Silvestro Lega, vita, opere e stile del più intimo dei macchiaioli


Silvestro Lega è stato uno dei principali esponenti del gruppo dei macchiaioli, il più intimo e delicato. La vita, le opere, lo stile.

Silvestro Lega (Modigliana, 1826 – Firenze, 1895) è stato uno dei principali esponenti del gruppo dei Macchiaioli, dei quali riprende le innovazioni dal punto di vista cromatico e i contorni ben definiti dei disegni, ma ne rimane distaccato per quel che riguarda la tematica dei suoi dipinti. Nelle opere più famose di Silvestro Lega, infatti, vengono riprodotte scene quotidiane semplici ed intime, pervase di calma e tranquillità.

Artista dalla vita tormentata, Silvestro Lega fu anche pittore colto, capace di numerosi riferimenti all’arte antica, in particolare a quella del Rinascimento, e di affrontare i suoi soggetti creando composizioni dall’intonazione realistica, domestica, ravvivate da vibranti effetti di luce e atmosfera (con i quali dimostrò anche un’inaspettata vicinanza agli impressionisti, che avrebbe conosciuto piuttosto tardi e che avrebbe apprezzato: leggi qui un approfondimento sull’arrivo della pittura impressionista in Italia).

Silvestro Lega, Autoritratto (1856-1860; olio su tela, 12 x 9,5 cm; Firenze, Gallerie degli Uffizi)
Silvestro Lega, Autoritratto (1856-1860; olio su tela, 12 x 9,5 cm; Firenze, Gallerie degli Uffizi)

La vita di Silvestro Lega

Silvestro Lega nacque l’8 dicembre 1826 nella Romagna Toscana. Era figlio delle seconde nozze tra il padre Antonio Lega e Giacoma Mancini. La prima moglie di Antonio Lega era infatti morta di parto dopo avergli dato nove figli in dodici anni. Giacoma Mancini, invece, era una delle serve in casa Lega, e nonostante una provenienza umile viene ricordata come una donna molto intelligente, che si preoccupava affinché i figli ricevessero un’ottima educazione. Non sono rimaste molte notizie della fanciullezza di Silvestro Lega, si sa per certo che nel 1838 si iscrisse al Collegio dei Padri Scolopi di Modigliana, e in quegli anni esplose la sua passione per la pittura, non trovando particolare interesse nello studio. A diciassette anni riuscì a trasferirsi a Firenze, mosso dal desiderio di vivere in una città fervida dal punto di vista artistico e staccarsi dalla famiglia e dai problemi economici. Si iscrisse all’Accademia delle Belle Arti e fece un eccellente percorso di studi, riconoscendo egli stesso di non essere più un dilettante ma di accostarsi all’arte padroneggiandone le regole. Parallelamente, iniziò a trovare l’impostazione accademica troppo rigida e mortificante, così decise di abbandonare l’Accademia per seguire le lezioni private del purista Luigi Mussini, nel 1845 circa.

Nel frattempo, Lega si fece coinvolgere dai fermenti risorgimentali legati alle idee di Mazzini, complice probabilmente l’attivismo a Modigliana del prete don Giovanni Verità e, preso dall’entusiasmo, si arruolò volontario nella guerra contro l’Austria. L’impegno militare rallentò la sua attività artistica. Al ritorno dal fronte, Lega riprese a dipingere a pieno ritmo, soffermandosi ancora su modi puristi. Tuttavia egli iniziava a non essere più soddisfatto degli insegnamenti di Mussini, lamentando in una celebre frase che “facevamo dei progressi ma tutti nella parte disegnativa, perché di colore ne sapevamo poco tutti e due”. Lasciò il suo studio e passò a dipingere con Antonio Ciseri, pittore realista con il quale fece ulteriori passi avanti in questo senso.

Verso la fine degli anni Cinquanta, tuttavia, Lega iniziò a frequentare il Caffè Michelangiolo. In questo bar di Firenze erano soliti ritrovarsi alcuni pittori accomunati dal rifiuto dei modi tradizionali impartiti dall’accademia, per discutere animatamente di diversi argomenti. Qui si formò il gruppo dei Macchiaioli. Ma Lega, pur riconoscendo nella loro teoria e nei loro lavori degli spunti di novità interessanti, preferì mantenersi distante dal gruppo non gradendo i loro modi chiassosi e goliardici, e soprattutto trovando sterili le loro rivendicazioni riguardanti la libertà creativa poiché molto aleatorie. 

