Il ritratto di Faustina Bordoni eseguito da Rosalba Carriera

La nota

2012, Diciassettesima puntata

Faustina Bordoni è stata una nota cantante, una delle più famose della sua epoca (tanto da essere soprannominata "la decima musa"), e oggetto di questo articolo è il ritratto che Rosalba Carriera fece di Faustina Bordoni: un ritratto ovviamente a pastello, la tecnica preferita di Rosalba Carriera che la rese celebre in tutta Europa e richiesta dai più prestigiosi committenti del continente.

Sulla base del confronto di due pastelli conservati a Dresda, il personaggio identificato è la famosa cantante Faustina Bordoni. La Bordoni, nota anche con svariati appellativi quali “la Faustina” o “la Decima Musa”, si pensa sia nata attorno al 1693 a Venezia, dove iniziò una brillante carriera teatrale che la porterà a calcare i palcoscenici dei più prestigiosi teatri non solo italiani ma anche europei. Nel 1731, a seguito del matrimonio con il compositore sassone Johann Adolf Hasse, si trasferì a Dresda, dove rimase fino al 1763, quando passò a Vienna e quindi nel 1775 fece ritorno a Venezia, dove morì il 4 novembre 1781. Numerosi sono i ritratti che le sono stati dedicati dai pittori contemporanei, compreso Anton Maria Zanetti il Vecchio, patriarca del collezionismo a Venezia e tra l’altro amico di Rosalba Carriera: su di lei Zanetti ci lascia alcune delle sue gustose caricature.

Anche Rosalba, come si ricava dal suo diario, raffigurò più volte la celebre virtuosa, amica intima della famiglia Carriera. Sebbene la serie dei suoi ritratti non sia rapportabile con estrema esattezza ai rapidi appunti personali, è possibile vedere l’inizio nel vivace pastello della Gemaldegalerie, in cui la contralto dal giovane volto appare in veste di Musa, che può essere riferito alle annotazioni del marzo 1724. Seguirebbe la vivace miniatura dell’Albertina, forse identificabile nel “ritratto in picciolo” iniziato dalla pittrice il 5 luglio 1725, quindi il pastello in questione di Ca’ Rezzonico, nel quale Faustina, presenta un aspetto più maturo. Il dipinto risalirebbe allora al 1739, periodo in cui la cantante soggiornò a Venezia, come riferisce Angela Carriera Pellegrini alla sorella pittrice Rosalba nel novembre dello stesso anno. In esso un tocco arioso e brillante convive sapientemente con una particolare saldezza delle forme, riuscendo a creare un immagine di intenso realismo. Conclude il ciclo un altro dipinto di Dreda, che presenta Faustina in un’età lievemente più avanzata, ascritto ai primi anni quaranta.

Sono notevolissimi, per numero e per qualità, i ritratti eseguiti da Rosalba nel corso di tutta la sua attività. L’arrivo a Parigi della virtuosa veneziana nel 1720, nel pieno dell’età Luigi XV ospite del banchiere e collezionista Crozat nel suo hotel di rue de Richelieu, segna una svolta importante nel suo percorso e nel mondo del ritratto in generale. Partita dalla pratica della miniatura, Rosalba sviluppa con originale precocità la tecnica del pastello come la si applicava in Italia centrale da parte del Volterrano, di Benedetto Luti e di Domenico Tempesti. Sotto il suo tocco i colori vaporosi e sfumati tipici di questa tecnica raggiungono effetti di raffinata eleganza, anni luce lontani di quelli della pomposa tradizione del ritratto accademico.

Come dimostra questo pastello, la pittrice continua ad affinare di volta in volta il proprio stile, con l’adozione di un punto di vista molto ravvicinato, spesso limitato soltanto alla testa e proponendo così un rapporto realmente diretto con il riguardante, fatto di sguardi sereni e sorrisi lievi. Grazie al progressivo sciogliersi della pittura e al preziosismo materico intriso di luce, Rosalba ci tramanda così l’essenza più intima e privata di un secolo così ricco e molteplice come il Settecento.

Giovanni De Girolamo








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