Un deposito dal peso complessivo di sette chilogrammi, contenente centinaia di monete d’oro e oggetti in metallo prezioso, è stato rinvenuto sul versante sud-occidentale della collina Zvičina, nella Boemia Orientale. Il ritrovamento risale ai primi giorni di febbraio 2025 ed è avvenuto durante una passeggiata turistica compiuta da due cercatori amatoriali che hanno immediatamente denunciato il ritrovamento, consegnando l’intero materiale al Muzeum východních Čech Hradec Králové (Museo della Boemia Orientale).
Il sito del ritrovamento si trovava nei pressi del margine di un campo, in un punto dove un muro di pietra costruito artificialmente nascondeva parzialmente il contenuto. All’interno di due contenitori metallici separati, uno dei quali parzialmente visibile sopra la superficie del terreno, erano conservati oggetti di notevole valore e in ottimo stato di conservazione. Il primo contenitore rinvenuto, un barattolo di alluminio affiorante dal suolo nei pressi della base di un albero, custodiva un totale di 598 monete d’oro. Le monete, accuratamente disposte in 11 colonne e avvolte in un panno nero, erano conservate in modo tale da garantire una certa protezione contro l’umidità e l’ossidazione. Il secondo contenitore, una scatola in metallo trovata a circa un metro di distanza dal primo, custodiva invece diversi oggetti non monetari in metallo giallo. In particolare, sono stati catalogati 16 sacchetti da tabacco, 10 braccialetti, una piccola borsa a rete fine, un pettine, una catenella con chiave e una quantità non precisata di polvere.
L’inventario è attualmente in fase di analisi approfondita per determinare con esattezza la composizione dei materiali, in particolare di quelli non monetari. Non si tratta, infatti, di un deposito riconducibile alla preistoria o all’età antica, come spesso accade in simili circostanze. L’età relativamente recente dei materiali ritrovati presenta agli studiosi possibilità più ampie di approfondimento, soprattutto grazie alla consultazione di documenti archivistici e fonti storiche disponibili. Tuttavia, ciò comporta anche un approccio metodologico più complesso rispetto ai consueti contorni sfumati che caratterizzano le sepolture o i nascondigli di epoche più remote. Secondo quanto dichiarato da Vojtěch Brádle, numismatico del Museo della Boemia Orientale, l’insieme delle monete non può essere interpretato come un semplice fondo di circolazione monetaria di un determinato periodo. L’organizzazione del deposito e il contesto del rinvenimento suggeriscono piuttosto che si tratti di un vero e proprio tesoro in metallo prezioso, probabilmente occultato in circostanze ancora da chiarire.
“Il tesoro è rimasto nascosto sottoterra per poco più di cento anni al massimo”, sostiene Brádle. “Secondo le date di coniazione, contiene monete dal 1808 al 1915. In questo caso specifico, tuttavia, l’anno 1915 non è determinante per determinare l’epoca in cui si trovava il deposito. Il motivo è la presenza di diversi pezzi con marchi in miniatura (i cosiddetti contromarchi), che potevano essere stati forniti solo dopo la Prima Guerra Mondiale. Le monete furono coniate nel territorio dell’ex Jugoslavia durante gli anni Venti e Trenta. Nel complesso, si può affermare che, nell’ambito dei ritrovamenti nazionali, si tratta di un set molto specifico in termini di composizione, poiché la maggior parte è costituita da monete di origine francese e, oltre alle coniazioni dell’Impero austro-ungarico, include anche monete belghe o ottomane in quantità maggiori. Al contrario, mancano completamente monete tedesche e cecoslovacche”.
“Immagazzinare oggetti di valore sottoterra, sotto forma di tesori, i cosiddetti depositi, è una pratica comune fin dalla preistoria”, dice Miroslav Novák, capo del Dipartimento Archeologico del Museo della Boemia Orientale Králové di Hradec. “All’inizio erano più comuni i motivi religiosi, ma in seguito si trattava più spesso di beni immagazzinati in tempi incerti con l’intenzione di riprenderli in seguito. Questa scoperta è notevole soprattutto per il peso insolitamente elevato del prezioso metallo”.
L’ipotesi, per ora preliminare, è che il deposito sia stato nascosto intenzionalmente con finalità conservative o difensive, in un contesto storico e sociale ancora da definire. La presenza ordinata delle monete, avvolte in tessuti protettivi e disposte con estrema cura, sembra rafforzare l’idea di una raccolta mirata, non destinata all’uso immediato, ma conservata per motivi di sicurezza. Per quanto riguarda gli oggetti non monetari, l’ufficio Puncov è attualmente incaricato dell’analisi metallurgica e della determinazione precisa delle leghe impiegate. Tali esami rivestono un ruolo centrale per stabilire i protocolli di trattamento conservativo che verranno adottati.