BUILDING e il Museo Bagatti Valsecchi presentano il nuovo capitolo della mostra Transitum, personale dell’artista Fabrizio Cotognini, a cura di Marina Dacci, ospitata dal 20 giugno al 14 settembre 2025 nelle sale della celebre casa museo milanese. Il progetto si sviluppa lungo un percorso espositivo articolato in tre sedi, BUILDING GALLERY, Galleria Moshe Tabibnia e Museo Bagatti Valsecchi, ognuna delle quali rappresenta un tassello autonomo ma interconnesso del pensiero visivo e concettuale dell’artista. Il titolo della mostra, Transitum, rimanda al concetto di passaggio, di attraversamento tra stati, epoche, linguaggi e dimensioni, in un’indagine che interroga costantemente la natura liminale delle immagini, della memoria e del tempo.
“Gli uccelli sono simboli di libertà assoluta del pensiero, dell’immaginazione e della rapida relazione con lo spirito”, osserva la curatrice Marina Dacci. “Legati all’elemento aria, sono considerati messaggeri tra terra e cielo, travalicando i tradizionali concetti di spazio e tempo. In moltissime culture compaiono nei miti della creazione come esseri divini che facilitano importanti invenzioni culturali, scientifiche e tecniche, in un’ottica di continua trasformazione. In alchimia gli uccelli sono le forze in attività: in ascesa riconducono alla sublimazione, in discesa alla condensazione, i due simboli uniti nella stessa figura indicano la distillazione. L’uccello a due teste di Fabrizio Cotognini è l’immagine guida del progetto espositivo Transitum presso la galleria BUILDING. Questi ospiti alati (siano essi incarnati in microfusioni o disegnati su carta) accompagnano il visitatore in ogni piano espositivo della mostra. Dopo aver visitato il Museo Bagatti Valsecchi, è stato naturale spalancare idealmente le finestre della galleria e lasciar migrare un piccolo stormo verso questa dimora neorinascimentale signorile e visionaria, capace di generare un ponte tra cinque secoli grazie alle sue straordinarie collezioni di dipinti, arredi e manufatti d’arte applicata. Le microfusioni di Cotognini si collocano armoniosamente in alcune sale, selezionate per innescare un dialogo silenzioso e suggestivo tra i voli dell’artista, gli ambienti della casa museo e le opere che ne costituiscono il cuore identitario. Il fulcro di questo incontro è la Biblioteca storica, autentica Wunderkammer dove - tra le mirabilia e gli strumenti scientifici rinascimentali - il libro d’artista How to Explain to Birds that the Sun Belongs to Everyone si posa sul grande tavolo ligneo quattrocentesco, come reliquia poetica dedicata al volo degli uccelli. Altre otto sale del Museo saranno popolate dalle microfusioni: tanto negli ambienti di rappresentanza, come la Sala da Pranzo e la Galleria delle Armi, quanto negli spazi più intimi degli appartamenti privati dei fratelli Fausto e Giuseppe Bagatti Valsecchi. In questo percorso, il pubblico sarà chiamato a osservare con attenzione e a scoprire le incursioni contemporanee di Cotognini in un itinerario che unisce sorpresa e contemplazione”.
