A Roma, presso il Ministero della Cultura, è stato stipulato l’atto con cui il produttore cinematografico e televisivo Pietro Valsecchi ha donato allo Stato l’appartamento situato in via Giovanni Tagliere n. 3, dove Pier Paolo Pasolini visse con la madre tra il 1951 e il 1954. In quegli anni, Pasolini insegnava in una scuola privata a Ciampino e iniziò a scrivere il suo primo romanzo, Ragazzi di vita.
Alla cerimonia hanno partecipato il Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, il Sottosegretario alla Cultura Gianmarco Mazzi, il Direttore generale Musei Massimo Osanna, il Capo di Gabinetto Francesco Gilioli, Pietro Valsecchi e il notaio Vittorio Occorsio.
Dopo i necessari interventi di adeguamento, il Ministero, attraverso la Direzione generale Musei e in collaborazione con Valsecchi, che manterrà un ruolo significativo di impulso e collaborazione, aprirà lo spazio al pubblico. Obiettivo è promuovere la conoscenza di Pasolini e delle sue opere, anche attraverso residenze per artisti e la promozione della creatività dei giovani talenti. L’immobile sarà assegnato all’Istituto Pantheon e Castel Sant’Angelo - Direzione Musei nazionali della Città di Roma, sia per pertinenza territoriale sia tematica, considerando che questo istituto già accoglie le Case Museo Mario Praz, Boncompagni Ludovisi e Hendrik Christian Andersen.
Nella valorizzazione del sito, sarà coinvolto attivamente il territorio, in particolare il Municipio IV, in cui si trova la casa, insieme alle realtà associative locali che da tempo si impegnano per il recupero e la promozione dell’area.
“Pier Paolo Pasolini è stato un grande intellettuale del Novecento, che ha scavato meglio di altri nelle contraddizioni della società italiana”, ha dichiarato il ministro Sangiuliano. “È stato uno spirito critico del suo tempo. È doveroso celebrare la sua memoria e con questo atto le istituzioni si preparano al meglio per creare, in occasione del cinquantesimo anniversario della morte nel 2025, una casa museo che diventi un centro di studi, un luogo aperto ai giovani che vogliano approfondire il suo pensiero. Lo scrittore corsaro ci ha lasciato una vasta eredità culturale, all’interno della quale è facile rinvenire questioni tuttora irrisolte nel nostro tempo”.
“L’acquisizione da parte dello Stato della casa di Pasolini arricchisce il Sistema museale nazionale di un nuovo luogo della cultura, che a buon diritto si inserisce fra le case di artisti e personaggi storici emblematici per il patrimonio culturale della Nazione. La valorizzazione del nuovo Istituto sarà un esperimento interessante, che unirà la consueta attività di tipo museale, volta ad assicurare la pubblica fruizione, a una funzione più innovativa di hub culturale e luogo di sviluppo della creatività, soprattutto dei giovani. Per questo, avvieremo un progetto di tipo corale, che coinvolga attivamente il territorio”, ha affermato il Direttore Osanna.
“La donazione della casa di Pasolini è un atto dovuto allo Stato italiano per l’importanza del nostro patrimonio culturale. Il luogo diventerà un centro di studi e riflessione, aperto a poeti, artisti, cineasti e studiosi di tutto il mondo. La casa, situata a due passi da Rebibbia, è stata il luogo di ispirazione per molte delle opere di Pasolini, incluso il celebre romanzo Ragazzi di Vita, una delle più importanti opere del poeta e scrittore che riflette la profonda comprensione e rappresentazione della realtà sociale dell’epoca”, ha aggiunto Pietro Valsecchi.
Immagine: Vittorio La Verde, Pier Paolo Pasolini con la mamma Susanna Colussi, nella casa di via Eufrate 9 a Roma (1965)
Roma, donato allo Stato l'appartamento in cui Pasolini iniziò a scrivere Ragazzi di vita. Aprirà al pubblico |