Reggio Emilia, le mostre di Fotografia Europea 2023: da Sabine Weiss a Luigi Ghirri


Da Sabine Weiss a Luigi Ghirri: le mostre e gli eventi della XVIII edizione di Fotografia Europea, il festival culturale internazionale dedicato alla fotografia contemporanea. Reggio Emilia è sempre Città della Fotografia. 

Reggio Emilia è sempre più Città della Fotografia grazie a Fotografia Europea, il festival culturale internazionale dedicato alla fotografia contemporanea che è nato nel 2006 ed è prodotto e promosso da Fondazione Palazzo Magnani e Comune di Reggio Emilia con il contributo della Regione Emilia-Romagna per riflettere attraverso il mezzo fotografico sulle complessità della contemporaneità seguendo la lezione del fotografo reggiano Luigi Ghirri, il cui archivio è conservato in città. Quest’anno Fotografia Europea giunge alla sua XVIII edizione e come sempre coinvolgerà diversi luoghi di Reggio Emillia con mostre che ruotano attorno a un tema specifico.

Vincitore dell’edizione 2022 dei Lucie Awards a Los Angeles, il premio più ambito nel settore, quale miglior Photo Festival of the Year, il festival si svolgerà dal 28 aprile all’11 giugno 2023 e avrà come tema un argomento di stretta attualità: Europe matters: visioni di un’identità inquieta. Partendo da una riflessione sull’idea di Europa e sugli ideali che la costituiscono, le mostre metteranno in luce domande sulla condizione attuale del mondo multiculturale e globalizzato che viviamo, un mondo in cui l’Europa non esercita più, ormai da tempo, quell’egemonia spirituale e materiale che per secoli le è stata riconosciuta. Gli artisti tracceranno quindi, attraverso il mezzo fotografico, le linee dinamiche e incerte di un’identità sempre più mobile e variegata, con l’intento di dare senso all’inquietudine che la attraversa.

I progetti selezionati dalla direzione artistica del Festival, composta da Tim Clark (editor 1000 Words & curator Photo London Discovery), Walter Guadagnini (storico della fotografia e Direttore di CAMERA - Centro Italiano per la Fotografia), e Luce Lebart (storica della fotografia, co-autrice del fondamentale volume Une histoire mondiale des femmes photographes, curatrice di mostre e ricercatrice sia per la Collezione dell’Archive of Modern Conflict che in modo indipendente) faranno riferimento proprio a questo tema. Sarà un’edizione caratterizzata, oltre che dalla qualità delle mostre, anche dal livello degli incontri, delle conferenze, delle presentazioni di libri e dalle attività educational che saranno organizzate durante il festival.

Fulcro di Fotografia Europea saranno come sempre le sale dei Chiostri di San Pietro, che ospiteranno dieci esposizioni.

Al primo piano, Mónica De Miranda pone in discussione le nozioni standard d’identità basate sulle categorie di razza e genere con il progetto The Island che svela, attraverso una contro-narrazione costruita dalle biografie di uomini e donne di origine africana che vivono in Portogallo, i pregiudizi radicati nella società.

Nella sala successiva Güle Güle (che in turco significa arrivederci) è la personale rappresentazione di Istanbul e dei profondi cambiamenti che stanno interessando la società turca attraverso lo sguardo di Jean-Marc Caimi e Valentina Piccinni. Documentando le comunità emarginate, questi scatti rivelano il substrato umano che, secondo i due fotografi, rappresenta l’espressione più sincera di ogni luogo, oltre la superficiale “facciata” sociale comunemente accettata.

A seguire il progetto di Simon Roberts, Merrie Albion, fotografa il Regno Unito offrendo al pubblico spunti di riflessione indispensabili sulle nozioni d’identità e appartenenza e su cosa significhi essere britannici in questo momento cruciale della storia contemporanea. In mostra anche The Brexit Lexicon, un’opera video in due parti che riporta i termini più comuni che hanno caratterizzato le discussioni sulla Brexit in politica e nei media.

The Archive of Public Protests con You will never walk alone raccoglie invece le tracce visive dell’attivismo sociale, di tutte quelle iniziative di massa che si oppongono alle decisioni politiche, alle violazioni delle norme democratiche e dei diritti umani. È una collezione di scatti che costituisce un monito contro il crescente populismo e contro la discriminazione, con l’obiettivo di prolungare la vita di queste immagini, solitamente legate a eventi specifici e la cui esistenza termina con la loro pubblicazione sulla stampa.

Nel suo progetto multimediale Parallel Eyes, Alessia Rollo parla di un viaggio alla scoperta degli antichi riti del Sud, restituendo il mistero della magia e delle forze ancestrali che legano la natura all’uomo e ai suoi simili. Nei suoi scatti, la fotografa ricostruisce l’identità culturale dell’Italia meridionale con tecniche di manipolazione analogiche e digitali, che introducono in un universo re-incantato, evocativo e spirituale, attingendo a un patrimonio rituale tuttora vivente e sganciandolo contemporaneamente da quegli stereotipi culturali creati decenni fa dal neo-realismo.

