Duomo di Firenze, termina il restauro dei condottieri di Paolo Uccello e Andrea del Castagno


A Firenze termina il restauro dei due condottieri del Duomo di Santa Maria del Fiore, il Giovanni Acuto di Paolo Uccello e il Niccolò da Tolentino di Andrea del Castagno. I lavori erano cominciati a maggio 2022.

A Firenze è terminato il restauro dei due celebri affreschi di Paolo Uccello (Paolo di Dono; Pratovecchio, 1397 – Firenze, 1475) e Andrea del Castagno (Andrea di Bartolo di Bargilla; Castagno, 1421 – Firenze, 1457) che rappresentano i leggendari condottieri Giovanni Acuto e Niccolò da Tolentino (a questo link un dettagliato approfondimento sul Giovanni Acuto) e che si trovano nella navata sinistra della Cattedrale di Santa Maria del Fiore. I lavori erano cominciati a maggio di quest’anno, e da sabato 17 dicembre 2022 i visitatori del Duomo potranno nuovamente vedere i due monumentali affreschi liberati dai ponteggi del cantiere di restauro che li hanno coperti in questi mesi, o prendere parte alle visite guidate organizzate appositamente. Il restauro è stato commissionato e diretto dall’Opera di Santa Maria del Fiore, sotto la tutela della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Firenze e le province di Pistoia e Prato, e reso possibile grazie al sostegno di American Express. L’intervento è stato affidato alla restauratrice Daniela Dini, che già nel 2000 si era occupata delle due opere.

I due capolavori hanno subito nel corso dei secoli numerosi restauri che li hanno segnati in maniera indelebile. L’Opera di Santa Maria del Fiore ha deciso di intervenire di nuovo perché, pur essendo lo stato di conservazione abbastanza buono, erano trascorsi più di venti anni dal precedente restauro e la superficie pittorica appariva offuscata da una patina scura uniforme, causata dell’accumulo di particolato prodotto dall’inquinamento e da polvere inerte depositatosi nel corso del tempo. I due cenotafi dipinti sono di dimensioni quasi uguali (il monumento a Giovanni Acuto misura 855 per 527 centimetri e quello a Niccolò da Tolentino 833 per 512), ma solo quello di Paolo Uccello è firmato (è peraltro la sua prima opera che reca la firma).

L’intervento di restauro odierno cominciato a maggio 2022 ha avuto un carattere preventivo e conservativo. Per eliminare la polvere più superficiale i restauratori sono intervenuti con una spolveratura con pennelli morbidi su tutta pittura, mentre quella più profonda è stata rimossa con una leggera pulitura a tampone con ovatta di cotone idrofilo e acqua deionizzata e carta giapponese interposta, cercando al tempo stesso di mantenere il più possibile il ritocco pittorico precedente di grande entità. Infine, è stato effettuato un puntuale ritocco pittorico, a velature tonali, nelle lacune tramite l’impiego di pigmenti naturali (vegetali e/o minerali).

Prima del restauro
Prima del restauro
Dopo il restauro
Dopo il restauro
Dopo il restauro
Dopo il restauro
Dopo il restauro
Dopo il restauro
Dopo il restauro
Dopo il restauro

Il primo restauro dei due affreschi risale addirittura al 1524 e fu eseguito da uno dei più grandi artisti del tempo, Lorenzo di Credi, che realizzò al contempo anche la cornice “a candelabre” sull’affresco di Paolo Uccello. Nel 1688 le due opere furono “rinvigorite” in occasione delle nozze del Principe Ferdinando, figlio di Cosimo III dei Medici, con Violante di Baviera. Visto il cattivo stato di conservazione, nel 1842 il restauratore Giovanni Rizzoli, con un’operazione molto ardita, li distaccò dalla parete e li pose su una tela di canapa intelaiata solo ai lati. Mentre il pittore Antonio Marini intervenne con un consistente restauro pittorico. Invece di rimetterli al suo posto, i due affreschi furono collocati nella controfacciata dove rimasero fino al 1946. Di nuovo in cattive condizioni, nel 1953, fu la volta dell’importante intervento condotto da Dino Dini che, oltre a rimuovere i rifacimenti dei precedenti restauri e a fare un ritocco pittorico sulle lacune, tolse i due affreschi dalla tela, ponendoli su un supporto rigido costituito da masonite temperata e un telaio in alluminio. Nel restauro del 2000, eseguito sempre da Daniela Dini, le due opere furono sottoposte a completa pulitura e ad un vasto ritocco pittorico a velatura tonale nelle lacune.

L’intermediazione della partnership tra l’Opera di Santa Maria del Fiore e American Express, che ha supportato il restauro, è stata curata da ArtFin Servizi e Consulenza per l’Arte.

I due affreschi rappresentano due capitani di ventura che la Repubblica di Firenze volle omaggiare: Giovanni Acuto (John Hawkwood; Sible Hedingham, 1323 – Firenze, 1394), con il suo esercito privato, la “Compagnia bianca”, composta da duemila arcieri gallesi dotati di enormi archi, alti quasi due metri, fu al servizio di vari Stati e, dopo essersi accordato con la Repubblica fiorentina per ricevere da questa un vitalizio a fronte della garanzia di non attaccarla (la Compagnia bianca era molto temuta), sul finire della carriera offrì i suoi servigi a Firenze e morì nella città toscana nel 1394. Niccolò Mauruzi da Tolentino (Tolentino, 1350 circa – Borgo Val di Taro, 1435), dopo aver combattuto per i Malatesta e passato al servizio dei fiorentini, per le sue gesta fu nominato capitano generale di Firenze. Fu lui a guidare, riportando la vittoria, la terribile Battaglia di San Romano (1432), resa immortale da Paolo Uccello nel celebre trittico conservato agli Uffizi, al Museo del Louvre e alla National Gallery a Londra.

"I condottieri di Paolo Uccello e Andrea del Castagno”, dichiara Sergio Givone, Vice presidente dell’Opera di Santa Maria del Fiore, “hanno per Firenze un particolare valore simbolico. Questo conferisce al restauro un alto valore non solo artistico, ma anche civile e culturale".

"American Express sostiene con entusiasmo la città di Firenze con diverse iniziative volte a valorizzarne la bellezza e a promuovere l’attrattività turistica a livello internazionale”, afferma Maria Pina Carai, Director, Head of Client Management Global Merchant Services Italy di American Express. “Con il contributo all’Opera di Santa Maria del Fiore desideriamo non solo promuovere il territorio, ma anche restituire valore alla collettività e stimolare, attraverso il nostro ecosistema, un turismo di qualità in grado di attrarre i turisti di tutto il mondo. Il nostro obiettivo è generare benefici tanto per l’Opera di Santa Maria del Fiore quanto per l’intera città, supportando la scoperta dei piccoli esercenti, delle eccellenze e delle attività artigianali che rappresentano l’identità del Made in Italy all’estero”.

Duomo di Firenze, termina il restauro dei condottieri di Paolo Uccello e Andrea del Castagno
Duomo di Firenze, termina il restauro dei condottieri di Paolo Uccello e Andrea del Castagno


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