Firenze, riapre completamente rinnovata la Sala del Colosso alla Galleria dell'Accademia


Dopo un anno e mezzo di lavori, alla Galleria dell’Accademia di Firenze riapre la Sala del Colosso, compltamente restaurata e rinnovata con nuovi allestimenti. Restauri anche per alcuni dei capolavori che custodisce.

A Firenze, la Galleria dell’Accademia riapre al pubblico da domani, martedì 8 febbraio 2022, la sala del Colosso, che a partire dall’ottobre 2020 è stata interessata da imponenti interventi di restauro architettonico-strutturale. Inoltre, il museo ha completamente rinnovato l’impianto di climatizzazione e ha riallestito interamente la sala, con un nuovo impianto di illuminazione, di ultima generazione, studiato per esaltare le opere esposte insieme alla particolare tonalità di blu scelta per le pareti.

La sala del Colosso è il primo grande ambiente che i visitatori incontrano nel percorso espositivo del museo, ed è caratterizzata, al centro, dall’imponente bozzetto in terra cruda del Ratto delle Sabine del Giambologna, e ospita la collezione della pittura fiorentina del Quattrocento e del primo Cinquecento. Al fine di rendere più godibile la visione di queste opere, è stata creata una nuova saletta, a cui si accede attraverso quella del Colosso, dedicata nello specifico al Quattrocento, in cui sono stati collocati capolavori come il cosiddetto Cassone Adimari dello Scheggia (il fratello di Masaccio) e la Tebaide di Paolo Uccello.

“Quando abbiamo deciso di agire sulle capriate della sala del Colosso, il cui stato verteva in gravi condizioni da anni, con un impianto che perdeva acqua creando pericolose infiltrazioni, è stato necessario disallestire la Sala”, dichiara Cecilie Hollberg, direttrice della Galleria dell’Accademia di Firenze. “È stata l’occasione per risistemare l’allestimento della collezione, qui conservata, con luci nuove e pareti colorate, per le quali abbiamo usato uno speciale blu che mi piace chiamare blu Accademia. Le opere sono state distanziate per rendere il percorso più fluido, utilizzando anche supporti più leggeri, meno invasivi, per le didascalie, tutte riviste e cambiate. Con Carlo Falciani, esperto del Cinquecento fiorentino, che mi ha affiancato in questo compito, abbiamo riordinato i dipinti, raggruppandoli per scuole secondo un criterio storico-artistico, oltre che estetico. Ho deciso di annettere la sala adiacente, solitamente utilizzata per le mostre temporanee, ed esporre qui la sezione dedicata al Quattrocento, con anche piccole opere, con l’intento proprio di creare una cornice più accogliente per questi capolavori”.

La Sala del Colosso prima del rinnovamento
La Sala del Colosso prima del rinnovamento
La Sala del Colosso rinnovata. Foto di Guido Cozzi
La Sala del Colosso rinnovata. Foto di Guido Cozzi
La Sala del Colosso rinnovata. Foto di Guido Cozzi
La Sala del Colosso rinnovata. Foto di Guido Cozzi
La Sala del Colosso rinnovata. Foto di Guido Cozzi
La Sala del Colosso rinnovata. Foto di Guido Cozzi
La Sala del Colosso rinnovata. Foto di Guido Cozzi
La Sala del Colosso rinnovata. Foto di Guido Cozzi
La Sala del Colosso rinnovata. Foto di Guido Cozzi
La Sala del Colosso rinnovata. Foto di Guido Cozzi

Il dettaglio degli interventi

La temporanea chiusura al pubblico della sala e la conseguente movimentazione delle opere ha fornito l’occasione per una completa rivalutazione dell’ambiente e per documentare lo stato di conservazione delle opere. Durante la chiusura della sala il museo ha programmato e realizzato operazioni di manutenzione mirata, oltre a restauri laddove si sono resi necessari. Gli interventi sono stati realizzati da restauratori specializzati che hanno lavorato nell’ambito di uno specifico piano di manutenzione gestito e coordinato dal direttore e dal funzionario restauratore della Galleria dell’Accademia, Eleonora Pucci. Fatta eccezione per tre opere di difficile movimentazione (per dimensioni e per fragilità), che sono dovute necessariamente rimanere in loco, protette da strutture progettate e realizzate ad hoc (si tratta, nello specifico, del gruppo scultoreo del Ratto delle Sabine, della grande pala dell’Assunzione della Vergine di Pietro Perugino e della Disputa dei Padri della Chiesa sull’Immacolata Concezione di Giovanni Antonio Sogliani), tutte le altre sono state messe in sicurezza e trasferite negli ambienti normalmente dedicati alle esposizioni temporanee, per consentire la loro visione al pubblico. Quindi, nonostante la chiusura della sala, la visione delle opere non è stata preclusa.