Gli attriti con i Macchiaioli portarono tuttavia Lega ad un periodo di crisi artistica, in cui iniziò a dubitare delle sue certezze e prese a ragionare su modi della sua pittura, iniziando a considerare che potessero essere ormai superati. Decise di ritirarsi a Modigliana, il suo paese natale, per dipingere in solitaria, dedicandosi ad alcuni ritratti. Questo periodo di riflessione gli fece riacquistare la certezza in sé stesso. Nel 1859 Lega tornò nuovamente alle armi partecipando come artigliere nella seconda guerra d’indipendenza, e una volta rientrato a Firenze si mostrò più amichevole con il gruppo di artisti del Caffè Michelangiolo. Questo periodo di rinnovata serenità corrispose ad un salto di qualità nella sua pittura, evidente in alcuni dipinti con episodi del Risorgimento che l’artista eseguì nel 1859 per un concorso. Con il denaro guadagnato grazie a questi dipinti, Lega si stabilì in una nuova dimora nel quartiere di Santa Caterina, dove soggiornavano altri artisti tra cui Giovanni Fattori. In questo stesso periodo, tra la fine degli anni Cinquanta e la metà degli anni ‘60 del 1800, il pittore seguì i Macchiaioli nelle loro sessioni di pittura all’aria aperta a Piagentina, nei pressi di Firenze, e rimase estasiato dall’esperienza. 

Da quel momento, Lega iniziò a vivere un periodo produttivo e soprattutto sereno a livello personale, inoltre durante una sessione di pittura all’aria aperta conobbe la famiglia Batelli, con cui instaurò un rapporto di amicizia. Le condizioni economiche di Lega erano tornate ad essere instabili, e i Batelli gli proposero di trasferirsi in casa loro e continuare a dipingere. Durante il soggiorno, Lega si invaghì di Virginia, la figlia maggiore dei Batelli rientrata nella casa paterna dopo la fine del suo matrimonio, e l’unione tra i due venne approvata dalla famiglia con grande piacere. Il pittore, sentendosi più tranquillo, prese a lavorare alacremente ad una cospicua serie di dipinti. Purtroppo la serenità di Lega non durò moltissimo, infatti nel 1870 l’amata sposa venne a mancare a causa della tisi e nel frattempo vi furono altri lutti nella famiglia Batelli. Questi eventi fecero sprofondare Lega in una profonda tristezza ed ebbe un’altra crisi artistica, causata anche da alcune critiche ricevute dall’amico macchiaiolo Telemaco Signorini.

Circa nove anni dopo, però, grazie all’aiuto di alcuni amici e sostenitori Lega riuscì ad uscire dallo stato oscuro in cui si trovava e tornò a dipingere in maniera prolifica, partecipando a diverse esposizioni e incrementando la propria vita sociale. Tra le amicizie più importanti di questo periodo si segnala quella con il pittore Arnold Böcklin, che Lega per altro volle ritrarre. Trascorse serenamente gli ultimi anni di vita e morì il 21 settembre 1895 a Firenze, nell’Ospedale di San Giovanni di Dio. Le sue spoglie sono conservate nel cimitero di Modigliana, dove è stato collocato un suo busto realizzato da Cesare Fantacchiotti.

Silvestro Lega, L’incredulità di san Tommaso (1851; olio su tavola, 100 x 75,5 cm; Modigliana, Pinacoteca Comunale Silvestro Lega)
Silvestro Lega, L’incredulità di san Tommaso (1851; olio su tavola, 100 x 75,5 cm; Modigliana, Pinacoteca Comunale Silvestro Lega)
Silvestro Lega, David che calma i furori di Saul con l'arpa (1852; olio su tela, 133 x 174 cm; Firenze, Galleria dell'Accademia)
Silvestro Lega, David che calma i furori di Saul con l’arpa (1852; olio su tela, 133 x 174 cm; Firenze, Galleria dell’Accademia)
Silvestro Lega, Un'imboscata di bersaglieri italiani in Lombardia (1861; olio su tela; Firenze, Galleria d'Arte Moderna di Palazzo Pitti)
Silvestro Lega, Un’imboscata di bersaglieri italiani in Lombardia (1861; olio su tela; Firenze, Galleria d’Arte Moderna di Palazzo Pitti)
Silvestro Lega, Ritratto di Giuseppe Garibaldi (1861; olio su tela, 111 x 78,4 cm; Modigliana, Pinacoteca Comunale Silvestro Lega)
Silvestro Lega, Ritratto di Giuseppe Garibaldi (1861; olio su tela, 111 x 78,4 cm; Modigliana, Pinacoteca Comunale Silvestro Lega)