Samuel Gratacap torna invece a Reggio Emilia con Bilateral, un lavoro inedito sul paesaggio visto da entrambi i lati del confine e attraverso la voce delle persone che cercano di attraversare quel confine. Il progetto intende concentrarsi anche su coloro che lottano per rendere il mondo meno violento, mobilitandosi nei luoghi in cui vivono e, parallelamente, sui decisori, i responsabili di quelle disposizioni che tutti subiranno, invisibili, intercambiabili, senza volto ma padroni della loro immagine.

Il progetto fotografico Odesa dell’ucraina Yelena Yemchuk vuole essere l’ode visiva alla città che da sempre l’ha affascinata per la libertà di cui godeva durante l’epoca sovietica. Dopo averla visitata per la prima volta nel 2003, è tornata a Odesa nel 2015 per documentare i volti dei ragazzi e delle ragazze di sedici e diciassette anni dell’Accademia militare: il conflitto al confine orientale iniziato un anno prima l’ha convinta ad ampliare il progetto immortalando anche il contesto di vita di quei volti che si sarebbero trovati, di lì a poco, al fronte.

Un’esplorazione antropologica spinge il francese Geoffroy Mathieu a seguire i raccoglitori: persone che, ai margini delle aree coltivate o negli spazi incolti, vivono dei prodotti che la natura in modo spontaneo continua a offrire seppur in paesaggi danneggiati e precari. Il progetto fotografico che ne deriva, L’Or des ruines, racconta dunque di una sussistenza alternativa che vede nella ricerca di frutti e piante medicinali un nuovo modo di vivere in un mondo comune e scopre una possibile economia costruita sulla condivisione delle risorse spontanee della terra.

Cédrine Scheidig esplora, nel lavoro intitolato De la mer à la terre, le narrazioni personali dei giovani, in Francia e in Martinica, nel processo di scoperta di sé, aprendo al contempo spazi di riflessione su temi politici quali il passato coloniale, l’ibridazione culturale, le mascolinità moderne e la migrazione. Pone quindi in dialogo due serie recenti, It is a Blessing to be the Color of Earth (2020) che ritrae la diaspora afro-caraibica nella periferia parigina e Les mornes, le feu, iniziata nel 2022 a Fort-de-France, in Martinica, in cui l’artista rivela le connessioni tra due territori e gli immaginari dei loro abitanti.

Alessia Rollo, Estasi nuziale (2021; 100 x 80 cm) ©Alessia Rollo
Alessia Rollo, Estasi nuziale (2021; 100 x 80 cm) ©Alessia Rollo
Jean-Marc Caimi e Valentina Piccinni, Gule Gule ©Caimi e Piccinni
Jean-Marc Caimi e Valentina Piccinni, Gule Gule ©Caimi e Piccinni
Sabine Weiss. Venezia, Italia, 1950 © Sabine Weiss, collections Photo Elysée, Lausanne
Sabine Weiss. Venezia, Italia, 1950 Credit Sabine Weiss, collections Photo Elysée, Lausanne
Myriam Meloni, Claudia. Dalla serie: Nelle giornate chiare si vede Europa, Tanger 2023 © Myriam Meloni
Myriam Meloni, Claudia. Dalla serie: Nelle giornate chiare si vede Europa, Tanger 2023. Credit Myriam Meloni

È nelle sale affrescate del piano terra dei Chiostri di San Pietro che sarà visitabile la mostra storica di questa edizione del festival: sarà dedicata a Sabine Weiss, tra le più importanti esponenti della fotografia umanista francese insieme a Robert Doisneau. Scomparsa nel 2021 all’età di 97 anni, Weiss ha esercitato questa professione per tutta l’arco della sua vita, abbracciando ogni campo della fotografia, immortalando emozioni e sentimenti dei suoi soggetti, indugiando sui loro gesti e sul rapporto che ogni volta riusciva a instaurare con essi. Attraverso foto d’archivio e numerosi documenti e riviste dell’epoca, la mostra Sabine Weiss. Una vita da fotografa, a cura di Virginie Chardin, ripercorrerà l’intera carriera di Weiss, dagli esordi nel 1935 fino agli anni Ottanta. La mostra è prodotta da Atelier Sabine Weiss Studio e da Photo Elysée con il supporto di Jeu de Paume e Les Rencontres d’Arles e sotto il patrocinio della Confederazione Svizzera.

