Brescia, giovani imprenditori finanziano restauro di un capolavoro del Moretto


A Brescia, i giovani imprenditori locali di Confindustria hanno finanziato il restauro dell’Incoronazione della Vergine, capolavoro del Moretto. L’opera restaurata è stata presentata stamani.

A Brescia si è concluso il restauro dell’Incoronazione della Vergine con i santi Michele Arcangelo, Giuseppe, Francesco e Nicola, capolavoro del Moretto (Alessandro Bonvicino; Brescia, 1498 – 1554). Il restauro dell’opera, conservata nella chiesa dei Santi Nazaro e Celso in corso Matteotti, a Brescia (dove si trova anche il Polittico Averoldi di Tiziano), è partito lo scorso marzo ed è stato finanziato grazie a una parte del ricavato dell’asta delle 19 opere esposte nella mostra Dalla Fabbrica all’Arte. La mostra è stata promossa dai Giovani Imprenditori di Confindustria Brescia e curata da Davide Dotti.

L’opera restaurata è stata presentata stamattina durante una conferenza stampa, nel corso della quale sono intervenuti monsignor Giambattista Francesconi, parroco della chiesa dei Santi Nazaro e Celso, Francesco Veneziani, presidente dei Giovani Imprenditori di Confindustria Brescia, Anna Tripoli, past president dei Giovani Imprenditori di Confindustria Brescia, Angelo Loda, funzionario della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio (ABAP) di Bergamo e Brescia, Davide Dotti, critico d’arte e curatore della mostra Dalla Fabbrica all’Arte, Vincenzo Gheroldi, docente dell’Università di Bologna, Antonio Zaccaria, restauratore incaricato dei lavori.

Per garantire la conservazione ottimale del dipinto, si è deciso di non sottoporre l’opera a movimentazioni stressanti né a variazioni dei parametri termoigrometrici a cui si è assestata nel tempo. L’intervento è stato eseguito in loco, su un ponteggio a due piani progettato per consentire l’avanzamento dell’opera di circa tre metri dalla muratura, permettendo la verifica della struttura dal retro. La carpenteria lignea della tavola, composta da tavole di pioppo e elementi di noce, è risultata in ottimo stato di conservazione. Questa scelta metodologica ha permesso di preservare l’integrità dell’opera e di garantirne la stabilità nel tempo.

Il restauro ha permesso di inoltre valorizzare ulteriormente il capolavoro del Moretto, restituendolo alla comunità in tutta la sua bellezza e integrità. L’intervento di restauro, finanziato grazie alla collaborazione tra enti pubblici e privati, rappresenta un esempio virtuoso di come la sinergia tra diverse istituzioni possa contribuire alla salvaguardia e alla valorizzazione del patrimonio artistico e culturale e la presentazione dell’opera restaurata è un evento rilevante per la comunità di Brescia e per tutti gli appassionati d’arte.

Moretto, Incoronazione della Vergine con i santi Michele Arcangelo, Giuseppe, Francesco e Nicola (olio su tavola, 289 x 198 cm; Brescia, Santi Nazaro e Celso)
Moretto, Incoronazione della Vergine con i santi Michele Arcangelo, Giuseppe, Francesco e Nicola (olio su tavola, 289 x 198 cm; Brescia, Santi Nazaro e Celso)
L'opera durante l'intervento di pulitura
L’opera durante l’intervento di pulitura
L'opera durante l'intervento di pulitura
L’opera durante l’intervento di pulitura
L'opera durante l'intervento di pulitura
L’opera durante l’intervento di pulitura

“Sulla superficie pittorica, il restauro non si è limitato a un recupero estetico, ma ha dovuto in primo luogo provvedere alla messa in sicurezza e al fissaggio di particelle di materia pittorica sollevate e in procinto di caduta, a causa di un lieve restringimento della fibra lignea nel corso del tempo”, spiega il restauratore Antonio Zaccaria. “La struttura del film pittorico e le velature di rifinitura sono arrivati a noi in buono stato di conservazione, segno che le passate puliture non avevano fortunatamente fatto ricorso a solventi aggressivi, forse per un particolare riguardo nei confronti di un capolavoro del più venerato tra i maestri bresciani. Tuttavia, la vecchia vernice sovrapposta alla pellicola pittorica risultava notevolmente alterata, virando dall’originaria trasparenza verso un giallo-verdognolo che, complice l’inscurimento indotto anche dal nerofumo e dai depositi di pulviscolo atmosferico, aveva completamente modificato la temperatura cromatica della tavolozza di Moretto. Nel corso dell’attuale restauro, la delicatissima e selettiva operazione di pulitura ha visto riaffiorare progressivamente la luce argentina e le cromie cristalline che nei secoli hanno incantato schiere di studiosi, critici e pittori. Le indagini diagnostiche condotte sull’opera da Vincenzo Gheroldi, in più passaggi coordinati con le fasi tecniche, hanno consentito di declinare le metodologie di intervento con piena consapevolezza di ogni minima variazione della raffinatissima tecnica esecutiva originale. Hanno concluso l’intervento la stuccatura nelle cadute di materia pittorica, la ricostruzione della policromia mancante e la stesura di un leggerissimo velo di resina protettiva”.

“Il sostegno dell’impresa alla cultura, in tutte le sue forme, è sempre stato un punto centrale nell’azione dei Giovani Imprenditori di Confindustria Brescia”, commentano Francesco Veneziani e Anna Tripoli, presidente e past president dei Giovani Imprenditori di Confindustria Brescia. “Il restauro dell’opera del Moretto ne è una perfetta sintesi: un lascito simbolico dell’anno di Bergamo Brescia Capitale Italiana della Cultura 2023, oltre che un progetto in continuità tra le nostre presidenze, a cui i consigli direttivi hanno fortemente creduto. L’obiettivo era quello di restituire alla cittadinanza l’opera del Moretto, pronta per essere ammirata, prima dell’inizio dell’estate, e ci siamo riusciti. Ringraziamo quindi ancora tutte le persone che hanno contribuito all’acquisto delle opere: si tratta solo di un primo passo, da cui prenderà il via la serie di attività a scopo benefico che i Giovani Imprenditori mirano a promuovere grazie al ricavato della mostra stessa”.

“Vedere rinascere uno straordinario capolavoro del Rinascimento non bresciano, ma italiano, come l’Incoronazione della Vergine di Moretto, è stata un’emozione unica”, dice Davide Dotti, critico e curatore della mostra Dalla Fabbrica all’Arte, “non solo perché l’opera era fortemente alterata nei suoi valori cromatici e luministici, ora tornati all’originario splendore, ma anche perché qui il grande Bonvicino raggiunge l’apice delle sue qualità espressive, fondendo l’intenso naturalismo di marca lombarda al denso e luminoso cromatismo veneto, rendendo omaggio nella magnifica figura dell’Arcangelo a Raffaello e in quella della Vergine a Tiziano”.


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