L'arte come veicolo di libertà. A Milano due opere di Enrico Baj sono esposte in carcere


Grazie all’iniziativa ALMA - Arte Libera Musei Aperti, alla Casa di Reclusione di Opera arrivano due opere di Enrico Baj. Obiettivo è avvicinare all’interesse artistico persone escluse da eventi pubblici per motivazioni penali rendendole partecipi dell’arte come via per la Libertà.

Alla Casa di Reclusione di Opera arrivano due opere di Enrico Baj grazie all’iniziativa ALMA - Arte Libera Musei Aperti. Obiettivo del progetto dell’Associazione Culturale Corte Sconta, realizzato con il contributo di Fondazione di Comunità Milano, è infatti rendere accessibili le opere d’arte, dopo i limiti imposti dalla pandemia e da altre costrizioni, ma anche avvicinare all’interesse artistico persone escluse da eventi pubblici per motivazioni sanitarie, fisico-psichiche o penali rendendole partecipi dell’arte come via per la Libertà. L’iniziativa intende da un lato rivalutare luoghi costretti ai margini della vita sociale e dall’altro riportare alla vita pubblica importanti e significative opere, altrimenti riservate a pochi o dimenticate in depositi. Riduzione delle disuguaglianze, parità di genere, accessibilità e sostenibilità sociale: sono queste le parole chiave alla base del progetto.

Le prossime tappe saranno l’RSA Golgi Redaelli, l’Associazione Olinda presso l’ex ospedale psichiatrico Paolo Pini che vedranno l’esposizione e la condivisione partecipata di altre opere di famosi artisti, opere d’arte provenienti da collezioni private, tutte espressione del concetto di libertà. Al termine di ogni evento si terrà un talk in presenza o digitale animato da personalità dell’arte, della cultura e dell’iniziativa sociale. Ogni opera verrà digitalizzata e monitorata con le più avanzate tecniche oggi a disposizione. Il progetto gode del patrocinio di ICAMT International Committee for Architecture and Museum Techniques -ICOM International Council of Museum. L’iniziativa si concluderà in autunno, con la riunione di tutte le opere esposte alla Fabbrica del Vapore, presso la sede di Corte Sconta, al fine di raccogliere i risultati del progetto.

La tappa del Carcere di Opera vede protagonista l’arte di Enrico Baj con opere disponibili alla visione di tutta la popolazione carceraria, ma anche degli ospiti.

“Siamo alla seconda tappa di ALMA. Abbiamo deciso di portare due quadri di Enrico Baj che saranno fruibili per tutto il prossimo mese sia dalla popolazione carceraria sia dalle famiglie. Infatti un quadro sarà ospitato nella Galleria delle Opportunità, l’altro quadro sarà nella sala dei colloqui, ovvero dove le famiglie stazionano in attesa dei colloqui”, ha affermato Andrea Vento, portavoce del progetto Alma e Presidente dell’Associazione Culturale Corte Sconta. “Ringraziamo la Fondazione di Comunità che ci ha permesso di realizzare questo che definirei un sogno, perché effettivamente si tratta della tappa dedicata a ’libertà e immaginazione’ e credo che questo sia un luogo dove debba avere spazio l’immaginazione”.

Nelle parole dell’Architetta Maddalena D’Alfonso, ideatrice del progetto ALMA, il significato di questo evento: "Noi possiamo in realtà, con l’immaginazione, costruire dei mondi, raccontare delle storie, ritrovare dei pezzi di noi stessi, dei legami con la nostra civiltà e la nostra società. ALMA – Arte Libera Musei Aperti vuole proprio portare l’arte in luoghi dove ci sono dei pubblici distanti dalla società e dalla vita civile. Ovviamente attraverso l’arte si riesce a sensibilizzare, anche aprire dei canali di contatto che normalmente sono difficili. Grazie alla complicità della famiglia Baj, di Roberta Sciarina Baj che ci ha prestato le due opere che si intitolano una Metamorfosi e l’altra Progne abbandonata da Tereo si converte al culto di Visnù, abbiamo potuto portare il racconto di un mondo di sogno, dove si incontrano persone lontane".

Tutta l’iniziativa ALMA gode del patrocinio di ICAMT – International Comeetee of Architecture and Museum Technics, per il quale è intervenuta la dottoressa Danusa Castro: “Noi crediamo che questi siano momenti in cui l’arte debba essere fruibile al 100%. Quindi ecco perchè ICAMT ha deciso di patrocinare questo progetto, che speriamo vada avanti anche in altre situazioni, in altri momenti dell’anno, per portare l’arte che ha un potere curativo enorme a persone e situazioni in cui questo è assolutamente precluso e impossibile. Abbiamo avuto modo di toccare con mano, con la pandemia, quanto sia difficile stare isolati e quanto sia poi rincuorante poter avere a che fare con l’arte, quindi crediamo che questo sia un progetto importantissimo che dà la possibilità di rendere l’arte inclusiva nel miglior modo”.

Immagine: Enrico Baj, Progne abbandonata da Tereo si converte al culto di Visnù

 L'arte come veicolo di libertà. A Milano due opere di Enrico Baj sono esposte in carcere
L'arte come veicolo di libertà. A Milano due opere di Enrico Baj sono esposte in carcere


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