“Peggy Guggenheim: una donna gentile, aperta e semplice”. Parla Živa Kraus, artista, gallerista e collaboratrice di Peggy


Zcaron;iva Kraus, artista e gallerista croata, è stata negli anni Settanta assistente di Peggy Guggenheim. L'abbiamo intervistata per farci raccontare il suo rapporto con la grande collezionista americana.

Živa Kraus (Zagabria, 1945), artista e gallerista croata, trasferitasi in Italia fin da giovane, è stata a lungo assistente della grande collezionista statunitense Peggy Guggenheim. La conobbe a Venezia negli anni Sessanta, e nel 1973, dopo il suo trasferimento in città, Peggy la volle come sua assistente. Nel 1979, Živa Kraus ha fondato la galleria IKONA, che oggi ha sede in Campo del Ghetto Nuovo. Ha curato numerose mostre, ha avuto ruoli nell’ambito della Biennale di Venezia e ha lavorato insieme ad artisti di grande rilievo. Lunedì 9 settembre alle ore 16:30, nell’ambito del programma La continuità di una visione, Živa Kraus terrà un incontro alla Peggy Guggenheim Collection di Venezia, durante il quale ricostruirà la figura di Peggy con il racconto di aneddoti e ricordi personali. Per avere un anticipo del racconto, abbiamo raggiunto Živa Kraus e ci siamo fatti raccontare in breve il suo rapporto con Peggy Guggenheim. L’intervista è a cura di Ilaria Baratta.

Peggy Guggenheim (a sinistra) con Živa Kraus (a destra) a Venezia, Palazzo Venier dei Leoni, nel 1966
Peggy Guggenheim (a sinistra) con Živa Kraus (a destra) a Venezia, Palazzo Venier dei Leoni, nel 1966

IB. Nell’ambito del ciclo d’incontri Storie, organizzato dalla The Peggy Guggenheim Collection di Venezia, che intende raccontare la stessa Peggy Guggenheim attraverso personalità illustri, Lei narrerà durante il suo incontro di lunedì 9 settembre il Suo rapporto personale con la celebre collezionista entrata nella storia del Novecento come modello femminile di quell’epoca. Essendo stata nel 1973 assistente di Peggy, come definirebbe il Suo rapporto con lei? Qual è un ricordo che le salta subito alla mente ripensando a quel periodo?
ZK. Un rapporto semplice, gentile, senza mistificazioni. Tutto era naturale tra noi e all’interno della sua casa-museo ti sentivi libero nel movimento, tra le opere d’arte. A volte era un pò come trovarsi dentro al quadro stesso, con totale libertà, e poi guardavi fuori dalle finestre e là vedevi la città, Venezia.

Qual è il ricordo che ha di Peggy Guggenheim come donna?
Ricordo soprattutto la sua gentilezza, apertura, semplicità. Era sempre disponibile, felice di difendere suoi artisti e la sua collezione.

Nel 1979 ha fondato IKONA PHOTO GALLERY e dieci anni dopo, nel 1989, ha fondato IKONA VENEZIA International School of Photography. Quanto e come ha influito per queste decisioni la Sua conoscenza e il Suo rapporto con Peggy Guggenheim? Anche come pittrice si è confrontata con Peggy?
Quando sono arrivata a Venezia avevo già fatto la mia prima mostra personale e sapevo che unica cosa che mi interessava era esprimermi, per questo ho accettato di venire a Venezia proprio perchè sapevo che, essendo un’isola, significava anche isolamento e in un certo senso concentrazione. Ho fondato la galleria fotografica IKONA perchè non c’era nulla in città dedicato alla fotografia, per me era una sorta di imperativo categorico. Ho vissuto sempre al centro della creatività. Non ho mai mostrato il mio lavoro di pittrice a Peggy Guggenheim, ero là per la sua collezione e per essere utile nella sua casa-museo.

A Venezia ha studiato scenografia presso l’Accademia di Belle Arti, ha lavorato nello studio di Emilio Vedova, per Peggy Guggenheim e con Paolo Cardazzo per la Galleria Il Cavallino, ed è stata in varie occasioni anche coordinatrice di padiglioni nazionali e di eventi collaterali della Biennale di Venezia. Si potrebbe affermare dunque che abbia avuto un ottimo rapporto con la laguna? Quanto ha influito la città di Venezia nella Sua produzione artistica e in generale nel Suo lavoro sempre legato all’arte?
Il mio lavoro credo sia la risposta alla città, ho fatto solo il mio dovere e seguito ciò che avevo cominciato nel lontano 1979, cercando di dare il massimo valore all’immagine. Ho inaugurato più di quattordici sedi in città, ho usato tutta Venezia come una sorta di spazio espositivo dando vita a ciascuno di questi spazi. In arte l’unica cosa importante è l’opera e lo spazio è in funzione dell’opera. La mia galleria sarebbe differente se io l’avessi fondata in un’altra città, forse non si chiamerebbe nemmeno Ikona.

Živa Kraus nel 1997. Ph. Credit Arne Hodalić
Živa Kraus nel 1997. Ph. Credit Arne Hodalić


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Ilaria Baratta

L'autrice di questo articolo: Ilaria Baratta

Giornalista, sono co-fondatrice di Finestre sull'Arte con Federico Giannini. Sono nata a Carrara nel 1987 e mi sono laureata a Pisa. Sono responsabile della redazione di Finestre sull'Arte.

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