Perché le gallerie cercano di partecipare alle fiere d'arte?


Questo articolo, comparso in origine sulla rivista spagnola Descubrir el Arte, ci aiuta a comprendere perché le gallerie cercano di partecipare più spesso alle fiere d'arte.

L’articolo che state leggendo nella mia traduzione è comparso in origine sulla rivista spagnola Descubrir el Arte: cliccando qui potete leggere l’originale, a firma di Sara Valverde. È un interessante contributo per comprendere i motivi per i quali le gallerie d’arte stanno cercando di aumentare la loro presenza nelle fiere d’arte contemporanea. Buona lettura!

L’ultimo giorno di DonostiArtean, abbiamo intervistato la direttrice della Galleria asturiana Van Dyck, Aurora Vigil-Escalera, che ci ha spiegato le nuove linee di condotta dei galleristi e il motivo per cui aspirano a partecipare alle fiere di arte contemporanea.

Dopo questi anni di crisi economica, il settore della cultura e in particolare il mercato dell’arte sono stati pesantemente colpiti sia nel numero delle vendite sia nel numero di visitatori delle gallerie. Per questo i galleristi hanno dovuto prendere in mano la situazione e rinnovarsi, per potenziare la diffusione degli artisti che sostengono, puntando sempre di più a partecipare a fiere d’arte, dove generalmente si contano cinquemila persone al giorno.

Un padiglione di DonostiArtean
Un padiglione di DonostiArtean

Anche la direttrice della Galleria Van Dyck è propensa a partecipare a questi eventi culturali: l’obiettivo è “divulgare e potenziare l’attività degli artisti” rappresentati e “trovare nuovi possibili collezionisti. In una fiera, che normalmente dura quattro o cinque giorni, si ha la possibilità di far conoscere i tuoi artisti e di vendere le loro opere in breve tempo”. Per questo motivo, Aurora Vigil-Escalera crede che “oggi le fiere occupino un ruolo fondamentale in questo settore”.

Malgrado ciò, l’aumento in Spagna dell’IVA al 21% ha causato un grosso problema ai galleristi spagnoli che partecipano alle fiere internazionali d’arte, poiché i clienti preferiscono comprare un’opera spagnola in una galleria straniera piuttosto che in una nazionale, “questo porta a una concorrenza spietata causandoci molti danni” fa presente Aurora Vigil-Escalera.

Opera di Rafael Canogar della Galleria Van Dyck
Opera di Rafael Canogar della Galleria Van Dyck
Di fronte a tali circostanze, i direttori delle gallerie hanno avviato una serie di attività e di programmi per offrire alternative a tutti i tipi di pubblico. “Bisogna adattarsi al presente. Se non si raggiunge il numero di vendite previste, bisogna trovare delle soluzioni e rinnovarsi, senza perdere l’entusiasmo né la consapevolezza che stai lavorando per qualcuno in cui credi” afferma la direttrice. Nel caso della Galleria Van Dyck, si cerca di variare molto spesso le opere esposte, per permettere al visitatore di vedere il maggior numero di opere realizzate dall’artista “protagonista” del momento. Inoltre, durante ogni inaugurazione, viene richiesto all’artista di essere presente e di interagire col pubblico mediante conferenze e laboratori. “Bisogna creare nuove iniziative per fare della galleria un luogo che attiri le persone. A me piace creare questo dialogo tra l’artista e il pubblico che ha voglia di imparare”, ci racconta la direttrice.

Per il 2015, la Galleria Van Dyck spera di portare avanti i progetti previsti, come ad esempio la partecipazione a due fiere nazionali e a due internazionali. Inoltre, continuerà a sostenere i giovani attraverso un’esposizione annuale, che si tiene il 15 agosto, appoggiata da artisti affermati come Rafael Canogar, che attraverso una sua retrospettiva nella stessa galleria, aiutò anche a far conoscere opere di artisti emergenti.


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Ilaria Baratta

L'autrice di questo articolo: Ilaria Baratta

Giornalista, sono co-fondatrice di Finestre sull'Arte con Federico Giannini. Sono nata a Carrara nel 1987 e mi sono laureata a Pisa. Sono responsabile della redazione di Finestre sull'Arte.

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