Nel centro di Milano, il Museo Bagatti Valsecchi, luogo che già di per sé racchiude una tensione tra reale e ricostruito, tra storia autentica e visione idealizzata del passato, si rivela un palcoscenico ideale per accogliere l’intervento di Cotognini. Le sue opere si inseriscono nel solco di una continuità implicita, suggerendo nuove narrazioni e cortocircuiti visivi tra ciò che è custodito e ciò che viene evocato. Le tredici opere esposte cercano di instaurare con essa un dialogo silenzioso, fatto di risonanze, slittamenti, contaminazioni simboliche. Protagoniste dell’allestimento sono le dodici microfusioni in bronzo dal titolo Hybridatio Mundi (2024–2025), realizzate dall’artista con una tecnica raffinata e un approccio quasi filologico alla materia. Ogni scultura, raffigurante un uccello in posizione assorta o dinamica, si trasforma in un simbolo complesso, sospeso tra biologia e mitologia, tra natura e artificio. Gli uccelli, da sempre emblemi di passaggio e di libertà, incarnano qui un’idea di confine, di soglia tra mondi diversi, terrestre e celeste, umano e animale, visibile e invisibile, attivando un dialogo diretto con le collezioni permanenti del museo e con il concetto stesso di Wunderkammer. A completare il percorso, il prezioso libro d’artista How to Explain to Birds that the Sun Belongs to Everyone (2020), opera che sintetizza la poetica di Cotognini nella sua dimensione più intimista e visionaria. Composto da disegni, scritture, annotazioni, il libro si configura come un diario di pensiero, un archivio privato di immagini e riflessioni che sfuggono alla linearità e si dispongono come frammenti di un discorso aperto. In esso si rintraccia l’anima stratificata della pratica dell’artista, che attinge con libertà a fonti letterarie, storiche, scientifiche e iconografiche, dando vita a un universo sospeso tra rigore e immaginazione. Il dialogo tra Cotognini e il Museo Bagatti Valsecchi non si esaurisce nella semplice giustapposizione di opere contemporanee e contesto storico: si tratta piuttosto di un incontro alchemico, dove la dimensione domestica della casa museo amplifica la tensione narrativa delle opere, e dove il tempo, anziché stabilizzarsi, si frammenta, si decompone, si rifrange in una costellazione di segni e visioni.
Il concetto di trasformazione, declinato ora nell’idea di “identità multipla”, è alla base del ciclo di ritratti Who is Christian Rosenkreutz (2024). Il tema viene espresso da diverse personalità immortalate nei ritratti, trovando un naturale sviluppo anche nelle opere dedicate all’Androgino e il Doppio (2024) e in Studi sull’Alchimia (2024); tra queste ultime, si distingue Alchimia Mundi (2025), tratto da un salterio inglese del Quattrocento: un libro d’artista di oltre cinque metri che occupa una nicchia della sala, srotolandosi come una cascata e accogliendo un ricco immaginario sulla creazione del mondo. Il percorso prosegue con No Monster’s Land (2018), installato al secondo piano del museo, in cui il concetto di trasformazione si sviluppa come ibridazione e relazione vita-morte, non intesa come fine ma come possibile forma evolutiva. Al primo piano della galleria, la mostra propone un “affondo” sul teatro, altra grande passione di Cotognini, inteso come “macchina di memoria e di veggenza, strumento di conoscenza e di trasformazione dell’uomo e del mondo che lo accoglie”, come scrive Marina Dacci.
Protagoniste sono alcune opere legate alla messa in scena del Parsifal rappresentato a New York nel 1904, installate emulando la struttura teatrale semi-ciclica di tradizione delminiana. Di fronte, una quadreria di incisioni antiche dedicate a strutture teatrali, su cui l’artista ha interviene con oggetti e figure che amplificano simbolicamente i momenti cardine del dramma wagneriano. La manica lunga del primo piano accoglie la serie I 12 Cavalieri della Tavola Rotonda (omaggio a Salvator Rosa) (2024), che si ispira ai Cavalieri del Sacro Graal, creando un ancoraggio diretto con l’opera wagneriana presentata nella sala principale. Il secondo piano della galleria chiude l’itinerario con una riflessione sul legame profondo tra memoria e immaginazione. Due macchine ottiche diventano dispositivi di visione e loci della memoria. In una, un’anamorfosi rappresenta due immagini di Athanasius Kircher, in giovinezza ed età avanzata, che si rincorrono e si ricompongono. Nell’altra, una fusione in bronzo della testa del filosofo da giovane proietta al suolo la costellazione del Cigno, omaggio all’idea kircheriana di corrispondenza tra macrocosmo e microcosmo. Le due installazioni instaurano un dialogo diretto con la serie Mappe Celesti (2025), in particolare con le opere The Song of the Stars – Galileo e The Song of the Stars – John Dee, realizzate su incisioni originali del XVII secolo.