Lo stile e le opere di Silvestro Lega

I dipinti di Silvestro Lega sono caratterizzati da disegni con contorni precisi, che vanno a creare composizioni ben definite ed organizzate nello spazio, e da colori chiari e limpidi. In generale, nella produzione di Lega si possono riscontrare cambiamenti di tema o stile collegabili con periodi più o meno fortunati nella sua vita. Inizialmente, in gioventù, il pittore italiano aderì allo stile purista, riportando la realtà sulla tela in maniera molto realistica aderendo agli insegnamenti di Luigi Mussini.

Al ritorno dall’arruolamento nei conflitti risorgimentali tra il 1848 e il 1849, la pittura di Lega continuava a collocarsi nell’ambito del purismo. Come si è visto in precedenza, Lega aveva tuttavia cambiato maestro iniziando a frequentare lo studio di Antonio Ciseri. Grazie ai suoi insegnamenti, Lega fece ulteriori progressi nell’organizzazione degli elementi nel dipinto così che la rappresentazione risultasse ancora più veritiera. Era stato lo stesso Ciseri a incoraggiarlo nella realizzazione di uno dei suoi primi dipinti: L’incredulità di san Tommaso (1851). Inoltre, Lega nel 1852 ottenne la vittoria al concorso triennale dell’Accademia di Firenze con il dipinto David che calma i furori di Saul con l’arpa (1852) decisamente purista sia nel tema che nello stile. L’esperienza militare e l’adesione alle idee risorgimentali tornano successivamente in alcune opere che ritraevano proprio scene in ambito bellico, tra cui Ritorno di bersaglieri italiani da una ricognizione, la perduta Ricognizione di cacciatori nelle Alpi e Un’imboscata di bersaglieri italiani in Lombardia, tutte datate al 1861 e caratterizzate sia da elementi realistici che da un innegabile sentimento patriota. Dello stesso anno peraltro è anche il Ritratto di Giuseppe Garibaldi, che dichiara la grande ammirazione di Lega per le sue gesta.

Poco tempo dopo, Lega si accostò al gruppo dei Macchiaioli soprattutto per quanto riguardava la pittura “en plein air” e l’utilizzo di macchie di colore accostate per creare luci ed ombre. Si distinse tuttavia dagli altri artisti del gruppo per il tono molto più pacato e sereno delle scene rappresentate. 

A seguito del suo fidanzamento con Virginia Batelli e frequentando la casa dei suoi genitori, Lega  viveva un momento personale molto sereno e realizzò moltissime opere, tra cui le due più celebri in assoluto, Il canto dello stornello (1867) e Il pergolato (1868). In questi dipinti, e in molti altri dello stesso periodo, Il pittore porta sulla tela scene quotidiane semplici, vissute con grande tranquillità dai protagonisti. Nonostante la leggerezza del tema, queste scene vengono restituite dall’artista con un evidente lirismo poetico, che le eleva come fossero importanti temi storici. Le opere di Lega, inoltre, catturano un momento di transizione importante per l’Italia, che nella seconda metà del 1800 si trovava ad essere un paese ancora sostanzialmente rurale e che si affacciava timidamente alla rivoluzione industriale.

Nel Canto dello stornello è raffigurato un momento ordinario delle famiglie borghesi, conferendogli un’aura poetica. Vi sono presenti tre donne, che altri non sono che le figlie Betelli tra cui Virginia, la sposa del pittore. Una di loro sta suonando il pianoforte e tutte e tre sono intente a cantare. Gli abiti delle ragazze risultano molto elaborati e sono rischiarati dalla luce che proviene dalla finestra e che si sofferma su alcuni dettagli, come le mani della pianista, il suo corpetto e la camicia bianca delle sorelle.

