Francia, importante scoperta a Melun: spunta un intero quartiere dell'antica Metlosedum


Nel cuore di Melun, in Francia, sono stati portati alla luce i resti di un quartiere gallo-romano con domus, cantine, pozzi e infrastrutture idriche. Il sito è stato eccezionalmente aperto al pubblico il 14 giugno per le Giornate Europee dell’Archeologia.

A Melun, nel dipartimento di Senna e Marna (Francia), è riemerso un importante angolo di storia antica. Un’équipe dell’INRAP, l’Istituto Nazionale di Ricerche di Archeologia Preventiva, in collaborazione con il Servizio di Archeologia Dipartimentale (SDASM), ha avviato importanti scavi nel cortile dell’ex Scuola Magistrale, in previsione della costruzione di un nuovo complesso scolastico. L’operazione interessa una superficie di 3.500 m² nel centro cittadino, un’area già nota per la sua densità storica.

Questa campagna di scavi ha portato alla luce i resti di un quartiere gallo-romano, che è in grado di offrire uno spaccato inedito della vita quotidiana nella città di Metlosedum, antico nome latino dell’attuale Melun, sviluppatasi tra il I secolo a.C. e il III secolo d.C. Il pubblico ha potuto visitare il sito sabato 14 giugno, in occasione delle Giornate Europee dell’Archeologia.

Scavi di Melun, vista aerea. Foto: INRAP
Scavi di Melun, vista aerea. Foto: INRAP
Scavi di Melun, vista aerea. Foto: INRAP
Scavi di Melun, vista aerea. Foto: INRAP
Scavi di Melun, vista aerea. Foto: INRAP
Scavi di Melun, vista aerea. Foto: INRAP
Scavi di Melun, vista aerea. Foto: INRAP
Scavi di Melun, vista aerea. Foto: INRAP

Metlosedum: crocevia di civiltà nella Gallia romana

L’insediamento di Metlosedum si sviluppava in un’area strategica, all’intersezione di vie fluviali e terrestri, su entrambe le sponde della Senna. Integrata nel territorio dei Senoni, popolo gallico la cui capitale era Sens, Metlosedum rappresentava un importante nodo urbano al confine con i territori dei Parisii, Meldi e Carnuti. Sotto l’imperatore Augusto, la città fu annessa alla provincia romana della Gallia Lugdunense.

L’odierna Melun si trova a circa 40 chilometri a sud-est di Parigi, nel meandro della Senna tra gli altopiani della Brie e del Gâtinais. In epoca antica, l’area urbana si estendeva in particolare sull’isola di Saint-Étienne e sulla riva sinistra del fiume.

Cantina a 2,20 m di profondità © Hamid AZMOUN, Inrap
Cantina a 2,20 m di profondità © Hamid AZMOUN, Inrap
Cantina a 2,20 m di profondità © Hamid AZMOUN, Inrap
Cantina a 2,20 m di profondità © Hamid AZMOUN, Inrap

La città antica sotto le strade moderne

Il sito oggetto degli scavi si inserisce in un grande isolato urbano collocato nella zona occidentale dell’antica Melun. È delimitato a nord dalla rue de Belle Ombre, sotto la quale correva il decumano (strada est-ovest), e a est dalla rue de Dammarie, tracciato corrispondente al cardo (strada nord-sud). Un secondo cardo, oggi non conservato, correva a ovest e parte del suo tracciato è stato scoperto negli scavi in corso e in precedenti indagini.

Due grandi edifici sono stati identificati nell’area. A ovest, un edificio rettangolare di almeno 700 m² presenta una planimetria articolata attorno a un ampio cortile centrale. Le sue murature sono in gran parte scomparse, ma le murature e le fondamenta in pietra e malta di calce delineano ancora chiaramente il suo impianto.

Al suo interno, è stata rinvenuta una cantina profonda 2,20 m, realizzata con notevole cura: pareti intonacate con malta, piccole nicchie quadrangolari e una scala a tre rampe che consentiva l’accesso. Una finestra seminterrata e il ritrovamento di un tamburo di colonna indicano un livello architettonico sofisticato, coerente con una domus appartenente a una famiglia agiata.

