Dopo sei mesi di lavori, Palazzo Grassi riapre con una mostra su Venezia in bianco e nero


Si intitola HYPERVENEZIA la mostra con cui Palazzo Grassi riapre dopo sei mesi di lavori: una mostra di immagini raccolte da Mario Peliti su Venezia, tutte in bianco e nero. Fanno parte di un enorme archivio che vuole restituire la percezione della città nel nuovo millennio.

A Venezia, Palazzo Grassi riapre le sue porte, dopo sei mesi di lavori di manutenzione, con la mostra HYPERVENEZIA, interamente dedicata alla città in occasione dei 1600 anni dalla sua fondazione: per la prima volta, viene presentato al pubblico l’ambizioso Venice Urban Photo Project, ideato e realizzato da Mario Peliti (Roma, 1958), architetto, editore e gallerista, fondatore nel 1986 di Peliti Associati (inizialmente studio di progettazione grafica, poi casa editrice, e dal 2000 anche agenzia di relazioni pubbliche), e direttore dal 1995 al 2002 della Galleria Minima Peliti Associati, dedicata alla fotografia d’autore (con un’attività che in sette anni ha proposto quarantatré mostre presentando opere di Sebastião Salgado, Gianni Berengo Gardin, Gabriele Basilico, Mario Giacomelli, Mary Ellen Mark, Bert Stern, e altri importanti artisti) e infine, dal 2013, insieme a Paola Stacchini Cavazza, fondatore della Galleria del Cembalo di Roma, dedicata nuovamente alla fotografia e al suo rapporto con altre forme di espressione artistica.

La mostra HYPERVENEZIA, in programma dal 5 settembre 2021 al 9 gennaio 2022, curata da Matthieu Humery, conservatore presso la Collection Pinault, propone un percorso immersivo al primo piano espositivo di Palazzo Grassi attorno a tre istallazioni: un percorso lineare di circa 400 fotografie che ripercorrono un ideale itinerario per i sestieri di Venezia, una mappa site-specific della città composta da un mosaico di circa 900 immagini geolocalizzate che offrono una panoramica di Venezia e un’installazione video di oltre 3.000 fotografie che scorrono accompagnate da una composizione musicale inedita realizzata per la mostra dal noto musicista e compositore Nicolas Godin, membro del duo di musica elettronica “Air”. A partire dal 2006, Peliti ha iniziato a mappare sistematicamente la città di Venezia con le sue fotografie, con l’obiettivo di raccogliere il più ampio e organico archivio di immagini della città mai realizzato, e di restituirne una rappresentazione inedita dell’intero tessuto urbano nella sua complessità e continuità. A oggi l’archivio fotografico conta oltre 12.000 scatti, tutti in bianco e nero, realizzati a parità di condizione di luce, senza ombre portate, e in assenza di persone. Questi aspetti, apparentemente secondari, intendono dare unitarietà temporale alla percezione della città. L’omogeneità della luce rende visibili tutti i dettagli delle facciate, anche i meno rilevanti, e la mancanza di persone costringe l’osservatore a riflettere sul possibile destino della città: una città senza abitanti. Al tempo stesso il silenzio che pervade migliaia di fotografie offre a Venezia stessa la possibilità di mostrarsi nella sua articolazione urbanistica e architettonica.

HYPERVENEZIA si propone di offrire un’esperienza visiva radicale: la Venezia che conosciamo scompare e lascia emergere una Venezia parallela, vuota e atemporale. Dalla Serenissima presentata nella sua materialità pura emana questa stranezza inquietante che caratterizza qualunque città rimasta senza abitanti. Il Venice Urban Photo Project, avviato nel 2006, dapprima in pellicola e dal 2013 in formato digitale, recupera il rigore metodologico e formale delle grandi campagne dei maestri dell’Ottocento e del Novecento (da Charles Marville a Eugène Atget, da Gabriele Basilico a John Davies) al fine di restituire una percezione, la più esaustiva possibile, della città come appare all’inizio del nuovo millennio. La peculiarità di questo archivio è rappresentata, oltre che dalla sua entità, all’omogeneità della visione, dalla coerenza delle modalità di ripresa e dal continuo approfondimento nella conoscenza della città da parte dell’autore.

La conclusione della ricognizione fotografica è prevista per il 2030. Alla fine del 2018 è stato firmato un accordo tra Mario Peliti, l’Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione (ICCD), e la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per l’area metropolitana di Venezia, finalizzato alla valorizzazione di Venice Urban Photo Project attraverso la creazione di un fondo digitale (Venice Urban Photo Archive) presso l’ICCD. HYPERVENEZIA è realizzata con il supporto di Saint Laurent e si inserisce nel calendario di iniziative dedicate alle celebrazioni dei 1600 anni della città di Venezia.

Immagine: Venice Urban Photo Project / Mario Peliti. Castello, Via Garibaldi, 2015

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