UNESCO: “Preoccupazione per i danni alla Cattedrale di Santa Sofia dopo l’attacco su Kiev”


Dopo l’attacco russo del 10 giugno, l’UNESCO denuncia i danni subiti dal sito patrimonio mondiale ”Kyiv: Cattedrale di Santa Sophia e relativi edifici monastici, Kiev-Pechersk Lavra", sollecitando misure urgenti di conservazione e rispetto delle convenzioni internazionali.

L’UNESCO ha espresso profonda preoccupazione per la situazione del sito patrimonio mondiale Kyiv: Cattedrale di Santa Sophia e relativi edifici monastici, Kiev-Pechersk Lavra, a seguito dell’attacco missilistico lanciato dalla Federazione Russa il 10 giugno 2025. Il danneggiamento della facciata orientale della Cattedrale di Santa Sofia a Kiev si inserisce in una più ampia serie di attacchi che, secondo le dichiarazioni ufficiali dell’agenzia delle Nazioni Unite, hanno colpito numerose città ucraine causando vittime civili e danni a infrastrutture culturali ed educative. L’episodio ha spinto l’UNESCO a compiere una valutazione sul posto.

Il rappresentante dell’agenzia in Ucraina, insieme al coordinatore residente e umanitario delle Nazioni Unite nel Paese, ha effettuato una visita presso la Cattedrale di Santa Sofia. L’obiettivo dell’ispezione è stato valutare le condizioni del sito e discutere le possibilità di intervento, tra cui un’analisi strutturale approfondita e l’attivazione di misure di conservazione d’emergenza. La prima ispezione ha rilevato danni alla facciata orientale dell’edificio, uno dei più significativi del patrimonio architettonico e religioso dell’Ucraina.

La cattedrale di Santa Sofia. Foto: Maksym Kozlenko
La cattedrale di Santa Sofia. Foto: Maksym Kozlenko

La Cattedrale di Santa Sofia, risalente agli inizi dell’XI secolo, rappresenta uno dei capisaldi dell’architettura cristiana orientale e dell’arte monumentale. Eventuali danni, avverte l’UNESCO, potrebbero compromettere in modo irreversibile l’integrità e l’autenticità del bene, aggravando ulteriormente il bilancio culturale del conflitto in corso. L’UNESCO condanna ogni attacco che metta in pericolo il patrimonio culturale mondiale, sottolineando gli obblighi degli Stati membri firmatari della Convenzione del patrimonio mondiale del 1972 e della Convenzione dell’Aia del 1954 per la protezione dei beni culturali in caso di conflitto armato.

Tali convenzioni vietano espressamente qualsiasi atto deliberato che possa arrecare danno al patrimonio culturale e naturale situato nel territorio di un altro Stato parte. In questo quadro giuridico, l’attacco che ha danneggiato la Cattedrale di Santa Sofia viene considerato una grave violazione. I rischi ai quali è esposto il patrimonio ucraino non riguardano soltanto Kiev. A seguito del conflitto iniziato nel 2022, il Comitato del Patrimonio Mondiale ha inserito nell’elenco del patrimonio in pericolo tre importanti siti in Ucraina: oltre alla capitale, vi figurano anche la città storica di Leopoli e il centro storico di Odessa. La decisione è stata presa anche per l’impatto cumulativo delle onde d’urto, in grado di compromettere stabilità strutturale, materiali decorativi e cicli pittorici. A partire dal 2022, l’UNESCO ha avviato un programma di assistenza rivolto all’Area di conservazione nazionale di Santa Sofia, anche grazie al sostegno del Giappone. Le attività hanno incluso lo sviluppo di un piano di preparazione alle emergenze, l’implementazione di sistemi di documentazione digitale avanzata degli edifici e la formazione del personale locale per affrontare situazioni di crisi. Nell’ambito della sua risposta culturale d’emergenza, l’UNESCO ha inoltre mobilitato il Fondo del Patrimonio Mondiale per finanziare il restauro dei dipinti monumentali della Cattedrale, considerati tra le testimonianze più rilevanti dell’arte religiosa medievale dell’area.


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