamo dati erogati in tempo reale , cosa ormai indispensabile per intercettare i cambiamenti prima che si trasformino in problemi. Ecco, sarebbe illuminante avere dati veri ed oggettivi che dimostrino lo storytelling che indica in questo turismo un fattore positivo per la città, che ci confermino che Firenze può permettersi tutte queste masse o al contrario che ci dicano se questo overtourism vada in collisione con la sostenibilità ambientale, la gestione della pulizia delle strade e dei rifiuti, la tenuta dei servizi alla residenza , la sopravvivenza delle attività di quartiere e dell’artigianato , della cultura per i cittadini. Guardi, faccio un esempio pratico e molto “basico”: le abitazioni del centro storico della città hanno un sistema fognario di pozzi neri per cui bisogna intervenire con autobotti per procedere allo svuotamento. Fino a qualche tempo fa questa operazione sistemica e costosa per i residenti avveniva una volta l’anno. Oggi, con lo sventramento degli appartamenti che hanno moltiplicato in maniera esponenziale le stanze per attività di B&B, il servizio deve essere effettuato anche 3 volte l’anno con un aggravio dei costi sui residenti che non possiedono B&B . Vuole un altro esempio? Abbiamo quantificato l’aggravio di tutte queste presenze e della loro mobilità sulla manutenzione delle strade di una città di impianto medievale , antica e delicatissima? Come è cambiata la vita quotidiana dei residenti, che non a caso sono sempre meno, che fino a non molto tempo fa potevano godere di una città con servizi di quartiere raggiungibili entro i 15 minuti a piedi? Mentre a Parigi la sindaca lancia, appunto, la “città dei 15 minuti” contro la gentrificazione, noi cancelliamo il nostro vantaggio per consegnare la città a mangiatoie tutte uguali e cineserie di ogni sorta.

Firenze. Foto di Patrizia Asproni
Firenze. Foto di Patrizia Asproni
Firenze. Foto di Patrizia Asproni
Firenze. Foto di Patrizia Asproni
Firenze. Foto di Patrizia Asproni
Firenze. Foto di Patrizia Asproni
Firenze. Foto di Patrizia Asproni
Firenze. Foto di Patrizia Asproni
Firenze. Foto di Patrizia Asproni
Firenze. Foto di Patrizia Asproni

Questo accade ovunque. Com’è possibile selezionare il turismo? Ci sono strumenti legislativi o regolamenti comunali per poterlo fare?

Prima di adottare leggi o regolamenti, dobbiamo avere il coraggio di prendere una decisione strategica: Firenze ha le caratteristiche dimensionali per essere una città in cui sperimentare progetti pilota che possono essere “scalabili”. La città è un microcosmo in cui il Rinascimento convive con la contemporaneità. Questo è il modello che ha contraddistinto il nostro paese, quel l’essere “human centered” che è sempre stato la nostra cifra distintiva, quella che ci rende una delle destinazioni preferite per la qualità della vita. Oggi tutte queste caratteristiche si stanno perdendo e la città vive un’omologazione con la perdita del genius loci, e della sapienza artigianale, con le mangiatoie che sostituiscono la tipicità gastronomica per adeguarsi ai gusti del turista (l’orrore della pastasciutta mangiata con il cappuccino!). Ma se diventiamo uguali a tutti gli altri , se abbassiamo il livello delle proposte , perché mai il turismo di qualità dovrebbe sceglierci?

Il suo profilo Facebook è pieno di critiche: prima gli elicotteri in volo intorno alla cupola del Duomo; poi l’iniziativa di Destinazione Florence che proponeva un tour gastronomico con il biglietto salta fila; nei giorni scorsi il giro in mongolfiera. Ci propone due progetti realizzabili da subito, o nel giro di un tempo breve, alle condizioni date e con le norme vigenti, che possano cambiare in meglio la città di Firenze?

Più che critiche sono cahiers de doléances. Ho segnalato queste iniziative perché chiaramente sfuggite al controllo del territorio. Il sorvolo dei centri storici è limitato dalla legge al soccorso o ad attività di polizia. Come si può facilmente capire, altri sorvoli sono vietati per ragioni di sicurezza e inquinamento ambientale e acustico. Gli elicotteri, i piccoli aerei e poi le mongolfiere, che sorvolano la città per giri turistici passando sulla cupola del Duomo, sono un pericolo non solo per i monumenti ma potrebbero ispirare atti pericolosi. Per fortuna, anche in questo caso, come in quello del tour gastronomico con lo “skip the line” del venditore di panini, l’amministrazione è intervenuta. Ma qualcosa continua a sfuggire alle limitazioni e ai controlli. Speriamo di non dover ricorrere ai ripari a posteriori .

Quali soluzioni proporrebbe all’amministrazione comunale per un turismo diverso da quello che critica?

Occorre evitare le approssimazioni e il vizio dell’“annuncite”. Non ci sono formule magiche ma intanto ci si potrebbe confrontare in maniera operativa con le città che stanno visualizzando problemi simili per mutuare le best practice adottate. Molte di loro hanno affrontato il problema del “revenge tourism” con iniziative decise ed efficaci che hanno dato risultati positivi codificati. Barcellona, Amsterdam, Vienna hanno imposto una serie di regole per diciplinare i flussi e contenerne gli effetti negativi: dagli orari imposti ai locali contro la malamovida alla limitazione nel dei tavolini e dehors e il consumo degli alcolici per strada , dall’inasprimento delle sanzioni a campagne informative e educative. Regole semplici, e chiare che vengono applicate in maniera stringente. Inoltre, per evitare iniziative a vuoto , ricorrere a modelli predittivi elaborati con l’ausilio dell’Intelligenza Artificiale. Aggiungo che dobbiamo fare presto. La sofferenza dei residenti sta rischiando di diventare incontenibile, ne è dimostrazione il moltiplicarsi in maniera esasperata dei comitati che veicolano la protesta dei cittadini, e questo, in una città di 300.000 abitanti, è un forte segnale di crisi della governance.


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