Antiche fonti termali in Trentino: la mostra su Tito Chini e il termalismo storico a Castel Caldes


Castel Caldes ospita la mostra “Antiche fonti” dedicata alla cultura termale trentina, con un focus su Tito Chini e gli sviluppi del termalismo tra Ottocento e Novecento. Un viaggio tra arte, architettura e turismo terapeutico nella Belle Époque.

Dal 20 giugno al 2 novembre 2025 Castel Caldes, in Trentino, ospita la mostra Antiche fonti. Tito Chini e la cultura termale nel Trentino, un’esposizione dedicata a uno dei fenomeni storici e sociali più significativi per la regione: il termalismo. Il progetto espositivo è curato da Elisa Nicolini e Roberto Pancheri, conservatori del Museo del Castello del Buonconsiglio, ed è realizzato con il sostegno dell’Azienda per il Turismo (APT) della Val di Sole, in collaborazione con le Terme di Pejo e di Rabbi. L’evento, promosso dal Museo del Castello del Buonconsiglio, si concentra sull’evoluzione del turismo termale nel territorio trentino, con particolare attenzione al periodo compreso tra la fine dell’Ottocento e i primi decenni del Novecento, un’epoca segnata dalla diffusione delle località termali come importanti centri di cura e svago per le classi agiate.

Le acque termali dei principali stabilimenti di Pejo, Rabbi, Levico-Vetriolo, Roncegno e Comano, ancora oggi rinomate per le loro proprietà terapeutiche, rappresentarono per oltre un secolo un polo attrattivo fondamentale.

Tra la conclusione della dominazione asburgica e gli anni Trenta, il Trentino conobbe un’intensa fase di sviluppo legata alla cosiddetta Belle Époque, durante la quale le stazioni termali si trasformarono in destinazioni di riferimento per la Mitteleuropa e il Regno d’Italia. Il processo coinvolse anche il rinnovamento delle infrastrutture turistiche e la riqualificazione architettonica degli stabilimenti, molti dei quali adottarono progetti decorativi che coinvolsero artisti specializzati nella pittura d’interni, con risultati di rilievo sotto il profilo estetico.

Anonimo, Manifesto per l’Antica Fonte di Rabbi (1920-1940 circa; Treviso, Museo Nazionale Collezione Salce)
Anonimo, Manifesto per l’Antica Fonte di Rabbi (1920-1940 circa; Treviso, Museo Nazionale Collezione Salce)
Mario Puppo, Manifesto per le Terme del Trentino (1954; Treviso, Museo Nazionale Collezione Salce)
Mario Puppo, Manifesto per le Terme del Trentino (1954; Treviso, Museo Nazionale Collezione Salce)

In questo quadro storico e culturale si inserisce il lavoro di Tito Chini (Firenze 1898 – Desio 1947), pittore e ceramista di formazione fiorentina, appartenente a una famiglia storica di decoratori e fondatori di una nota fornace a Borgo San Lorenzo, nel Mugello. Dopo aver realizzato importanti interventi decorativi in Toscana e Veneto, Chini fu chiamato nel 1936 a Vetriolo, località termale della Val di Sole, per decorare lo Stabilimento Termale di Vetriolo. Sebbene l’edificio fosse stato dismesso e demolito nel 1997, parte delle decorazioni interne furono salvate dall’Ufficio Beni Storico-Artistici della Provincia autonoma di Trento, che provvide al distacco e al recupero delle pitture murali e dei mosaici della facciata, preservando così un importante frammento della storia del termalismo trentino. L’esposizione propone per la prima volta al pubblico i dipinti di Vetriolo, affiancati da inediti bozzetti preparatori e da una selezione di manufatti ceramici provenienti dalla manifattura di Borgo San Lorenzo. I materiali contribuiscono a un focus specifico su Tito Chini e sul contesto stilistico dell’Art déco, che influenzò le decorazioni degli stabilimenti termali dell’epoca.

Tito Chini al lavoro a Salsomaggiore nel 1921
Tito Chini al lavoro a Salsomaggiore nel 1921
Bottiglie per l’acqua ferruginosa delle Fonti di Rabbi (Inizio del XX secolo; Peio Fonti, collezione Terme di Pejo)
Bottiglie per l’acqua ferruginosa delle Fonti di Rabbi (Inizio del XX secolo; Peio Fonti, collezione Terme di Pejo)
Oddone Tomasi, Bagnante (1920 circa; Sanguigna su carta; Pergine Valsugana, collezione privata)
Oddone Tomasi, Bagnante (1920 circa; Sanguigna su carta; Pergine Valsugana, collezione privata)

La mostra si sviluppa ulteriormente con un approfondimento dedicato al territorio della Val di Sole, articolandosi in sezioni tematiche che ricostruiscono la storia delle principali stazioni termali, tra cui i Bagni di Rabbi e le Fonti di Pejo. L’esposizione include inoltre materiali relativi agli altri siti termali del Trentino, come Levico e Roncegno, presentando una ricca varietà di documenti e oggetti che testimoniano l’esperienza termale nella regione. Tra questi figurano pubblicazioni medico-scientifiche d’epoca, fotografie e cartoline storiche, ritratti di ospiti illustri e oggetti d’uso legati alla fruizione delle acque curative. Un elemento di particolare interesse è costituito dai manifesti pubblicitari, spesso realizzati con elevata qualità artistica, che rappresentano i primi strumenti di promozione turistica del territorio. I manifesti, concessi in prestito da collezionisti privati e dalla celebre Collezione Salce di Treviso, illustrano anche l’evoluzione del linguaggio visivo e del gusto estetico tra Ottocento e Novecento.

La sezione dedicata alle Fonti di Rabbi presenta un approfondimento sulla figura di Antonio Stoppani (Lecco 1824 – Milano 1891), geologo e scrittore noto per il volume Il Bel Paese, opera volta a diffondere la conoscenza del territorio italiano sotto il profilo geografico e naturalistico e a promuovere il senso di identità nazionale. Stoppani soggiornò più volte a Rabbi e contribuì a far conoscere l’area attraverso specifiche pubblicazioni, rafforzando il legame tra il patrimonio naturale e culturale del Trentino e la sua immagine all’interno del panorama italiano.

Informazioni sulla mostra

Titolo mostraAntiche fonti. Tito Chini e la cultura termale nel Trentino
CittàCaldes
SedeCastel Caldes
DateDal 20/06/2025 al 02/11/2025
ArtistiTito Chini
CuratoriElisa Nicolini, Roberto Pancheri
TemiOttocento, Trentino, Castel Caldes, Arte del Novecento

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