Circa 40 metri più a est, un secondo gruppo edilizio si estende su circa 600 m². I resti risultano frammentari a causa di interventi moderni, ma includono almeno un edificio (forse due) e una struttura di combustione quadrangolare formata da tegole piatte e affiancata da condotti idrici in terracotta, suggerendo la presenza di una cucina. Al centro, un ambiente scavato ospita canali di drenaggio e stratificazioni successive di occupazione.

Parete orientale della cantina rivestita con malta di calce e forata da uno sfiatatoio. © Hamid AZMOUN, Inrap
Parete orientale della cantina rivestita con malta di calce e forata da uno sfiatatoio. © Hamid AZMOUN, Inrap
Struttura di combustione quadrangolare formata da tegole piatte © Hamid AZMOUN, Inrap
Struttura di combustione quadrangolare formata da tegole piatte © Hamid AZMOUN, Inrap

Pozzi, cantine e spazi aperti

Tra le due aree edificate si estende un ampio spazio aperto punteggiato da fosse destinate allo stoccaggio, piccole cantine non murate e pozzi rivestiti in pietrisco calcareo. Finora, sono stati identificati otto pozzi antichi, testimonianza dell’intensa attività quotidiana. Le buche per pali con pietre di incuneamento fanno ipotizzare una architettura mista, con elementi in materiale deperibile come legno e argilla. Al momento, non sono state rinvenute evidenze dirette di attività artigianali, ma l’articolazione degli edifici suggerisce un quartiere residenziale di alto livello.

I dati finora raccolti non permettono ancora di determinare se i due complessi edilizi appartengano a domus distinte oppure costituiscano un’unica proprietà. In quest’ultimo caso, si tratterebbe di una struttura residenziale eccezionale, estesa su oltre 2.000 m², simile per ampiezza e qualità edilizia alla domus scoperta nel 2008 in Place Lucien-Auvert.

Gli scavi hanno rivelato anche una testimonianza più recente: una rete di rifugi a zigzag risalenti alla Seconda Guerra Mondiale, realizzate per offrire riparo agli alunni e al personale dell’allora Scuola Magistrale in caso di attacchi aerei. In uno di questi tratti è stato rinvenuto un elmetto Adrian, modello 1926, elemento evocativo della storia più recente sovrapposta all’eredità romana.

Vista aerea degli scavi di Melun (Metlosedum), giugno 2025. Spazio aperto all'interno del quale si trovano numerose strutture cave, fosse di stoccaggio e piccole cantine non murate, nonché pozzi rivestiti con rivestimenti di pietrisco calcareo grezzo.
Vista aerea degli scavi di Melun (Metlosedum), giugno 2025. Spazio aperto all’interno del quale si trovano numerose strutture cave, fosse di stoccaggio e piccole cantine non murate, nonché pozzi rivestiti con rivestimenti di pietrisco calcareo grezzo.
Scavi di Melun
Scavi di Melun
Scavi di Melun
Scavi di Melun

Un sito aperto al pubblico per le Giornate Europee dell’Archeologia 2025

In occasione delle Giornate Europee dell’Archeologia, il sito è stato aperto al pubblico sabato 14 giugno dalle 10 alle 17. Il pubblico ha avuto la possibilità di incontrare gli archeologi dell’INRAP, del SDASM e del Servizio archeologico municipale, e scoprire non solo i ritrovamenti, ma anche le tecniche e le sfide della ricerca archeologica urbana.

La visita ha così offerto ai cittadini e ai curiosi un’occasione unica per immergersi nella storia di Melun e per comprendere l’importanza della tutela preventiva del patrimonio nel contesto di progetti edilizi contemporanei.


Se ti è piaciuto questo articolo abbonati a Finestre sull'Arte.
al prezzo di 12,00 euro all'anno avrai accesso illimitato agli articoli pubblicati sul sito di Finestre sull'Arte e ci aiuterai a crescere e a mantenere la nostra informazione libera e indipendente.
ABBONATI A
FINESTRE SULL'ARTE



MAGAZINE
primo numero
NUMERO 1

SFOGLIA ONLINE

MAR-APR-MAG 2019
secondo numero
NUMERO 2

SFOGLIA ONLINE

GIU-LUG-AGO 2019
terzo numero
NUMERO 3

SFOGLIA ONLINE

SET-OTT-NOV 2019
quarto numero
NUMERO 4

SFOGLIA ONLINE

DIC-GEN-FEB 2019/2020
Finestre sull'Arte