Nuovo dpcm: musei chiusi (ma agli amanti dell'arte restano le chiese) e lockdown locali


Il nuovo dpcm firmato in nottata dispone la chiusura di mostre e musei (ma non quella delle chiese) e istituisce di fatto dei lockdown su base territoriale.

È ufficiale: il nuovo dpcm firmato in nottata dal presidente del consiglio Giuseppe Conte chiude musei e mostre in tutta Italia, ma anche biblioteche, archivi e tutti i luoghi della cultura. Ecco cosa si legge nel testo del decreto approvato per contenere il contagio da Covid-19: “sono sospese le mostre e i servizi di apertura al pubblico dei musei e degli altri istituti e luoghi della cultura di cui all’articolo 101 del codice dei beni culturali e del paesaggio, di cui al decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42, resta sospesa l’efficacia delle disposizioni regolamentari di cui all’articolo 4, comma 2, secondo periodo, del decreto del Ministro per i beni culturali e ambientali 11 dicembre 1997, n. 507, che prevede il libero accesso a tutti gli istituti e ai luoghi della cultura statali la prima domenica del mese”.

Rimangono invece aperte le chiese (che saranno l’unica alternativa per gli amanti dell’arte) e i bar fino alle 18, tranne che nelle zone “rosse” (ovvero le “aree caratterizzate da uno scenario di massima gravità e da un livello di rischio alto”) e in quelle “arancioni” (“caratterizzate da uno scenario di elevata gravità e da un livello di rischio alto”), individuate su base regionale o provinciale. Nelle zone dove si verificherà lo scenario “rosso”, che sarà controllato con cadenza settimanale, ci saranno di fatto dei lockdown locali: nelle zone ad alto rischio saranno vietati tutti gli spostamenti in entrata e in uscita, nonché quelli all’interno (se non per ragioni di comprovata necessità), quindi di fatto non si potrà circolare. In queste aree saranno poi sospese le attività commerciali al dettaglio fatta eccezione per i generi di prima necessità, e verranno chiusi tutti i servizi di ristorazione (bar, ristoranti, pub, gelaterie, pasticcerie), che potranno però fare consegna a domicilio o svolgere servizio di asporto. Sospeso inoltre tutto lo sport nelle aree a rischio, eccezion fatta per l’attività motoria individuale (da svolgersi in prossimità dell’abitazione) e per l’attività sportiva all’aperto da svolgersi in forma individuale. Nelle zone arancioni ci si potrà spostare solo all’interno del proprio comune, e ogni uscita dal territorio comunale occorreranno motivi di comprovata necessità. Chiuderanno le attività di ristorazione, ma rimarranno aperti i negozi.

Nelle altre zone, quelle a minor rischio (che potremmo definire “verdi”), saranno in vigore i provvedimenti già in essere, più i nuovi provvedimenti validi per tutto il territorio nazionale: la già citata chiusura dei musei, la chiusura dei centri commerciali nei fine settimana, la capienza dimezzata del trasporto pubblico, e soprattutto il coprifuoco dalle 22 alle 5. Per quanto riguarda gli spostamenti interregionali, ci si potrà spostare solo da una regione verde a un’altra regione verde. Una regione potrà cambiare “colore” a seconda dell’evoluzione della situazione epidemiologica (in altre parole una regione arancione potrebbe essere “promossa” a verde, un’arancione retrocessa in zona rossa, e così via). Le misure entreranno in vigore venerdì 6 novembre e rimarranno in essere fino a giovedì 3 dicembre 2020.

Immagine: Palazzo Chigi. Ph. Credit

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