L’artista brasiliano Eduardo Kobra (San Paolo del Brasile, 1975) debutta a Venezia con un progetto permanente che intreccia memoria storica, emergenza climatica e linguaggio visivo urbano. Il 7 giugno inaugura Arte Água Alta, un intervento murale di 80 metri quadrati che occuperà nove aperture su un edificio storico all’interno dello Spazio Thetis, complesso espositivo immerso nell’ex area industriale dell’Arsenale Nord. L’opera è concepita come un messaggio d’allerta, una narrazione visiva che affronta il problema dell’innalzamento dei mari e dell’inquinamento oceanico, elementi che da tempo mettono a rischio la stabilità ambientale e il futuro delle città costiere. Venezia, con la sua fragilità idrogeologica e il fenomeno ricorrente dell’acqua alta, rappresenta in modo emblematico questa condizione di precarietà.
“Colgo questa opportunità per trasmettere il messaggio urgente che l’umanità deve prendersi più cura del pianeta. Mi riferisco all’inquinamento degli oceani, che si stanno trasformando in mari di plastica, e alla crescente frequenza delle inondazioni”, sostiene Kobra.
“Kobra trasforma l’arte in uno strumento per comunicare una filosofia umanistica: un mondo unito senza confini, collegato dalla consapevolezza della bellezza e della sua fragilità”, aggiunge il curatore del progetto, l’artista Nicolas Fiedler. “Se questa non è la visione più adatta per dare vita al primo murale permanente su un’isola come Venezia, allora quale potrebbe essere? Durante questo periodo della Biennale di Architettura, la grandezza dell’iniziativa risiede non solo nella portata dell’installazione, ma anche nella sua enfasi sul contesto ecologico e sociale”, sottolinea il curatore.
Kobra, noto per i suoi murales monumentali che spesso veicolano messaggi sociali e civili, interviene su una superficie che in origine ospitava finestre. Ora quei vuoti architettonici diventano il supporto di un racconto visivo composto da nove elementi: ciascuno raffigura una scultura celebre del patrimonio veneziano, proiettata in un futuro allagato. L’allestimento, che si inserisce nel paesaggio urbano senza modificarne la struttura, dialoga con l’ambiente e con la Biennale di Venezia, di cui Spazio Thetis è partner e sede espositiva. Il progetto si distingue per l’accurata selezione dei soggetti, scelti tra i simboli più significativi della scultura pubblica della città. Tra le figure rappresentate da Kobra ci sono l’Atlante del mondo di Tiziano Aspetti, l’Adamo di Antonio Rizzo, la Statua equestre di Bartolomeo Colleoniscolpita da Andrea del Verrocchio, il Monumento a Daniele Manin di Antonio Dal Zòtto e il Monumento a Carlo Goldoni di Luigi Borro. Completano la composizione i Tetrarchi, San Marco, il Leone di San Marco e la statua di Sior Antonio Rioba, tutte opere di autori ignoti. Kobra immerge ciascuna figura in uno scenario alluvionato, in cui l’acqua sommerge o minaccia la base dei monumenti, trasformando l’opera in un avvertimento tangibile. L’opera è stata descritta della storica dell’arte Sabrina Badalucco, studiosa presso l’Accademia di Belle Arti di Brera, come “un grido visivo che, attraverso la bellezza, invoca l’etica e la responsabilità”.
Il risultato è un’installazione che mira a stimolare la riflessione attraverso il confronto diretto con l’arte e la memoria. Venezia, città che ha contribuito a definire l’identità visiva e culturale dell’Occidente, viene rappresentata come una realtà sospesa tra eredità storica e rischio imminente. L’utilizzo di figure scultoree, profondamente radicate nella topografia e nell’immaginario veneziano, rafforza il senso di urgenza trasmesso dall’opera. Spazio Thetis, sede dell’intervento, si configura come una cornice coerente per un progetto che affronta il tema della sostenibilità. Situato nel cuore di un’area un tempo occupata da attività industriali e oggi rigenerata a scopo culturale, lo spazio ospita una collezione permanente di arte contemporanea a cielo aperto, con un’attenzione particolare alle pratiche artistiche che interrogano il rapporto tra uomo, ambiente e paesaggio urbano.
Lo spazio è gestito da una società attiva nel settore dell’ingegneria ambientale e dello sviluppo sostenibile, elemento che rafforza la connessione tra il progetto artistico e le problematiche concrete del territorio. Inoltre, la visibilità dell’opera sarà amplificata dal contesto della Biennale di Venezia, in corso proprio nelle settimane successive all’inaugurazione. Grazie alla sua collocazione, il murale sarà facilmente raggiungibile anche per i visitatori internazionali che frequentano la mostra, in particolare attraverso il servizio traghetto che collega l’Arsenale alla sede di Thetis. La mostra sarà inaugurata sabato 7 giugno a partire dalle ore 18.00. L’accesso allo Spazio Thetis, nel sestiere di Castello, è gratuito e consentito dal lunedì al venerdì, dalle 10.00 alle 17.30. La sede è raggiungibile via motoscafo ACTV (linee 4.1, 4.2, 5.1 e 5.2) fino alle ore 18.00. In occasione dell’inaugurazione sarà attivo un servizio traghetto continuo che collegherà l’Arsenale della Biennale alla sede espositiva.
Eduardo Kobra è considerato una delle voci artistiche più influenti a livello internazionale per la capacità con cui affronta le questioni ambientali attraverso la street art. Nel 2022, l’artista è stato nominato ambasciatore dell’Organizzazione Mondiale della Sanità per un futuro più pulito. Nello stesso anno ha presentato a New York, proprio di fronte alla sede delle Nazioni Unite, un imponente murale che rappresenta un pianeta ecologicamente sano tramandato da padre in figlio: un’immagine simbolica che richiama l’attenzione sulla responsabilità intergenerazionale verso l’ambiente. Con quasi quattro decenni di carriera, Kobra ha lasciato il segno in tutti e cinque i continenti, con centinaia di opere diffuse tra Brasile e resto del mondo. Nato nel 1975 alla periferia di San Paolo, ha iniziato da giovanissimo dipingendo graffiti per strada. Con il tempo, ha affinato un linguaggio artistico personale e riconoscibile, fatto di colori accesi e contrasti audaci, raccontando storie di personaggi emblematici, eventi storici e temi sociali in murales di grandi dimensioni. La notorietà internazionale è arrivata con The Kiss, realizzato a New York: da lì in avanti, la sua attività non ha più conosciuto confini. Nel 2018 ha realizzato 20 murales in contemporanea nella metropoli americana, venendo nominato “newyorkese dell’anno” da una nota rivista locale.
Artista da record, è suo il più grande graffito murale al mondo, Kobra continua a essere coinvolto in iniziative a sfondo etico e sociale. Le sue opere su tela vengono esposte regolarmente in gallerie e musei negli Stati Uniti, in Italia, in Brasile e altrove. Nel 2023 la sua vita e il suo percorso artistico sono stati raccontati nel documentario Kobra Self-Portrait, diretto da Lina Chamie, vincitore del Gran Premio del Cinema Brasiliano. Fortemente convinto che l’arte possa generare cambiamento, ha fondato il Kobra Institute, con l’obiettivo di diffondere la cultura nelle periferie e sostenere progetti umanitari in collaborazione con realtà responsabili e impegnate nel sociale.