A documentare il percorso espositivo è il catalogo Transitum, edito da BUILDING editore, che include saggi critici di Marina Dacci, Silvia Bottani, Agostino De Rosa e Tommaso Ghezzani, offrendo una lettura multidisciplinare della ricerca dell’artista. Il volume testimonia l’articolazione e la profondità del progetto nelle tre sedi coinvolte, ponendosi come strumento di riflessione teorica e documentazione visiva. Dopo le tappe presso BUILDING GALLERY (fino al 19 luglio 2025) e Galleria Moshe Tabibnia (fino al 5 luglio 2025), il capitolo al Museo Bagatti Valsecchi rappresenta un momento culminante del progetto, in cui la storia privata di una collezione diventa lo sfondo vivo per un racconto aperto sul presente e sulle sue connessioni con l’invisibile, il mitico, l’antico.
Nato a Macerata nel 1983, Fabrizio Cotognini vive e lavora a Civitanova Marche. Dopo essersi diplomato nel 2009 in Pittura e Scultura presso l’Accademia di Belle Arti di Macerata, ha intrapreso un percorso di ricerca che intreccia costantemente passato e presente. Al centro del suo lavoro si trovano il tempo, la memoria e il mito, temi indagati attraverso strumenti concettuali e formali provenienti dalla storia, dalla letteratura, dall’architettura e dal teatro. Questi linguaggi, nelle sue opere, si sovrappongono e si fondono in narrazioni dense, dove l’iconografia e la parola scritta si rafforzano a vicenda. Il disegno rappresenta il fulcro della sua pratica artistica: lo realizza su tavola, spesso intervenendo su incisioni d’epoca, di cui è un collezionista appassionato, oppure lo trasforma in libri d’artista e diari visivi. La fascinazione per l’alchimia lo ha condotto a un’approfondita sperimentazione sui materiali e sulle tecniche produttive, sia per opere bidimensionali che per sculture, concentrandosi negli ultimi anni sulla microfusione.
La sua attività espositiva è cominciata presto, con partecipazioni a mostre collettive sin dal 2003 e personali a partire dal 2011. Vincitore o finalista di numerosi premi d’arte italiani, tra cui il Premio Cairo, Cotognini ha spesso collaborato con istituzioni pubbliche e private, sviluppando progetti site-specific per sedi come la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo di Torino, il Parco dei Fori Imperiali di Roma, Palazzo Buonaccorsi di Macerata, il Teatro Anatomico dell’Archiginnasio di Bologna, l’American Academy di Roma, il Museo Archeologico di Salerno, il Palazzo Ducale di Urbino, Palazzo Magnani a Reggio Emilia, la Fondazione Pastificio Cerere di Roma, Castel Sant’Elmo e la Fondazione Morra Greco a Napoli. Le sue opere sono state esposte anche a livello internazionale, in sedi quali l’ICI di Berna, Oficina a Barcellona, Hero Gallery ad Amsterdam, l’ICI di Caracas, il Centro de Desarrollo de las Artes Visuales a L’Avana e la National Gallery in Georgia. Il suo lavoro è stato inoltre incluso in prestigiose manifestazioni come la Biennale di Thessaloniki, Manifesta 12 a Palermo, la Biennale del Disegno di Rimini, la Biennale del Mediterraneo e numerosi eventi collaterali della Biennale di Venezia, oltre che in fiere d’arte di rilevanza nazionale e internazionale.
Titolo mostra | Transitum | Città | Milano | Sede | Museo Bagatti Valsecchi | Date | Dal 20/06/2025 al 14/09/2025 | Artisti | Fabrizio Cotognini | Curatori | Marina Dacci | Temi | Arte contemporanea |