In attesa della prossima opera di Banksy (sarà sul coronavirus?), ecco come la street ha reagito all'emergenza


La pandemia di Covid-19 da coronavirus ha avuto un effetto anche sulla street art. Intanto, l’emergenza ha fatto scatenare moltissimi imitatori di Banksy, soprattutto in Inghilterra (a Londra in particolare), dove i quotidiani locali pubblicano le foto di “rivisitazioni” di popolari immagini dello street artist di Bristol, o di opere fortemente ispirate al suo linguaggio: ecco quindi bambini che innaffiano arcobaleni, loghi del National Health Service, il servizio sanitario nazionale, con la “S” trasformata in quella di Superman, e ancora infermieri con gli onnipresenti arcobaleni. Anche in Italia, verso fine marzo, è spuntato a San Bassano, in provincia di Cremona, un dipinto murale che riprende la Balloon girl di Banksy che, invece di liberare il palloncino, fa volare via il virus (un messaggio di speranza, come a dire che ci libereremo prima o poi del coronavirus). Scommettiamo che anche la prossima opera di Banksy (o una delle sue opere future) riguarderà la pandemia di Covid-19?

Ma ci sono anche altre iniziative dal mondo della street art. Per esempio, per il 13 aprile, il collettivo di street artist al femminile Lediesis, che a dicembre si è reso protagonista di una fortunata campagna che ha riempito le strade di Firenze con immagini dei “supereroi della solidarietà” (da Martin Luther King a Liliana Segre, da Greta Thunberg a Falcone e Borsellino), lancia l’idea dello Street Art Flash Mob per le 21 di lunedì 13 aprile, Pasquetta: l’idea è quella di proiettare sui muri della città le più celebri immagini di street art (ovviamente potrà farlo chi dispone di proiettore), mentre a Padova il writer Andre Roulé ha lanciato una call per gli street artist, affinché mettano a disposizione opere da mettere all’asta per raccogliere fondi da donare al reparto di di terapia intensiva dell’Ospedale di Padova (l’iniziativa si chiama D-Sign of light e si può partecipare all’asta fino a domani sera, collegandosi all’indirizzo www.d-signoflight.it.

E nel frattempo, in tutto il mondo, si diffondono immagini di street artist che interpretano il tema: chi si concentra sulla distopia che stiamo vivendo, chi sull’isolamento e il senso di alienazione che ne deriva, chi lancia messaggi incoraggianti, chi rinnova l’invito a stare a casa (a Berlino, per esempio, la parola d’ordine è #StayTheFuckHome, ovvero “stai nella tua cazzo di casa”), chi fa ripassi delle norme igienico-sanitarie, chi reinterpreta i capolavori della storia dell’arte (l’artista Lionel Stanhope, per esempio, a Londra ha aggiunto una mascherina chirurgica all’Uomo col turbante rosso di Jan van Eyck, e il nostro TvBoy ha invece fatto lo stesso coi protagonisti del Bacio di Hayez), e via dicendo. L’arte di strada, insomma, non si è certo fatta trovare impreparata di fronte all’emergenza. Di seguito, una raccolta di immagini sul tema “street art e coronavirus”.

Il Bacio di TvBoy
Il Bacio di TvBoy


Milano. Ph. Credit Andrea Fasani/EPA
Milano. Ph. Credit Andrea Fasani/EPA


Londra
Londra


Los Angeles
Los Angeles, opera dell’artista Pony Wave. Ph. Credit Mario Tama/Getty


Pompei, opera di Nello Petrucci
Pompei, opera di Nello Petrucci


Bryne (Norvegia)
Bryne (Norvegia), opera di Pøbel


Mumbai, oepra di Tyler
Mumbai, oepra di Tyler


Londra
Londra, opera di Lionel Stanhope


Los Angeles
Los Angeles


Melbourne
Melbourne

In attesa della prossima opera di Banksy (sarà sul coronavirus?), ecco come la street ha reagito all'emergenza
In attesa della prossima opera di Banksy (sarà sul coronavirus?), ecco come la street ha reagito all'emergenza


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