Firenze, due opere di Borrani e Ussi arricchiscono la Galleria dell'Accademia


Un dipinto mai esposto di Odoardo Borrani, proveniente dalla GNAM di Roma, e un’opera di Stefano Ussi dell’Accademia delle Arti del Disegno entrano nel percorso della Gipsoteca della Galleria dell’Accademia di Firenze, rinnovando l’allestimento e il dialogo con la storia del museo.

La Galleria dell’Accademia di Firenze rinnova parte del proprio allestimento espositivo con due opere dell’Ottocento toscano: La Galleria dei quadri antichi di Odoardo Borrani (Pisa, 1833 – Firenze, 1905) e Interno con odalisca di Stefano Ussi (Firenze, 1836-1922). Entrambi i dipinti, finora mai esposti al pubblico, si inseriscono nel percorso museale della Gipsoteca, contribuendo ad approfondire la relazione tra l’Accademia di Belle Arti, le sue collezioni e gli artisti che si sono formati nei suoi ambienti.

“Il deposito a lungo termine del dipinto di Odoardo Borrani La Galleria dei quadri antichi alla Galleria dell’Accademia rappresenta un’occasione significativa per approfondire e restituire al pubblico un importante capitolo della storia del nostro museo e dell’allestimento ottocentesco delle sue sale”, commenta Massimo Osanna, Direttore Generale Musei. “Allo stesso tempo, è un esempio virtuoso di collaborazione tra istituzioni museali pubbliche, che condividono la responsabilità di valorizzare e rileggere insieme un patrimonio comune. Ringrazio la Direttrice della Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma, Renata Cristina Mazzantini, per aver reso possibile, con piena disponibilità e spirito di collaborazione, questo progetto di valorizzazione e di recupero di una memoria storica che arricchisce la narrazione della Galleria dell’Accademia”.

Odoardo Borrani, La Galleria dei quadri antichi
Odoardo Borrani, La Galleria dei quadri antichi

“L’esposizione dei dipinti di Borrani e dell’Aconzio all’ingresso della Gipsoteca”, commenta Giulia Coco, Funzionario storico dell’arte, nonché curatrice delle collezioni ottocentesche della Galleria dell’Accademia di Firenze, “vuole introdurre il visitatore allo straordinario salone dell’Ottocento e alle origini della Galleria dell’Accademia, mostrando il legame fisico, oltre che artistico, storico e culturale, che dalla fine del Settecento esiste tra il nostro museo e l’Accademia di Belle Arti. La rara testimonianza di vedute e scorci della Galleria nel tardo Ottocento offre, infatti, al visitatore la possibilità di approfondire e migliorare la conoscenza e la comprensione delle origini di un museo complesso e diversificato, come è la Galleria dell’Accademia di Firenze, attraverso la visione diretta di fonti iconografiche di prima mano”.

“L’Accademia delle Arti del Disegno è grata che un’opera della sua collezione sia ospitata in modo permanente nel percorso museale della Galleria dell’Accademia”, ha commentato Cristina Acidini, Presidente dell’Accademia delle Arti del Disegno, “a cui ci uniscono l’origine e la comune storia così come l’impegno nella conservazione e valorizzazione del nostro patrimonio artistico”.

Odoardo Borrani, La Galleria dei quadri antichi
Odoardo Borrani, La Galleria dei quadri antichi

Il primo dei due dipinti, realizzato da Odoardo Borrani, arriva in deposito a lungo termine dalla Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma. L’opera, La Galleria dei quadri antichi, è ora esposta nel transetto sinistro del museo, all’ingresso della Gipsoteca, in dialogo diretto con un’altra tela dello stesso autore: Alla Galleria dell’Accademia, acquisita dallo Stato Italiano nel 2003 e già presente nella collezione fiorentina. Le due composizioni restituiscono visivamente gli ambienti interni della Galleria dell’Accademia com’erano alla fine dell’Ottocento, mostrando al tempo stesso la funzione formativa e il ruolo di esposizione pubblica che il museo rivestiva fin dalle sue origini.

Voluta nel 1784 dal granduca Pietro Leopoldo di Toscana come estensione dell’Accademia di Belle Arti, la Galleria dell’Accademia nasce con una vocazione didattica, pensata per offrire agli studenti l’opportunità di confrontarsi con opere d’arte del passato. A partire dal XIX secolo, la Galleria assunse però anche il carattere di spazio aperto al pubblico, dapprima a una cerchia ristretta e poi a un pubblico sempre più ampio. L’intento fu quello di avvicinare i visitatori alla produzione contemporanea, ospitando le opere realizzate dai giovani artisti più promettenti dell’Accademia: vincitori di concorsi triennali o destinatari di borse di studio per approfondimenti fuori dalla Toscana, in particolare a Roma.

Nuovo allestimento del transetto sinistro alla Galleria dell’Accademia. Foto: Guido Cozzi
Nuovo allestimento del transetto sinistro alla Galleria dell’Accademia. Foto: Guido Cozzi

Nel dipinto di Borrani Alla Galleria dell’Accademia, lo spettatore può riconoscere alcuni dei gessi conservati nella Gipsoteca, tra cui la scultura di Ulisse Cambi, Aconzio che scrive il nome dell’amata Cidippe (1835). La collocazione della scultura nella stessa posizione raffigurata nella tela dell’artista pisano sottolinea la coerenza dell’allestimento e rafforza il legame tra le opere storiche e la loro rievocazione pittorica. La scelta di esporre oggi anche La Galleria dei quadri antichi completa idealmente la ricostruzione visiva della funzione e dell’identità della Galleria nei suoi primi decenni.

L’intervento di riallestimento ha inoltre offerto l’occasione per portare alla luce un altro dipinto ottocentesco mai presentato al pubblico: si tratta di Interno con odalisca, realizzato da Stefano Ussi. L’opera, appartenente all’Accademia delle Arti del Disegno e concessa in deposito alla Galleria dell’Accademia da molti anni, proviene dal lascito testamentario della moglie del pittore, Linda Salimbeni Ussi. Nonostante la sua presenza nei depositi del museo, la tela non era stata fino ad ora inclusa nel percorso espositivo. Ussi realizzò l’opera nel contesto dei suoi viaggi in Nord Africa e nel Vicino Oriente. Il pittore aveva infatti preso parte alla spedizione italiana incaricata di documentare l’inaugurazione del Canale di Suez nel 1869 e visitò successivamente il Marocco nel 1875, in compagnia di Edmondo De Amicis e Cesare Biseo. Il dipinto rientra nella sua produzione orientalista, corrente molto apprezzata nella seconda metà dell’Ottocento, in cui elementi di osservazione diretta si univano a una rappresentazione idealizzata e spesso teatrale degli ambienti e dei personaggi. La Gipsoteca della Galleria dell’Accademia ospita infatti numerosi lavori di artisti toscani che, come Borrani e Ussi, si formarono tra le aule dell’Accademia di Belle Arti e parteciparono attivamente alla vita culturale del tempo. Tra questi, si annoverano figure come Luigi Mussini, Eugenio Prati e Silvestro Lega. Le loro opere, spesso esito di premi ottenuti in occasione dei concorsi accademici, rappresentano un patrimonio che testimonia la vivacità della produzione artistica legata all’istituzione fiorentina e la sua apertura verso una dimensione nazionale e internazionale.


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