Kim Sajet, direttrice della National Portrait Gallery, si dimette dopo le pressioni di Trump


Kim Sajet si dimette dalla direzione della National Portrait Gallery di Washington dopo 12 anni. La decisione segue gli attacchi pubblici di Donald Trump, che l’ha accusata di sostenere programmi ritenuti ideologicamente inadeguati per un’istituzione culturale pubblica.

Dopo dodici anni alla guida della National Portrait Gallery (Npg) di Washington, DC, Kim Sajet ha annunciato le sue dimissioni, con effetto immediato. La decisione è stata comunicata venerdì 13 giugno, a distanza di due settimane da un intervento diretto del presidente degli Stati Uniti Donald Trump, che aveva chiesto la sua rimozione attraverso un post pubblicato sui social media. Nel messaggio diffuso online, Trump aveva definito Sajet una “persona altamente di parte” e una “forte sostenitrice dei programmi [di diversità, equità e inclusione]”, specificando che a suo avviso tali posizioni erano “del tutto inappropriate per la sua funzione” di direttrice di un museo nazionale. Il presidente ha criticato duramente la linea culturale della National Portrait Gallery, accusandola di promuovere una visione ideologica distante dai valori condivisi dalla maggioranza del Paese. Nonostante l’attacco, va precisato che il presidente degli Stati Uniti non ha autorità diretta sui dipendenti della Npg, poiché il museo fa parte della Smithsonian Institution, una realtà autonoma che, pur ricevendo fondi federali, non è formalmente parte dell’amministrazione governativa.

“È stato un onore dirigere la National Portrait Gallery della Smithsonian”, ha scritto Kim Sajet in una dichiarazione inviata venerdì mattina al personale e condivisa con The Art Newspaper. “Non è stata una decisione facile, ma credo che sia quella giusta. Fin dall’inizio il mio principio guida è stato quello di mettere il museo al primo posto. Oggi credo che farmi da parte sia il modo migliore per servire l’istituzione che mi sta così profondamente a cuore. Il ruolo di direttore di un museo non è mai stato quello di un singolo individuo, ma una missione condivisa, guidata dalla passione, dalla creatività e dalla dedizione di un team straordinario. Insieme abbiamo lavorato per raccontare una storia più completa e più americana, una storia che promuove la connessione, la riflessione e la comprensione. Sono profondamente grata ai miei colleghi, ai nostri sostenitori e al pubblico per la loro fiducia, collaborazione e impegno incondizionato. È stato un vero privilegio guidare questa straordinaria istituzione e ne rimarrò sempre una convinta sostenitrice”.

Kim Sajet lascia la National Portrait Gallery
Kim Sajet lascia la National Portrait Gallery

La Smithsonian Institution, che include 17 musei e gallerie nella capitale federale, ha confermato in un comunicato che la direzione della National Portrait Gallery sarà affidata temporaneamente a Kevin Gover, attualmente sottosegretario dell’ente per i musei e la cultura. Già nei primi giorni del suo secondo mandato presidenziale, Trump ha firmato un ordine esecutivo che impone la sospensione dei programmi orientati alla promozione della diversità, dell’equità e dell’inclusione nelle organizzazioni che beneficiano in misura dei finanziamenti pubblici. Secondo i dati ufficiali relativi all’anno fiscale 2024, la Smithsonian Institution ha ricevuto 1,09 miliardi di dollari in fondi governativi. Un ulteriore ordine esecutivo, datato fine marzo, ha colpito direttamente la Smithsonian, stabilendo che i musei dell’istituzione dovessero eliminare qualsiasi riferimento a quella che è stata definita “l’ideologia divisiva e incentrata sulla razza”. Il provvedimento includeva anche la minaccia esplicita di revocare i finanziamenti pubblici a qualsiasi esposizione o opera considerata non conforme a una generica idea di “valori americani condivisi”. Nel caso specifico della direttrice Sajet, Trump non aveva inizialmente fornito dettagli precisi sulle motivazioni della sua richiesta di allontanamento. In un messaggio indirizzato a tutto il personale, il segretario della Smithsonian, Lonnie Griffith Bunch, ha lodato Kim Sajet per aver “reinventato e ridefinito l’impatto e la narrazione della ritrattistica.La sua decisione di mettere il museo al primo posto è da applaudire e apprezzare. So che non è stata una decisione facile. Ha anteposto le esigenze dell’istituzione alle sue e per questo le siamo grati”.

“Il licenziamento della direttrice Sajet è inaccettabile e ha lo stesso peso giuridico dei precedenti tentativi del presidente di minare l’indipendenza della Smithsonian: assolutamente nessuno”, sostengono i legislatori democratici Joe Morelle e Rosa DeLauro.

Ad ogni modo, quando Sajet ha continuato a svolgere regolarmente le sue funzioni, la Casa Bianca ha reso pubblico un documento articolato in 17 punti che elencava le ragioni della contestazione. Secondo quanto riportato dal Washington Post, tra i punti critici vi era un testo installato all’interno della Npg accanto a un ritratto di Trump, nel quale si faceva riferimento al suo presunto “incitamento all’insurrezione” in occasione dei fatti del 6 gennaio 2021. In quella data, centinaia di sostenitori dell’allora presidente attaccarono il Campidoglio, tentando di impedire la certificazione ufficiale dei risultati delle elezioni presidenziali del novembre 2020, che avevano decretato la vittoria di Joe Biden. Gli eventi di quella giornata, che causarono cinque morti e numerosi feriti, portarono anche all’avvio di una seconda procedura di impeachment nei confronti di Trump, dopo la prima avvenuta nel corso del suo primo mandato. Oltre alla contestazione di quel contenuto specifico, il documento diffuso dalla Casa Bianca ha evidenziato il dissenso dell’amministrazione rispetto all’impostazione generale della direzione museale sotto la guida di Sajet. Sebbene la National Portrait Gallery abbia cercato di mantenere un equilibrio tra rappresentazione storica e interpretazione contemporanea, il presidente ha giudicato inaccettabile l’inclusione di prospettive critiche che, a suo avviso, minerebbero l’identità nazionale.


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Noemi Capoccia

L'autrice di questo articolo: Noemi Capoccia

Originaria di Lecce, classe 1995, ha conseguito la laurea presso l'Accademia di Belle Arti di Carrara nel 2021. Le sue passioni sono l'arte antica e l'archeologia. Dal 2024 lavora in Finestre sull'Arte.




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