New Orleans, proteste contro il museo per aver scelto una bianca come curatrice d'arte africana


Il New Orleans Museum of Art, il principale museo della città della Louisiana, è nella bufera per aver scelto una donna bianca come curatrice della sezione di arte africana. 

A New Orleans finisce nella bufera il New Orleans Museum of Art (NOMA), il principale museo d’arte della città della Louisiana, a causa di una recente nomina. L’istituto è stato infatti investito da un’ondata di proteste, espresse soprattutto attraverso i social, perché è stata scelta una professionista di carnagione bianca, Amanda M. Maples, come curatrice della sezione di arte africana.

Tantissimi i commenti negativi. “Abbiamo lavorato per secoli per avere il controllo della nostra stessa espressione”, scrive un utente. “La nostra arte. NOI. NERI. Dare a qualcuno che non sa nulla dell’esperienza nera vissuta il ruolo di curatore principale dell’arte africana è semplicemente sbagliato”. “Il lavoro di curare l’arte nera e africana”, dice un altro utente, “è un lavoro dell’anima. La nostra storia e le nostre opere d’arte sono state maltrattate, rubate, attaccate e distrutte da quando l’Occidente ha saputo di noi; mettere insieme, preservare e raccontare le storie dei frammenti che in qualche modo sono sfuggiti alla violenza della supremazia bianca e della colonizzazione è un lavoro spirituale. Istituzioni come la vostra dovrebbero autorizzarci, abilitarci e supportarci a farlo. È davvero molto brutto che voi non lo capiate dopo così tanto tempo”. Molti i commenti meno dettagliati: per tanti utenti che commentano sulla pagina Instagram di un museo la questione è semplice, l’arte africana dovrebbe essere curata da un nero. E c’è chi semplicemente domanda: “non siete riusciti a trovare un curatore nero in tutta New Orleans?”.

C’è però anche qualcuno che la pensa diversamente, anche nella stessa comunità black (così come ci sono anche bianchi che ritengono che a occuparsi di arte dell’Africa debba essere un nero). “Conosco Amanda Maples da oltre 8 anni, l’ho incontrata in Senegal, nella mia città natale”, dice un artista senegalese. “Sono rimasta assolutamente colpito dalla sua conoscenza nel campo dell’arte africana, è stata in grado di distinguere tutte le maschere che ho usato nella mia arte, ha potuto affermare da quale tribù proveniva ciascuna di esse e il significato dietro ogni singolo rituale. Ho un enorme rispetto e apprezzamento per la profondità della sua conoscenza nel campo dell’arte africana. Confido che l’arte africana beneficerà e ha beneficiato del suo sincero impegno”. Ad altri però non basta: “in quegli otto anni”, gli risponde una utente, “hai mai incontrato un curatore nero a cui sono state date le stesse opportunità di interagire con te e far avanzare la propria carriera?”. E un’altra: “se è tua amica e hai rispetto per lei dovresti parlarle dei danni che fa. Dovresti dirle se vuole restare che ha bisogno di incoraggiare i suoi nuovi dipendenti a creare una squadra che includa persone di colore di New Orleans, che siano pagate quanto lei se non di più”. Surreale la conclusione: “a essere sinceri, siamo stanchi delle persone esperte delle nostre esperienze”.

L’idea prevalente tra la comunità nera di New Orleans è che l’impegno per raccontare la storia africana rischi di venir meno quando la stessa persona incaricata di occuparsi dell’argomento non è una persona di colore. Insomma, evidentemente per molti afroamericani se non sei nero, non puoi sovrintendere una collezione di arte africana.

Il New Orleans Museum of Art tenta di gettare acqua sul fuoco spiegando l’ovvio: che Maples è stata scelta per la sua professionalità. “Sebbene non possiamo parlare di altre persone che sono state prese in considerazione per questo incarico, l’ampia esperienza di Maples e l’enfasi sulla collaborazione sostenuta con artisti e istituzioni in Africa e in tutto il mondo la distinguono dagli altri candidati. La ricerca e il lavoro di Maples si concentra sulle aree in cui il NOMA sta cercando di crescere, inclusa la guida di una riconsiderazione cruciale del modo in cui i musei nordamericani raccolgono e presentano l’arte africana”.

Amanda Maples ha un dottorato di ricerca in studi visivi presso l’Università della California di Santa Cruz e non è al suo primo incarico del genere: in passato è stata curatrice di arte africana presso il North Carolina Museum of Art. Ha anche ricoperto ruoli curatoriali presso il Cantor Arts Center della Stanford University, la Yale University Art Gallery, il National Museum of African Art dello Smithsonian, l’High Desert Museum e l’Hearst Museum of Anthropology presso l’Università della California di Berkeley. Scrive inoltre per la rivista African Arts pubblicata da MIT Press. La stessa Maples, appena nominata, ha dichiarato che continuerà a immergersi nella realtà di New Orleans: “sto valutando come colmare le lacune storiche nella vasta collezione del museo”, ha detto, “per raccontare la storia dell’arte africana nel modo più completo possibile, e sto valutando come il NOMA possa mettere in luce il lavoro degli artisti contemporanei in Africa”.

E di fronte alle critiche il museo non può far altro che incassare e dimostrare comunque disponibilità all’ascolto: “Stiamo ascoltando attentamente il feedback dei residenti di New Orleans e del pubblico sulla nomina della nuova curatrice di arte africana del museo. Riconosciamo la necessità che il personale del NOMA e il settore museale in generale rappresentino una diversità di background e prospettive. Prendiamo molto sul serio questa priorità per le posizioni in tutta l’istituzione. La ricerca per ricoprire questo posto è stata condotta con la guida di una società di consulenza nazionale specializzata in ricerche nel campo delle arti. L’esperienza accademica di Amanda Maples combinata con le sue relazioni durature con organizzazioni e artisti in Africa, il suo lavoro nell’organizzazione di mostre rivoluzionarie e la sua leadership nell’affrontare la decolonizzazione e la restituzione ci hanno portato a selezionarla per questo incarico. Ci impegniamo a cogliere questo momento per imparare e agire. Nell’immediato futuro, ospiteremo un municipio per discutere apertamente di razza ed equità all’interno dei musei. Riconosciamo che l’ascolto è solo una piccola parte dell’onorare il nostro impegno ad essere un’istituzione inclusiva e antirazzista”.

Ovviamente Maples rimarrà saldamente al suo posto, anzi: la curatrice è già al lavoro per guidare il team di curatori che organizza la mostra New Masks Now: Artists Innovating Masquerade in Contemporary West Africa, la cui apertura è prevista per il NOMA nel 2025. La mostra esaminerà l’uso di maschere nell’Africa occidentale come una pratica fondamentalmente contemporanea e segnerà una significativa collaborazione tra istituzioni americane e africane, tra cui il NOMA e il Museo delle Civiltà Nere a Dakar, in Senegal.

Nella foto: la sezione africana del New Orleans Museum of Art, e Amanda Maples

New Orleans, proteste contro il museo per aver scelto una bianca come curatrice d'arte africana
New Orleans, proteste contro il museo per aver scelto una bianca come curatrice d'arte africana


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