Roma, la questione dello spostamento del Discobolo spiegata bene


A Roma nei giorni scorsi c’è stata un’accesa polemica per lo spostamento del Discobolo Lancellotti conservato al Museo Nazionale Romano, che da Palazzo Massimo andrà a Palazzo Altemps. I residenti dell’Esquilino hanno protestato, ma l’opera sarà comunque spostata finiti i lavori di sistemazione della nuova sede.

Una vivace polemica ha tenuto banco nei giorni scorsi a Roma: quella sullo spostamento del Discobolo Lancellotti, ovvero la più completa copia in marmo del Discobolo di Mirone, opera in bronzo realizzata nel V secolo a.C., e andata perduta in epoca imprecisata: l’opera marmorea, che risale al II secolo d.C., fu scoperta nel 1781 sull’Esquilino e deve il nome alla famiglia, i Lancellotti appunto, che per anni ne detennero la proprietà. Dal 1953, il Discobolo Lancellotti è conservato al Museo Nazionale Romano, che ha quattro sedi: Palazzo Massimo alle Terme, Palazzo Altemps, le Terme di Diocleziano e la Crypta Balbi. Oggi il Discobolo si trova a Palazzo Massimo, ma presto verrà trasferito a Palazzo Altemps.

Il museo andrà infatti incontro a un’importante opera di riordinamento, di cui su queste pagine abbiamo già parlato nel dettaglio: in breve, Palazzo Altemps diventerà luogo di approfondimento della storia del collezionismo delle antichità romane, mentre Palazzo Massimo ripercorrerà la storia della Roma imperiale. Nell’ambito di questa riorganizzazione, com’era stato spiegato quando furono presentati i lavori (a fine dicembre), il Discobolo lascerà Palazzo Massimo e andrà a Palazzo Altemps. “Come è noto”, ci ha spiegato il direttore dell’istituto, Stéphane Verger, “il Museo Nazionale Romano sta dando inizio al Grande progetto Urbs, reso possibile dal Piano Nazionale per gli investimenti Complementari al PNRR, che comprende non solo lavori di restauro degli edifici in cui ha sede il Museo, ma anche di ampliamento del percorso museale che ne valorizzerà al meglio lo straordinario patrimonio. Numerosi sono gli interventi che riguardano tutte le sedi ma che, in particolare, si inseriscono nell’importante intervento di riqualificazione della zona della StazioneTermini che vede coinvolti Roma Capitale, Grandi Stazioni e altri istituti del Ministero della Cultura. Alle Terme di Diocleziano riapriranno le Grandi Aule dalla I alla VII, chiuse da decenni, e le gallerie superiori dei chiostri della Certosa; a Palazzo Massimo si prevede la copertura del cortile interno, che diventerà un grande spazio espositivo: l’offerta culturale sarà sensibilmente arricchita, con la creazione di una vera e propria isola della Cultura di fronte alla Stazione Termini. Durante lo svolgimento di questi lavori, che porteranno inevitabilmente a chiusure delle sedi, anche parziali, è stato dato il via al progetto Depositi (ri)scoperti che, dopo le prime esposizioni presso le Terme di Diocleziano, si estende ora al di fuori del Museo Nazionale Romano grazie alla collaborazione della Direzione Regionale Musei Lazio: la terza tappa di questo progetto è attualmente in mostra presso il Museo delle Navi di Nemi e continuerà prossimamente presso il Museo Archeologico di Sperlonga”.

Contro lo spostamento ha protestato però il coordinamento dei residenti delle zone Esquilino e Castro Pretorio, che non vogliono vedersi privare di una delle opere-simbolo di quest’area di Roma (Palazzo Altemps dista da qui due chilometri e mezzo, una passeggiata di poco più di mezz’ora). “Dopo la chiusura del Museo d’Arte Orientale, avvenuta nel 2017, stiamo assistendo a un’altra operazione controversa e di fatto punitiva nei confronti di questo settore di Roma Capitale che ha status di Sito Unesco”, hanno detto i residenti al quotidiano Roma Today. “Il trasloco delle statue-simbolo di Palazzo Massimo viene infatti giustificato con la necessità di ‘intercettare i flussi turistici sul percorso più importante del centro storico’, dimenticando che la Stazione Termini vede passare ogni giorno 480mila persone tra romani e viaggiatori, ed è il luogo più facilmente raggiungibile da ogni parte della città. Proprio per la sua collocazione, oltre che per la sua importanza, Palazzo Massimo è già la sede più visitata del Museo Nazionale Romano: potenzialità enorme, che in qualsiasi altra capitale europea verrebbe con ogni mezzo valorizzata, anziché disattesa”. Inoltre, hanno protestato per il fatto che la decisione sarebbe stata presa “saltando la fase partecipativa della cittadinanza”.

Discobolo Lancellotti (II secolo d.C.; marmo, altezza 155 cm; Roma, Museo Nazionale Romano – Palazzo Massimo alle Terme, Inv. 126371)
Discobolo Lancellotti (II secolo d.C.; marmo, altezza 155 cm; Roma, Museo Nazionale Romano – Palazzo Massimo alle Terme, Inv. 126371)

Inizialmente, era previsto che il Discobolo, che fino allo scorso 10 aprile era esposto alle Scuderie del Quirinale per la mostra Arte Liberata, dedicata al tema del patrimonio culturale a rischio durante la seconda guerra mondiale, raggiungesse Palazzo Altemps subito dopo la fine dell’esposizione, come il museo aveva comunicato in un post sulla sua pagina Facebook. Già la decisione di prestare l’opera per la mostra era stata duramente criticata, ma l’idea di veder partire il Discobolo per Palazzo Altemps ha infiammato gli abitanti della zona, che hanno tenuto anche dei sit-in di protesta nelle settimane successive.

Per adesso il direttore Verger ha stabilito che il Discobolo tornerà a Palazzo Massimo anziché partire subito per Palazzo Altemps, ma alla fine dei lavori (previsti tra tre anni), l’opera raggiungerà comunque la sua nuova destinazione. “Il progetto URBS”, spiega ancora Verger a Finestre sull’Arte, “prevede una riorganizzazione complessiva dei percorsi espositivi che renderà più chiaro il racconto della storia di Roma attraverso gli edifici e le collezioni archeologiche e artistiche. Nella sede di Palazzo Altemps il percorso dedicato al collezionismo antico e moderno di sculture greche a Roma sarà arricchito e completato e, insieme alle opere provenienti da collezioni storiche delle maggiori famiglie romane, si presenteranno altre sculture, alcune provenienti dai depositi, altre dalle sedi di Palazzo Massimo e delle Terme di Diocleziano. Ecco quindi che, al termine dei lavori, il Discobolo Lancellotti troverà un posto di grande rilievo proprio nella sede di Palazzo Altemps dove verranno valorizzate al meglio tutte le vicende della sua lunga storia, dal ritrovamento presso la Villa Palombara all’Esquilino al recupero dalla Germania nel Dopo guerra. Il completamento di questo programma, che interessa anche tutto l’isolato della Crypta Balbi, è previsto per la fine del 2026, in conformità con il cronoprogramma del PNRR”.


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