Capolavoro di Boccioni entra nella collezione della Pinacoteca Divisionismo di Tortona. Aiuterà la ricerca oncologica


Dal 5 giugno La signora Maffi, opera di Umberto Boccioni del 1909, è entrata a far parte della collezione permanente della Pinacoteca Divisionismo di Tortona. Acquistata dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Tortona, sosterrà la ricerca scientifica dell’Istituto Mario Negri in campo oncologico.

La Pinacoteca Divisionismo Tortona ha arricchito la sua collezione permanente con un capolavoro di Umberto Boccioni (Reggio Calabria, 1882 – Verona, 1916): La signora Maffi. Una maestra di scena del 1909. Il dipinto, realizzato in un momento cruciale della carriera di Boccioni, segna il passaggio dall’esperienza divisionista alle prime intuizioni futuriste. La figura ritratta, l’attrice Adalgisa Maffi, domina la composizione con una forza plastica e luministica che già anticipa l’evoluzione stilistica dell’artista. L’opera fu esposta per la prima volta nel 1910 a Venezia, alla personale di Boccioni presso Ca’ Pesaro, e oggi rientra nel circuito museale italiano grazie alla sinergia tra pubblico e privato.

Umberto Boccioni, La signora Maffi (1909; Tortona, Pinacoteca Il Divisionismo)
Umberto Boccioni, La signora Maffi (1909; Tortona, Pinacoteca Il Divisionismo)

“Il ritratto della Maestra di scena Adalgisa Maffi”, spiega Pier Luigi Rognoni, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Tortona, “rappresenta senza alcun dubbio una tappa fondamentale nel percorso artistico di Umberto Boccioni. L’ingresso nella collezione della Fondazione C.R. Tortona permette alla Pinacoteca Divisionismo di documentare in maniera ancora più approfondita le influenze della tecnica pittorica divisa sui protagonisti della rivoluzione Futurista. Il fortuito incontro artistico con l’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri ha dato vita ad una preziosa collaborazione pluriennale per il fondamentale sostegno alla ricerca scientifica”.

“Siamo profondamente grati alla Fondazione della Cassa di Risparmio di Tortona per questa importante donazione”, racconta Giuseppe Remuzzi, Direttore dell’Istituto Mario Negri, “che unisce il valore dell’arte al sostegno concreto della ricerca scientifica. Investire nella ricerca e nei giovani talenti significa costruire il futuro: significa credere nella conoscenza come motore di progresso e nella formazione come chiave per affrontare le sfide di domani. Il sostegno della Fondazione non è soltanto un aiuto concreto, ma anche un forte segnale di fiducia nei confronti della scienza e delle nuove generazioni”.

Nel 2005, l’Istituto Mario Negri è stato infatti il beneficiario di una generosa donazione di opere d’arte da parte del prof. Giuseppe Mattioli con l’intento di supportare la ricerca del Dipartimento di Oncologia intitolato alla Fondazione Nerina e Mario Mattioli – Onlus. I dipinti sono arrivati all’Istituto nel 2021. Tra le opere, spiccava La signora Maffi. Una maestra di scena di Umberto Boccioni. A gennaio 2025, l’opera è stata acquisita, grazie a una generosa donazione, dalla Fondazione della Cassa di Risparmio di Tortona, andando ad arricchire la prestigiosa collezione della Pinacoteca del Divisionismo. I proventi della vendita del quadro andranno a supportare la ricerca scientifica del Mario Negri in campo oncologico sia sperimentale che clinico. La Fondazione ha inoltre deciso di accompagnare un giovane ricercatore nel suo percorso di formazione per i prossimi tre anni con una borsa di studio.

Ma il valore dell’opera non si limita all’ambito artistico. La storia collezionistica del quadro ricostruita dalla storica dell’arte Sharon Hecker porta alla luce un frammento drammatico del Novecento italiano. Dopo la morte di Boccioni nel 1916, il dipinto passò alla madre dell’artista, per poi entrare nella collezione del ragioniere Enrico Bachi, ebreo torinese. Durante gli anni delle leggi razziali, la famiglia Bachi fu vittima di confische e persecuzioni. Il quadro, sfuggito alle requisizioni, sopravvisse alla guerra custodito da amici della famiglia, restando poi per decenni in ambito privato prima di essere acquistato dalla Galleria La Bussola di Torino nel 1961 e, successivamente, da Mattioli.

L’arrivo a Tortona de La signora Maffi non è un caso isolato. Solo pochi mesi fa, la Pinacoteca ha accolto Il cammino dei Lavoratori di Giuseppe Pellizza da Volpedo, studio preparatorio del celebre Quarto Stato. Due acquisizioni che rafforzano il ruolo del museo come punto di riferimento nazionale per lo studio del Divisionismo e delle sue ramificazioni verso il Futurismo e le avanguardie del primo Novecento. La Pinacoteca del Divisionismo di Tortona custodisce oggi 145 opere, di cui ben 27 di Pellizza (di cui 19 esposte). Oltre a lui, il percorso espositivo racconta il lavoro di Angelo Morbelli, Emilio Longoni, Plinio Nomellini, Gaetano Previati, Giovanni Segantini, Giacomo Balla, Carlo Fornara e lo stesso Boccioni. Un allestimento moderno e articolato, suddiviso per temi e tecniche, permette di esplorare le molteplici anime del Divisionismo: dalla ricerca luministica alle istanze simboliste, dai paesaggi alpini al realismo sociale. Con il suo nuovo allestimento, il museo rilancia la valorizzazione del patrimonio storico-artistico piemontese e afferma anche la capacità dell’arte di dialogare con la scienza e con la memoria, superando i confini disciplinari e temporali.

Giuseppe Pellizza da Volpedo, Il cammino dei lavoratori (1898-1899; Tortona, Pinacoteca Il Divisionismo)
Giuseppe Pellizza da Volpedo, Il cammino dei lavoratori (1898-1899; Tortona, Pinacoteca Il Divisionismo)


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