Oggi sono ricominciati gli interventi di sicurezza sui mosaici di San Marco a Venezia


Riprendono oggi i lavori urgenti sui mosaici pavimentali della Basilica di San Marco a Venezia danneggiati dalla catastrofica acqua alta del 12 novembre 2019.

Sono ripartiti oggi, dietro autorizzazione della Prefettura di Venezia, gli interventi di sicurezza sui mosaici pavimentali della Basilica di San Marco a Venezia, dopo la sospensione a causa dell’emergenza Covid-19. La Procuratoria di San Marco ha riavviato i lavori con l’osservanza di tutti i protocolli stabiliti a tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori. La Basilica rimane chiusa alle messe ed alle visite turistiche in attesa delle disposizioni sulle riaperture, ma gli interventi, che servono a rimuovere le efflorescenze saline e a proteggere i frammenti musivi in pericolo, sono cominciati oggi con una piccola squadra di 4 persone operanti in Basilica, che salirà a 6 nella giornata di martedì. Nelle settimane successive rientreranno altre maestranze. I lavori si sono resi necessari dopo l’evento alluvionale che il 12 novembre 2019 ha colpito Venezia danneggiando pesantemente anche la Basilica, che solo nel 1966 era stata invasa ai livelli del novembre scorso, e mai comunque con tanti estremi ripetuti: la cripta completamente sommersa, così come il nartece e l’intera pavimentazione fino all’altare della Madonna Nicopeia.

Quanto ai protocolli di sicurezza, la Procuratoria di San Marco fa sapere che sono stati attivati tutti i presidi necessari e le modalità operative (mascherine e sistemi di protezione, distanziamento, controllo della temperatura corporea in ingresso, turni differenziati) per tutelare la salute dei restauratori e garantire la massima sicurezza. Dalla direzione dei servizi tecnici della Procuratoria di San Marco, affidata all’architetto Mario Piana, dipendono lo “Studio di mosaico”, cui sono affidati la conservazione e il restauro del manto musivo e una equipe di operai restauratori per i lavori inerenti alla manutenzione degli immobili della fabbrica marciana e dei suoi beni mobili.

Per la Procuratoria, si tratta di un segnale importante per il riconoscimento della necessità e dell’urgenza degli interventi dei beni culturali, pur nel contesto delle disposizioni per la salvaguardia della salute. “Siamo particolarmente felici di questa possibilità”, dichiara il Primo Procuratore di San Marco, Carlo Alberto Tesserin. “Intanto possiamo riprendere l’intervento sul pavimento musivo che è quello che preoccupa maggiormente dopo la terribile Acqua Alta dello scorso novembre. Per la difesa della Basilica dalle acque alte future, ci sono due grandi progetti programmati e in parte finanziati, grazie all’impegno del Provveditorato alle OO PP del Triveneto ed alla Regione Veneto, che ha già attribuito alla Procuratoria dei fondi straordinari. Questi progetti prevedono procedure di autorizzazione e di affidamento complesse. Inoltre esse sono opere che in gran parte riguardano l’esterno della Basilica e dunque non dipendono solo da noi. All’interno della Basilica, dove possiamo operare con i nostri dipendenti e collaboratori, abbiamo ritenuto fosse fondamentale ripartire il prima possibile”.

“È stato appurato”, ricorda l’ingegnere Pierpaolo Campostrini, Procuratore di San Marco con delega ai Servizi Tecnici, “che il 60 per cento della pavimentazione in marmo della Basilica di San Marco, una pavimentazione oltre 2000 metri quadri, i cui pezzi più antichi risalgono al XI secolo, è da restaurare. Non possiamo dimenticare che oltre all’evento straordinario della notte del 12 novembre, lo scorso anno le maree hanno attanagliato la città da inizi novembre fino a Natale: i mosaici pavimentali, le murature in mattoni sono rimasti sotto acqua per giorni interi (la metà delle ore dell’intero mese). Il fenomeno della corrosione salina, in assenza di interventi specifici, continua inesorabile: il lavoro deve iniziare subito con la fase di messa in sicurezza, poi proseguirà per molto tempo”.

“L’acqua salata che impregna pavimenti e pareti evapora”, continua Campostrini, “ma rimangono i sali che fanno disgregare i mattoni, i marmi e gli intonaci su cui sono appoggiati i mosaici. Sono processi cumulativi e i danni aumentano con il passare del tempo. I fenomeni di sollevamento delle tessere musive sono stati importanti. Di qui l’esigenza di riavviare le operazioni il prima possibile. Credo che questa ripresa parziale dell’attività sia un bel segnale anche per tutto il settore dei Beni Culturali che sono un bene primario per il nostro Paese, che va tutelato anche nelle contingenze drammatiche che stiamo vivendo”.

Nel frattempo, la Procuratoria lavora per definire le procedure per affrontare la cosiddetta “fase 2”, quando si potrà riaprire al pubblico con ingressi contingentati e con le misure del caso.

Oggi sono ricominciati gli interventi di sicurezza sui mosaici di San Marco a Venezia
Oggi sono ricominciati gli interventi di sicurezza sui mosaici di San Marco a Venezia


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