Santa Maria Novella, restaurate le lunette del Chiostro grande danneggiate dall'alluvione del 1966


Si è concluso il restauro delle lunette del Chiostro grande di Santa Maria Novella a Firenze, reso possibile grazie a un finanziamento privato. 

Si è concluso l’intervento di restauro delle sei lunette del lato est del Chiostro grande di Santa Maria Novella, compresi i cinque ritratti di monaci domenicani situati nella volta a crociera sotto i capitelli tra le lunette, e la prima lunetta d’angolo del lato sud: le opere erano state pesantemente danneggiate durante l’alluvione del 1966, e ora godono anche di una nuova illuminazione

Il restauro è stato reso possibile grazie a un finanziamento privato: è stato infatti interamente finanziato dalla società Rigoni di Asiago insieme a Fondaco srl, società nel settore della consulenza e strategia nella comunicazione associata al recupero e al restauro di opere d’arte e dei beni culturali. L’intervento rientra nel progetto Florence I Care, che il Comune di Firenze porta avanti dal 2011 e che consiste nella ricerca di sponsor per finanziare interventi di restauro su beni culturali della città.

Edificato dal 1340 al 1360, iI Chiostro grande fa parte del convento di Santa Maria Novella ed è il più grande chiostro della città. Negli anni 1562-1592 l’architetto Giulio Parigi, su committenza di Eleonora da Toledo, moglie del Granduca Cosimo I, si occupò della decorazione ad affresco, commissionando i lavori a vari artisti dell’epoca come Bernardino Poccetti, Santi di Tito, Ludovico Cigoli e Alessandro Allori. Il ciclo di affreschi, che si sviluppa in cinquantadue lunette, è considerato tra gli esempi più significativi della pittura della Controriforma per ampiezza, programma iconografico e chiarezza didascalica delle storie. Il ciclo illustra la vita di san Domenico e di altri santi domenicani. Nelle campate angolari sono raffigurate scene della vita di Cristo. Dal 1920 il Chiostro faceva parte della scuola Marescialli e Brigadieri Carabinieri, ma dal 2016 appartiene al Museo di Santa Maria Novella.

L’alluvione di Firenze nel 1966 causò danni notevoli di conservazione alle pitture: per cercare di salvarle, queste sono state sottoposte al distacco dalla parete originaria, alla successiva riadesione ad un nuovo supporto e alla ricollocazione in loco. I tagli per la rimozione sono ancora visibili e tutte le scene sono abbastanza impoverite di materia a causa dell’operazione di strappo, anche se è probabile che senza questo tipo di intervento le lunette sarebbero pervenute a noi in condizioni molto peggiori. Nonostante diversi interventi di restauro, le correnti e i flussi d’aria e le polveri ha fatto sì che le superfici pittoriche siano state particolarmente propense all’accumulo di sostanze inquinanti che sono penetrate dentro le pitture con conseguente perdita di colore e stuccature incoerenti e malmesse diffuse. Come spesso succede per gli affreschi staccati, si possono notare delle macchie scure che sono dovute alla colla animate non rimossa completamente sulla superficie pittorica che ha causato un attacco di microrganismi.

L’intervento di restauro ha previsto il consolidamento della superficie pittorica, la pulitura dai depositi di sporco, inquinanti e materiali incoerenti, la rimozione delle vecchie stuccature e l’applicazione di nuove controfessurazioni e cadute di intonaco. I lavori, sotto la direzione dei servizi tecnici e belle arti di Palazzo Vecchio, sono stati eseguiti dal Consorzio Edile Restauratori Società Cooperativa a responsabilità limitata di Firenze. L’intervento è stato completato dal posizionamento di un nuovo impianto illuminotecnico realizzato da Enel X.

“Il complesso di Santa Maria Novella è al centro da alcuni anni di un vasto progetto di valorizzazione e recupero di spazi da destinare in primo luogo all’ampliamento museale” sottolinea l’assessore alla cultura Tommaso Sacchi, “non a caso è qui che nascerà il nuovo Museo della lingua italiana. Oggi riportiamo all’antico splendore queste lunette del Chiostro Grande, un lavoro certosino per il quale ringraziamo Rigoni di Asiago che ha creduto nel restauro e che assume ancora più valore in un momento così difficile e incerto per tutto il comparto culturale. Anche se i nostri musei sono in questo momento chiusi non cessiamo di lavorare per la loro cura e la loro tutela, in attesa di tornare ad accogliere di nuovo quanto prima e in sicurezza i visitatori”.

“Con questa iniziativa di Responsabilità Sociale d’Impresa” dichiara Andrea Rigoni, Amministratore Delegato di Rigoni di Asiago, "abbiamo continuato il viaggio La natura nel cuore di ..., iniziato nel 2015 a Milano, per transitare poi a Venezia, Roma e Matera, all’insegna della bellezza e della valorizzazione dei beni storico-artistici. Sono particolarmente contento che il nome dell’azienda si leghi da qui in avanti a questo luogo speciale, cuore della città e teatro di avvenimenti in cui sono transitati uomini illustri tra i quali mi piace ricordare il grande Galileo Galilei. Mi fa piacere condividere con voi questo momento con l’augurio che possa rappresentare un segnale di positività che parta dalla Capitale del Rinascimento per contribuire a fondere le logiche imprenditoriali a quelle della cultura in modo che si traducano in una reciproca forza. Desidero ringraziare il Comune di Firenze, la Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio di Firenze e Fondaco Italia per aver reso possibile la nostra partecipazione all’iniziativa che, oltre a consentirci di consolidare il nostro rapporto con l’arte, la cultura e la formazione, ci ha permesso di coinvolgere anche Firenze".

“Siamo molto contenti di aver portato a termine il quarto intervento a Firenze” aggiunge Enrico Bressan, presidente di Fondaco Italia, “e di consolidare la collaborazione con il Comune. Desidero sottolineare la sensibilità, rinnovata con grande entusiasmo anche in un periodo così particolare, di Rigoni di Asiago, protagonista di un impegno serio ed importante che anno dopo anno sta costruendo un ”Grand Tour“ sempre più apprezzato in favore dell’arte italiana. Per noi, che operiamo da sedici anni in questo settore e che abbiamo visto via via ampliarsi il rapporto arte - impresa è motivo di grande soddisfazione perché vuol dire che siamo sulla strada giusta; le aziende possono utilizzare questo strumento per consolidare le proprie basi e progettare il proprio sviluppo e nello stesso svolgere un ruolo sociale di alto profilo a beneficio di tutti. Grazie quindi a Rigoni di Asiago, ai restauratori ed ai dirigenti di Comune e Soprintendenza”.

Santa Maria Novella, restaurate le lunette del Chiostro grande danneggiate dall'alluvione del 1966
Santa Maria Novella, restaurate le lunette del Chiostro grande danneggiate dall'alluvione del 1966


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