Il pittore spagnolo (ma napoletano d'adozione) José de Ribera, noto anche come Jusepe de Ribera o come lo Spagnoletto, dipinse questa intensa santa Maria Egiziaca nel 1641 (l'opera è datata e firmata in basso a destra), rappresentando la santa come una donna in là con gli anni, provata dalle sofferenze patite durante il suo periodo di meditazione e penitenza nel deserto.
Santa Maria Egiziaca è raffigurata a tre quarti (secondo un modo tipico di Ribera), coperta da uno spesso panno di lana, e immersa in un paesaggio roccioso, che richiama il deserto dove, secondo la tradizione, la santa meditò per diciassette anni. Davanti a lei, appoggiati su una roccia, vediamo il teschio (simbolo della riflessione dell'uomo sulla brevità della vita terrena, e di conseguenza sulla sua vanità) e un tozzo di pane: secondo il racconto, la donna avrebbe infatti portato con sé nel deserto tre pani, che sarebbero stati miracolosamente sufficienti a sostenerla durante tutto il suo periodo di penitenza.
Il forte realismo di Ribera, di matrice caravaggesca, non si perde in dettagli inutili, ma si concentra tutto sul corpo di Maria Egiziaca (si noti la cura con la quale il pittore rende le rughe sul corpo e sulle mani, oltre alle guance scavate la cui pelle aderisce agli zigomi), sulla sua espressione che è concentrata ma è tutt'altro che drammatica o teatrale, e sugli oggetti disposti in primo piano. Un dipinto molto crudo, dal quale però Ribera ha voluto tenere lontano qualunque accenno patetico. Il dipinto è oggi conservato a Montpellier presso il Musée Fabre.
20 aprile 2016
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