Oltre agli interventi di spolveratura, alcune preziose tavole, individuate per la delicata situazione conservativa e le dimensioni ridotte, sono state protette con vetri museali, invisibili all’occhio, funzionali nell’isolare il dipinto dalle condizioni climatiche esterne per ridurre il rischio di subire alterazioni nella superficie pittorica e danni al supporto. Tra le opere sottoposte a restauri il museo segnala in particolare la Resurrezione di Cristo di Raffaellino del Garbo con la sua cornice lignea monumentale, appena tornata nel museo, e la tempera su tavola di Giovan Francesco da Rimini raffigurante San Vincenzo Ferrer.

L’attenzione si è focalizzata anche sulle cornici dorate e in particolare tre sono quelle che, dopo un’analisi dello stato conservativo e delle problematiche, sono state oggetto di restauro: la cornice della Madonna del Mare attribuita a Sandro Botticelli; la cornice a tondo del dipinto della Madonna col Bambino, san Giuseppe e san Giovannino del Franciabigio e quella che completa l’Adorazione del Bambino con due angeli e san Giuseppe di Lorenzo di Credi. Gli interventi, diversificati a seconda delle situazioni conservative, hanno compreso una pulitura mirata ad uniformare l’aspetto delle superfici, consolidamenti della pellicola dorata e degli elementi ad intaglio, piccole stuccature ed integrazione a foglia oro con la stessa tecnica della doratura originale dove possibile e secondo le indicazioni della direzione del Museo.

Per quanto riguarda i lavori strutturali, seguiti dall’architetto Claudia Gerola, si è cominciato con il restauro e il consolidamento delle capriate lignee della sala (durante questo intervento sono stati adeguati e sostituiti gli impianti esistenti, in particolare quelli speciali, antintrusione, rivelazione incendi, ed elettrici, e quelli meccanici, compreso l’UTA – Unità di Trattamento d’Aria). Sono stati poi eliminati gli accumuli di acqua che, nel passato, avevano provocato copiose infiltrazioni nella sala sottostante, e sono stati rimossi, inoltre, due strati di intonaco mobile dalla volta. Terminati l’aspetto tecnologico e quello architettonico, è stato rivisto l’impianto elettrico e di emergenza per procedere poi con il nuovo allestimento: i muri sono stati rivestiti con pannelli ricoperti di tessuto successivamente tinteggiati e le opere sono state sistemate secondo il nuovo progetto, curato dalla direttrice Hollberg. Particolare attenzione è stata posta nella realizzazione del nuovo impianto di illuminazione, che trova collocazione sulle pareti perimetrali e nella zona centrale della volta. Anche in questo caso, come si sta realizzando per il resto del museo, sono state utilizzate tecnologie di ultima generazione a Led, garantendo una migliore visione delle opere ed un efficientamento energetico.

La Sala del Colosso rinnovata. Foto di Guido Cozzi
La Sala del Colosso rinnovata. Foto di Guido Cozzi
La Sala del Colosso rinnovata. Foto di Guido Cozzi
La Sala del Colosso rinnovata. Foto di Guido Cozzi
La Sala del Colosso rinnovata. Foto di Guido Cozzi
La Sala del Colosso rinnovata. Foto di Guido Cozzi
La Sala del Colosso rinnovata. Foto di Guido Cozzi
La Sala del Colosso rinnovata. Foto di Guido Cozzi
La Sala del Colosso rinnovata. Foto di Guido Cozzi
La Sala del Colosso rinnovata. Foto di Guido Cozzi
La Sala del Colosso rinnovata. Foto di Guido Cozzi
La Sala del Colosso rinnovata. Foto di Guido Cozzi

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