Nei Chiostri di San Domenico si terrà la mostra dedicata alla committenza che ogni anno il festival affida a un artista diverso insieme ai due progetti vincitori della Open Call. La committenza è stata affidata quest’anno a Myriam Meloni, fotografa italiana che vive e lavora tra Barcellona e Tangeri, che partendo dal mito di Europa narrato da Ovidio, costruisce un ritratto delle “Europa” contemporanee: giovani donne, autonome, professioniste, l’esito più felice del Novecento e del progetto Erasmus, che stanno attuando una rivoluzione gentile, radicandosi nelle comunità che le accolgono ma continuando a incarnare i valori dai quali provengono. Le immagini di Nelle giornate chiare si vede Europa sono la restituzione di un percorso: possibilità che invitano a costruire una nuova prospettiva critica verso la contaminazione culturale, enfatizzando il dialogo tessuto da queste giovani donne che dalla riva, nei giorni chiari, guardano la loro Europa.

Mattia Balsamini, uno dei due vincitori dell’Open Call di Fotografia Europea, documenta con Protege Noctem - If Darkness disappeared un’altra battaglia rivoluzionaria nella guerra ecologica in atto in questa era: la difesa dell’oscurità. Per raccontarlo, porta nelle sue immagini l’alleanza che scienziati e cittadini hanno formato per mobilitarsi contro la scomparsa della notte e delle sue creature. Il fotografo immortala il cielo notturno diventato un mosaico appannato, dimostrando come sia il mondo naturale sia il ciclo circadiano dell’uomo siano fortemente danneggiati dall’ostruzione dell’oscurità notturna causata dallo spettro rilasciato da miliardi di luci artificiali che abbagliano l’ecosistema.

Camilla de Maffei, anche lei vincitrice della Open Call, presenta Grande Padre, un progetto a lungo termine che, partendo dal caso particolare albanese, intende invitare a riflettere sul rapporto globale tra individuo, società e potere. Il processo di ricerca, avviato nel 2018 e realizzato in collaborazione con il giornalista Christian Elia, propone un’immersione nell’Albania contemporanea al fine di esplorare le implicazioni e le conseguenze dell’ascesa e del crollo di un regime, evidenziando le cicatrici che questo processo di transizione ha impresso nella società, documentando anche quello strano senso di vuoto che la libertà, riacquisita dopo quarantacinque anni di regime totalitario e capillare (il riferimento è alla dittatura di Enver Hoxha - una delle più feroci dell’età contemporanea), porta con sé.

Palazzo da Mosto accoglierà invece le opere fotografiche provenienti dalla collezione di Ars Aevi che celebrano la Bosnia Erzegovina come Paese Ospite di questa edizione del festival. Parziale anagramma della parola “Sarajevo”, Ars Aevi (“arte dell’epoca” in latino) è un progetto, unico nel suo genere, di museo di arte contemporanea creato dalla volontà collettiva e di cooperazione etica di importanti artisti internazionali, curatori e musei di arte contemporanea, che hanno donato le proprie opere a Sarajevo durante la guerra per sostenere la città stretta dall’assedio e accompagnarne la rinascita civile, etica e culturale. Ars Aevi presenta parte della sua importante collezione fotografica a Fotografia Europea 2023, per testimoniare la capillare rete internazionale di amici, partner e sostenitori che credono nell’importanza e nei valori morali, estetici e di sviluppo di cui l’arte contemporanea è portatrice. La mostra, che gode del patrocinio dell’Ambasciata d’Italia a Sarajevo, è frutto dell’importante collaborazione sviluppata in questi anni tra il Comune di Reggio Emilia e la Municipalità di Centar Sarajevo, culminata nella firma di un patto di gemellaggio tra le due città il 9 maggio 2022 a Reggio Emilia, giorno in cui si celebra la Giornata dell’Europa, e il 12 luglio 2022 a Centar Sarajevo.

Al piano terra del Palazzo, l’artista belga Ariane Loze presenta Utopia e Studies and Definitions, due di quattro video realizzati tra aprile 2017 e ottobre 2018 per riflettere sull’Europa. Nel primo l’artista, vestita con un impermeabile giallo in un teatro blu, dà forma a un dialogo a quattro su temi fondanti come l’essere comunità, il sentirsi rappresentati, la ricerca del bene comune e, infine, l’immaginazione di un’utopia. In Studies and Definitions si assiste a un dibattito che nasce dalla lettura della prima pagina della versione consolidata del Trattato sull’Unione Europea, il tutto concepito da Ariane Loze per confrontarsi con i testi esistenti.

Numerose altre mostre partner graviteranno intorno al festival, organizzate dalle più importanti istituzioni culturali cittadine e ospitate proprio nei loro spazi.

