Un colpo di scena che ha subito fatto il giro del mondo della moda, dell’arte e dell’architettura: Dries Van Noten, uno degli stilisti più influenti della scena internazionale, ha acquistato il prestigioso Palazzo Pisani Moretta a Venezia, uno degli edifici più affascinanti e ricchi di storia affacciati sul Canal Grande. L’operazione, stimata attorno ai 45 milioni di dollari (circa 36 milioni di euro), è stata confermata a fine maggio 2025 e rappresenta molto più di un semplice investimento immobiliare: è il manifesto di una nuova visione culturale che intreccia la tradizione veneziana con la creatività contemporanea, dal momento che Van Noten ha subito annunciato di voler creare un polo per l’artigianato all’interno dell’edificio. C’è comunque da dire che, essendo Palazzo Pisani Moretta un bene vincolato, il Ministero della Cultura può ancora avvalersi del diritto di prelazione (ci sono due mesi di tempo).
Il Palazzo Pisani Moretta, costruito nel XV secolo e ampliato nei secoli successivi, è considerato uno degli esempi più raffinati del gotico veneziano. La sua facciata, impreziosita da bifore e decorazioni in pietra d’Istria, si specchia nelle acque del Canal Grande, regalando una delle immagini più iconiche della città lagunare. All’interno, affreschi di maestri come Giovanni Battista Tiepolo e Jacopo Guarana, stucchi dorati e pavimenti in terrazzo veneziano raccontano secoli di fasti, ricevimenti e incontri tra nobili, artisti e intellettuali. Fino a pochi giorni fa il palazzo era di proprietà dei fratelli Maurizio e Gerolama Sammartini, discendenti dei Pisani, che lo hanno restaurato anni fa.
In un comunicato ufficiale, Dries Van Noten ha espresso la sua emozione e il suo rispetto per la storia del palazzo: “Il progetto riguarda Venezia, la storia, l’artigianato, la cultura e la creazione di qualcosa di contemporaneo con profondo rispetto per ciò che è venuto prima. Sarà una piattaforma per il lavoro contemporaneo”.
Ma il progetto va ben oltre il restauro: l’obiettivo dichiarato è trasformare il palazzo in una vera “casa dell’artigianato”, un luogo dove tradizione e innovazione si incontrano. Van Noten immagina uno spazio aperto, in cui artisti, designer, artigiani e creativi possano collaborare, sperimentare e dare vita a nuove forme di espressione. Sono previsti laboratori, mostre temporanee, residenze d’artista, eventi culturali e workshop dedicati alle antiche tecniche veneziane, dalla lavorazione del vetro di Murano alla tessitura dei broccati, fino all’oreficeria e alla carta fatta a mano. L’intento dello stilista belga è quello di creare un ponte tra il passato e il futuro, offrendo nuove opportunità alle giovani generazioni di artigiani e rilanciando Venezia come centro internazionale di eccellenza creativa.
L’acquisto del palazzo arriva in un momento di grande cambiamento per Dries Van Noten. Dopo quasi quarant’anni di carriera e collezioni acclamate in tutto il mondo, il designer ha presentato la sua ultima sfilata come direttore creativo della maison che porta il suo nome durante la Paris Fashion Week di giugno 2025. La successione è stata affidata a Julian Klausner, già responsabile della linea donna, che debutterà ufficialmente nel marzo 2026 a Parigi. Van Noten resterà comunque coinvolto come consulente, in particolare per il settore beauty, garantendo così una transizione graduale e fedele allo spirito del brand.
Questa scelta segna l’inizio di una nuova fase della sua carriera, in cui la moda si intreccia sempre più con la cultura e la valorizzazione del patrimonio. Non è un caso che proprio a Venezia, città simbolo di scambi, contaminazioni e bellezza senza tempo, Van Noten abbia deciso di investire energie e risorse. Inoltre, pare abbia già una casa sul Canal Grande con il compagno Patrick Vangheluwe.
iù ampia che vede sempre più spesso i grandi protagonisti della moda e del design impegnati nella tutela e nella rivitalizzazione di luoghi storici. In questo caso, però, la sfida è particolarmente ambiziosa: non solo restaurare un edificio straordinario, ma farne un motore di innovazione, formazione e dialogo tra discipline diverse. L’apertura al pubblico, si vocifera, è attesa per il mese di settembre.