Dopo oltre dieci anni, riapre a Torino il Museo Regionale di Scienze Naturali


Sabato 13 gennaio 2024 riapre, dopo oltre dieci anni di chiusura, il Museo Regionale di Scienze Naturali di Torino, uno dei musei più amati dai piemontesi. 

Dopo oltre dieci anni di chiusura dovuta agli interventi resi necessari a seguito dell’incendio avvenuto nell’agosto 2013 che ha danneggiato parte dell’edificio e dopo numerosi interventi infrastrutturali, di messa in sicurezza e di adeguamento, riapre sabato 13 gennaio 2024 il Museo Regionale di Scienze Naturali di Torino.

È uno dei musei più amati dai piemontesi. Nonostante i dieci anni di chiusura e a testimonianza dell’affetto che ancora lega il pubblico al ricordo delle esperienze vissute al suo interno, il museo è infatti risultato tra i ’musei del cuore’ citati in una indagine effettuata nella primavera del 2022 a oltre 5mila piemontesi dall’Associazione Abbonamento Musei. Gode di fama nazionale e internazionale per il valore delle collezioni che risalgono alla prima metà dell’Ottocento per il cui ripristino, tra adeguamento degli impianti di sicurezza e nuovi arredi, la Regione Piemonte ha investito oltre 8,3 milioni di euro, di cui buona parte a partire dal 2020. Di questi 2,3 milioni usati per la messa a norma degli impianti e l’agibilità tra il 2015 e il 2017 e 2 milioni per interventi impiantistici e edili necessari per il rilascio del certificato di agibilità dei locali dell’Arca, dello Storico Museo di Zoologia, della Crociera Manica Sud piano terreno e dei locali “Esposizione Permanente Paleontologia”.

Al Museo, dedicato alla conservazione e alla valorizzazione di reperti naturalistici oltre che alla divulgazione delle collezioni di storia naturale provenienti in parte dall’Università di Torino e in parte acquisite dal museo stesso, si accede dal portone di via Accademia Albertina 15. L’entrata è quella storica, che si aprì nel 1936 quando l’allora Museo di Storia Naturale, organizzato su diversi piani a Palazzo Carignano, fu trasferito all’interno del palazzo dell’Ospedale di San Giovanni per lasciare posto al Museo del Risorgimento.

“Quando ci siamo insediati il Museo Regionale era chiuso, i lavori bloccati, non c’erano le risorse per completarli e questo ha rappresentato per anni una ferita aperta per Torino e per il Piemonte”, hanno dichiarato il Presidente della Regione Alberto Cirio e gli assessori alla Cultura Vittoria Poggio e al Patrimonio Andrea Tronzano. “Abbiamo fatto un grandissimo lavoro per sbloccare quest’opera e ci siamo riusciti. Il cantiere è ripartito, abbiamo individuato le risorse per finanziare i lavori e oggi riapriamo finalmente uno dei luoghi più amati dai piemontesi. Siamo orgogliosi dei risultati, il 2024 è l’anno della rinascita del Museo che torna a essere fruibile per cittadini, turisti, scuole e associazioni”.

Tra le novità del museo, due videomapping e un totem dotato di intelligenza artificiale generativa. Il nuovo percorso espositivo si è arricchito infatti d’installazioni multimediali e di esperienze immersive. Un video mapping interattivo è proiettato in loop, tutti i giorni, su uno schermo gigante di 15x6 metri al fondo della sala Arca delle Esplorazioni. L’altro, invece, direttamente sul corpo dell’elefante Fritz (compaiono proiettati, uno dopo l’altro, gli organi interni dell’icona del Museo). Il totem, all’interno del quale si trova l’avatar di Sir Alfred Russel Wallace, il padre della biogeografia con cui il visitatore potrà dialogare, sarà posizionato nella parte storica del Museo Regionale di Scienze Naturali.

Il rinnovato percorso espositivo si sviluppa su tre principali aree: Museo Storico di Zoologia, Arca delle Esplorazioni e Sala delle Meraviglie.

