Alla seconda prova scritta dell’Esame di Stato per l’indirizzo Audiovisivo e Multimediale del Liceo Artistico, il Ministero dell’Istruzione ha proposto un percorso interdisciplinare centrato sul tema della cura. Un tema ampio, trattato attraverso linguaggi e riferimenti artistici diversi, in un intreccio che ha coinvolto musica, arti visive, cinema e architettura. A guidare la riflessione, il brano La cura di Franco Battiato, pubblicato nel 1996, punto di partenza per esplorare le molteplici declinazioni di un concetto spesso ridotto al solo ambito medico. Il riferimento alla canzone di Battiato apre alla possibilità di riscoprire un significato più profondo del termine “cura”. Un significato che si allarga all’ambito relazionale ed esistenziale e che non si esaurisce solo nella dimensione clinica. Il concetto di cura, secondo quanto proposto nella traccia d’esame, viene approfondito anche attraverso il pensiero di Umberto Curi. Il filosofo, nel suo saggio Le parole della cura. Medicina e filosofia (2017), mette in luce come il termine greco therapeia indichi un’azione di servizio, di dedizione all’altro, mentre la parola latina “cura” richiama l’idea di sollecitudine e attenzione. Prendersi cura, quindi, implica ascolto, tempo, responsabilità, empatia e relazione.
Nel contesto dell’esame, la riflessione diventa spunto per indagare come l’arte e la comunicazione audiovisiva abbiano rappresentato nel tempo il gesto del prendersi cura, in tutte le sue accezioni. L’iconografia dell’abbraccio, ad esempio, è stata portata all’attenzione degli studenti attraverso due opere emblematiche: L’abbraccio di Pablo Picasso, realizzato nel 1903 e conservato al Musée de l’Orangerie di Parigi, e L’abbraccio di Diego Rivera, datato 1923 e situato nel Secretariate of Education Building di Città del Messico. Due interpretazioni pittoriche distanti per epoca e stile, ma accomunate dalla centralità del gesto che unisce, protegge e riconosce l’altro.
Accanto alle arti visive, la prova ha suggerito anche un confronto con la fotografia contemporanea, come nel caso di Lutz & Alex holding each other di Wolfgang Tillmans. L’immagine, evocativa e intima, rappresenta una forma di vicinanza affettiva che trascende i generi e le categorie, concentrandosi sulla forza del legame umano. Il tema della cura è stato inoltre declinato attraverso il linguaggio cinematografico, con riferimenti a opere in cui la relazione tra i personaggi è fondata su una reciprocità affettiva e formativa. In Scoprendo Forrester (2000), film diretto da Gus Van Sant, lo scrittore William Forrester, interpretato da Sean Connery, instaura un rapporto di fiducia e mentoring con Jamal, un ragazzo del Bronx dotato di grande talento per la scrittura. Il giovane riesce a entrare nella vita dello scrittore, infrangendo il suo isolamento e contribuendo a una trasformazione interiore profonda, in un meccanismo di cura reciproca. In Nebraska di Alexander Payne, il viaggio compiuto da un padre e un figlio attraverso i luoghi della memoria diventa occasione per rinsaldare un legame affettivo che il tempo aveva logorato.
Non manca, infine, un riferimento alla dimensione collettiva e ambientale del prendersi cura, come nel caso dell’urbanistica e dell’architettura. In particolare, viene citato l’architetto Renzo Piano con la sua idea di “rammendo delle periferie” e “rigenerazione urbana”, un concetto che sottolinea l’importanza di intervenire nella manutenzione e valorizzazione delle piccole cose: dai marciapiedi alle piste ciclabili, dai luoghi scolastici agli spazi pubblici di uso quotidiano. La cura del territorio e del paesaggio viene così associata a un’attenzione capillare per la qualità della vita urbana e per il senso di appartenenza ai luoghi.