Come viviamo oggi il tempo liberato? Quale ruolo può ancora avere l’architettura nel dare forma al desiderio di vacanza? Il festival Abitare la Vacanza. Architetture per il tempo liberato, in programma dal 1° al 5 luglio a Varazze (Savona) e dall’8 al 13 luglio a Ospedaletti (Imperia), affronta queste domande attraverso un’indagine sul paesaggio costruito della costa del Mar Ligure, con uno sguardo rivolto al secondo dopoguerra e agli anni del boom economico, quando il turismo di massa e il tempo libero hanno trasformato in profondità le località di villeggiatura. Curato da Gloria Bovio, Andrea Canziani ed Emanuele Piccardo, il festival si configura come un palinsesto diffuso e gratuito che mette in relazione architettura, fotografia, ricerca antropologica e partecipazione civica.
Una proposta che si articola in mostre, incontri pubblici, visite guidate, laboratori per bambini, proiezioni cinematografiche e aperture straordinarie, con l’obiettivo di costruire una riflessione collettiva sul paesaggio turistico e sulla sua evoluzione, tra memoria e trasformazione. Realizzato dalla Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le province di Imperia e Savona (SABAP IM-SV) insieme alla Direction régionale des Affaires culturelles Provence-Alpes-Côte d’Azur (DRAC PACA), all’associazione plug_in e all’impresa culturale Dialoghi d’Arte, il progetto si avvale della collaborazione dei Comuni di Varazze e Ospedaletti, dell’Ordine degli Architetti PPC di Savona e di IN/Arch Liguria.
L’architettura e l’urbanistica diventano strumenti per interpretare le mutazioni dei comportamenti sociali e del paesaggio. Tra i riferimenti storici da cui muove il progetto vi sono La lunga strada di sabbia, reportage del 1959 di Pier Paolo Pasolini con fotografie di Paolo Di Paolo, e i numeri 283 e 284 della rivista Casabella dedicati alle coste italiane. Senza dimenticare la XIII Triennale di Milano del 1964, incentrata proprio sul tema del tempo libero. Il festival riprende quell’indagine a distanza di oltre sessant’anni, per riflettere sul modo in cui si è trasformata la vacanza come esperienza culturale e sociale. Due i casi studio che faranno da sfondo all’intera manifestazione. A Sanremo e Ospedaletti, i complessi residenziali Capo Pino e Capo Nero, realizzati tra il 1952 e il 1972 da Luigi Carlo Daneri, segnano il passaggio dalla casa unifamiliare al modello collettivo per le vacanze. A Varazze, invece, il piano urbanistico per Piani di Invrea, elaborato tra il 1958 e il 1963 da Ignazio Gardella e Marco Zanuso, propone una visione della vacanza estesa all’intero arco dell’anno, anticipando le logiche dell’abitare flessibile e stagionale.
Durante il festival, questi due insediamenti saranno eccezionalmente aperti al pubblico grazie a visite guidate organizzate da IN/Arch Liguria, che ne illustreranno le peculiarità architettoniche e il contesto culturale in cui sono nati. A partire da queste architetture emblematiche, il programma mira a stimolare nuove letture sul valore del paesaggio costruito, proponendo un equilibrio tra tutela e trasformazione sostenibile. La mostra fotografica MiraMare, a cura di Gaia Cambiaggi, Marco Introini ed Emanuele Piccardo, accompagnerà il pubblico lungo tutto il percorso espositivo. I loro scatti, realizzati tra Varazze e Ospedaletti, restituiscono uno sguardo autoriale e critico su edifici, infrastrutture e panorami della costa ligure. Il formato della mostra rimanda a un taccuino di viaggio, evocando il diario personale come strumento di memoria e osservazione.
Accanto alle mostre, il festival prevede un fitto calendario di talk pubblici che affronteranno i temi del paesaggio, della fotografia, dell’architettura e delle trasformazioni sociali. Architetti, studiosi, fotografi e rappresentanti delle istituzioni si confronteranno su come rileggere oggi il patrimonio turistico del Novecento, tra esigenze di conservazione e urgenze di rigenerazione. A questa dimensione si aggiunge il progetto partecipativo Diario Vacanza, uno spazio aperto in cui cittadini, turisti e visitatori potranno contribuire con racconti, cartoline, fotografie e memorie personali degli anni Sessanta e Settanta. L’obiettivo è raccogliere materiali utili a comporre una narrazione collettiva del modo in cui è stato vissuto, e abitato, il tempo libero lungo le coste italiane. Per tutta la durata della manifestazione sarà attiva anche l’Edicola del festival, una postazione itinerante con sdraio e ombrelloni, pensata come luogo informale di sosta e lettura. Qui sarà possibile consultare volumi, materiali informativi, scegliere cartoline d’autore e sfogliare il libro della mostra MiraMare, pensato come prolungamento dell’esperienza visiva e narrativa.
Il festival si rivolge a un pubblico ampio e diversificato, dalle famiglie ai turisti, dai professionisti agli studenti, con una particolare attenzione anche ai più piccoli. Con la “Scuola di architettura per bambini”, rivolta ai bambini dai 6 agli 11 anni, saranno proposti giochi e attività educative per imparare a riconoscere gli elementi dello spazio costruito che caratterizzano la vita quotidiana. Infine, tra gli appuntamenti in programma, anche la rassegna cinematografica Des rêves de vacance en béton, con i film documentari del regista Reinhold Jaretzky, dedicata al rapporto tra architettura, paesaggio e società nel contesto turistico. Il festival proseguirà nel 2025 e nel 2026 anche in territorio francese, grazie alla collaborazione tra i Ministeri della Cultura di Italia e Francia, nell’ambito del mese dell’architettura promosso da DRAC PACA. Le iniziative future si svilupperanno tra la Côte d’Azur e il dipartimento del Var, in collaborazione con la Maison de l’architecture et de la ville Provence-Alpes-Côte d’Azur. A Mentone e Hyères sono previsti una mostra e un convegno internazionale, che amplieranno il confronto transfrontaliero sull’eredità dell’architettura turistica del secondo dopoguerra.
Il programma completo è disponibile online sul sito www.abitarelavacanza.it.