La prima sezione ospita esemplari ’naturalizzati’ e scheletri, offrendo al pubblico una visione della storia delle collezioni zoologiche conservate. Il Museo di Zoologia consente di esplorare la fauna dei cinque continenti e di vedere molti reperti ’naturalizzati’ che hanno più di duecento anni. Sono parte delle collezioni dell’Università degli Studi di Torino, lasciate in comodato d’uso alla Regione Piemonte. Centinaia di esemplari, risultato di ricerche e di viaggi sulle orme dei più importanti zoologi torinesi che, succedutisi alla Direzione del Museo, hanno arricchito le collezioni e formato generazioni di illustri studiosi. Prima di tutti, Franco Andrea Bonelli che, agli inizi dell’Ottocento viaggiò per l’Europa per acquistare pelli di animali da poter esporre: uno degli esemplari è un ippopotamo proveniente dal Capo di Buona Speranza e da lui comprato a Londra nel 1823.

Al centro del Museo di Zoologia si trova l’elefante Fritz, dono del Viceré d’Egitto ai Savoia nel 1827, allevato per anni nel serraglio della Palazzina di Caccia di Stupinigi. L’esemplare in pelle vera dell’animale è affiancato dal suo scheletro, preparato separatamente come da usanza.

I reperti, collocati nei grandi armadi storici restaurati, alcuni dei quali in noce massiccio lavorato, sono suddivisi geograficamente e raccontano la fauna dei diversi continenti. Dall’Oceania in cui sono presentati alcuni marsupiali come il vombato e il koala, alla Nuova Guinea che propone numerosi rappresentanti di ’uccelli del Paradiso’. Il percorso prosegue dall’America meridionale a quella settentrionale con numerose specie di pinguini, il condor delle Ande, il bradipo, il giaguaro e l’alligatore del Mississippi.

Anche le regioni italiane sono rappresentate. Ad esempio, la fauna delle Alpi è presente con la marmotta, l’ermellino, il camoscio, il capriolo, il picchio, il gufo, la lepre, il tasso, l’istrice e molto altro. Un’area è stata destinata a ospitare armadi storici recentemente trasferiti da Palazzo Carignano e restaurati per ospitare una collezione molto significativa: gli scheletri del Museo di Anatomia comparata dell’Università di Torino.

La seconda sezione è dedicata ai viaggi naturalistici che nel corso del tempo hanno contribuito all’arricchimento delle collezioni. Visitabile nel nuovo percorso espositivo è l’Arca, già progettata dall’architetto Andrea Bruno sul finire degli anni Novanta del secolo scorso e inaugurata nel 2000. La struttura espositiva che evoca una nave ha generato lo spunto per sviluppare la tematica del viaggio, in particolare di quello esplorativo che, nel succedersi dei decenni, ha portato all’arricchimento delle collezioni del museo torinese. Al centro di questa sezione si erge lo scheletro di una balenottera spiaggiata a Bordighera a metà dell’Ottocento.

Nella Sala delle Meraviglie i visitatori possono invece ammirare una selezione della ricchezza e della varietà dei reperti di proprietà sia dell’Università sia della Regione Piemonte. Dal grande, come come i due modelli di mastodonte e di rinoceronte, al piccolo, come alcuni insetti che sono espressione di una enorme varietà di forme, declinata attraverso un’esposizione della diversità di coleotteri e lepidotteri. Inoltre la foglia diventa protagonista di un’infinita varietà di linee così come i cristalli, con i colori e forme della rodocrosite, dell’azzurrite, dell’eblaite, del quarzo ematoide sino ad alcuni gioielli nel campo del collezionismo mineralogico provenienti dalla val d’Ala e dalle miniere di Brosso e Traversella.

Per la riapertura, il Museo Regionale di Scienze Naturali ospita fino al 2 febbraio 2024 Porte aperte alla scienza, un programma culturale organizzato da Fondazione Circolo dei lettori e Regione Piemonte. Il 19 e 26 gennaio e il 2 febbraio si terranno talk su scienza e arte, curati da Luca Beatrice.

In occasione della nuova apertura al pubblico il museo sarà a ingresso gratuito dal 13 gennaio al 2 febbraio 2024. Prenotazione online. Per info è possibile visitare il sito https://mrsntorino.it/

Foto di Simone Benso.

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