Il pergolato è senza dubbio il dipinto più conosciuto di Lega (leggi qui un articolo sull’opera). Inizialmente doveva intitolarsi Un dopo pranzo, titolo che avrebbe senz’altro spiegato ancora meglio la scena ritratta, ovvero il ritrovo della famiglia nel pergolato per il rito del caffè post-prandiale, una tradizione tipicamente italiana. Nella scena sono presenti solo figure femminili che conversano rilassate all’ombra del pergolato, mentre attendono l’arrivo della domestica con i caffè che, infatti, sta sopraggiungendo sulla destra. Molti sono i particolari presenti che rendono l’opera decisamente realistica, a partire dai vasi di piante disposti sul muretto davanti al quale sta passando la domestica, resi con accuratezza e dovizia di particolari, per arrivare alla campagna circostante, anch’essa decisamente aderente al vero, per concludere con le lunghe ombre che si proiettano sul pavimento del pergolato, che ricordano la luminosità calda e sorniona dei pomeriggi estivi. Addirittura, tra le fughe delle mattonelle, è possibile notare alcuni ciuffi di erba selvatica. In quest’opera, l’utilizzo dei colori brillanti e dei giochi di luce ed ombra è alla massima potenzialità e non a caso le figure sono tutte poste in controluce, un espediente che l’artista utilizza per far percepire anche allo spettatore la frescura che le ragazze cercando all’ombra della vegetazione.

Verso la conclusione della sua vita e, di conseguenza, della sua carriera artistica, lo stile di Silvestro Lega diventa invece molto più teso e frammentato, per via delle situazioni spiacevoli che l’artista si è trovato di nuovo ad affrontare dopo la perdita della moglie. Si veda come chiaro riferimento Contadinella sulla scala (1887-1890), dove la pacatezza dei dipinti precedenti lascia il posto a segni molto più “nervosi” e a colori cupi.

Silvestro Lega, Il canto dello stornello (1867; olio su tela, 158 x 98 cm; Firenze, Galleria d'Arte Moderna)
Silvestro Lega, Il canto dello stornello (1867; olio su tela, 158 x 98 cm; Firenze, Galleria d’Arte Moderna)
Silvestro Lega, Il pergolato (1868; olio su tela, 75 x 93,3 cm; Milano, Pinacoteca di Brera)
Silvestro Lega, Il pergolato (1868; olio su tela, 75 x 93,3 cm; Milano, Pinacoteca di Brera)
Silvestro Lega, Villa Batelli lungo l'Affrico (1863; olio su tavola, 43,4 x 79,3 cm; Viareggio, Istituto Matteucci)
Silvestro Lega, Villa Batelli lungo l’Affrico (1863; olio su tavola, 43,4 x 79,3 cm; Viareggio, Istituto Matteucci)
Silvestro Lega, Contadinella sulla scala (1887-1890; olio su tavola, 38 x 29,2 cm; Firenze, Galleria d'Arte Moderna)
Silvestro Lega, Contadinella sulla scala (1887-1890; olio su tavola, 38 x 29,2 cm; Firenze, Galleria d’Arte Moderna)
Silvestro Lega, La fienaiola (1890; olio su tela, 120 x 81,5 cm; Milano, Galleria d'Arte Moderna)
Silvestro Lega, La fienaiola (1890; olio su tela, 120 x 81,5 cm; Milano, Galleria d’Arte Moderna)

Dove vedere le opere di Silvestro Lega

La quasi totalità dei dipinti di Silvestro Lega è conservata in Italia. Si possono ammirare nella Pinacoteca Comunale Silvestro Lega a Modigliana (FC), il paese natio del pittore, le seguenti opere: L’incredulità di san Tommaso (1851), il Ritratto di Giuseppe Garibaldi (1860), e il Ritratto di don Giovanni Verità (1885).

Diversi dipinti sono conservati a Firenze, tra cui si ricordano nella Galleria degli Uffizi David che calma i furori di Saul con l’arpa (1852), il Canto di uno stornello (1867) e Contadinella sulla scala (1887-1890). Il dipinto più celebre in assoluto di Silvestro Lega, Il pergolato (Un dopo pranzo) (1868), è conservato nella Pinacoteca di Brera di Milano. Sempre a Milano, è possibile ammirare La fienaiola (1890) nella Galleria d’Arte moderna. Infine, nella Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma è conservato un dipinto di Lega dal titolo Il bindolo (1863).


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