Dal 28 aprile 2023 al 25 febbraio 2024 il Palazzo dei Musei ospita la mostra Un piede nell’Eden. Luigi Ghirri e altri sguardi, a cura di Ilaria Campioli e promossa da Comune di Reggio Emilia (Musei Civici, Biblioteca Panizzi) in collaborazione con Archivio Eredi Luigi Ghirri. Un ricco e articolato percorso dedicato all’elemento naturale che, partendo dalle ricerche di Ghirri degli anni Settanta e Ottanta, invita a riflettere sull’elemento naturale e sulla necessità di una sua ricollocazione all’interno del nostro Orizzonte percettivo. La riflessione si allarga poi a Giardini in Europa, rivisitazione della mostra del 1988, curata da Luigi Ghirri e Giulio Bizzarri, che propone una serie di ricerche su aree verdi e giardini condotte, oltre che dallo stesso Ghirri, da tredici fotografi (Andrea Abati, Olivo Barbieri, Giovanni Chiaramonte, Joan Fontcuberta, Mimmo Jodice, Gianni Leone, Francesco Radino, Olivier Richon, George Tatge, Ernesto Tuliozi, Fulvio Ventura, Varena Von Gagern e Cuchi White), intendendo testimoniare un sentimento di appartenenza nei confronti degli spazi naturali e la necessità di un loro profondo ripensamento nel contesto delle città moderne.

E ancora, nel Palazzo dei Musei arriva Giovane Fotografia Italiana #10 | Premio Luigi Ghirri 2023, il progetto del Comune di Reggio Emilia che valorizza i talenti della fotografia italiana under 35. Curata da Ilaria Campioli e Daniele De Luigi, la mostra collettiva dei sette artisti Eleonora Agostini, Andrea Camiolo, Sofiya Chotyrbok, Davide Degano, Carlo Lombardi, Giulia Mangione, Eleonora Paciullo, selezionati da una giuria internazionale, ruoterà attorno al tema Appartenenza. Oltre a concorrere per l’assegnazione del Premio Luigi Ghirri, che offrirà al progetto vincitore l’opportunità di realizzare una personale in Triennale Milano, da quest’anno uno tra i sette artisti parteciperà ad una residenza d’artista a Stoccolma, che culminerà nella realizzazione di una mostra a cura dell’Istituto Italiano di Cultura.

La fototeca della Biblioteca Panizzi parteciperà all’edizione del 2023 con Flashback, una selezione di opere fotografiche tra quelle esposte durante il festival Fotografia Europea del 2007, edizione anch’essa incentrata sul tema dell’Europa in rapporto con le sue città. Questa piccola “antologica” dell’edizione del 2007, riproponendo la questione europea a distanza di oltre quindici anni, può essere fonte di nuove considerazioni sul nostro recente passato e può stimolare riflessioni aggiornate alla luce dei recenti avvenimenti.
La Biblioteca Panizzi presenta inoltre un’altra mostra legata a Fotografia Europea: Alberto Franchetti e la fotografia, che espone parte della recente donazione fatta dalla famiglia Ponsi sul patrimonio di fotografie scattate da Alberto Franchetti, ponendo in luce l’interesse del musicista e compositore per il media fotografico, inteso come linguaggio della modernità tout court.

A un anno dalla scomparsa di Roberto Masotti e in occasione della riedizione del volume You Tourned the Tables On Me, lo Spazio Gerra proporrà 115 ritratti dei più noti musicisti contemporanei di tutto il mondo, tra cui John Cage, Philip Glass, Brian Eno, Steve Reich, Michael Nyman, Demetrio Stratos e molti altri.

Nel corso del festival, anche altre istituzioni culturali presenteranno progetti ad esso collegati.

Alla Collezione Maramotti si terrà No Home from War: Tales of Survival and Loss, prima mostra in Italia del fotogiornalista inglese Ivor Prickett. Con oltre cinquanta fotografie scattate in scenari di conflitto dal 2006 al 2022, rappresenta la più ampia esposizione sul lavoro di Prickett fino ad oggi. Il fotografo ha iniziato a occuparsi di Europa e di Medio Oriente con l’urgenza di restituire e denunciare gli effetti delle guerre sulla popolazione civile, sulle vite delle persone devastate e sradicate, a prescindere dall’appartenenza all’uno o all’altro schieramento. Partendo da una dimensione intima e domestica delle conseguenze sociali e umanitarie dei conflitti nel lungo periodo (Croazia, Abkhazia), il fotografo si è spostato nei luoghi di migrazione forzata, nelle terre di ricercato rifugio (Medio Oriente ed Europa), fino a giungere in prima linea nelle zone di combattimento (Iraq, Ucraina).

CSAC - Centro Studi e Archivio della Comunicazione dell’Università degli Studi di Parma proporrà la mostra Antonio Sansone: Rituali d’Europa. Il fotoreporter Antonio Sansone (Napoli, 1929 - Farfa Sabina, 2008) è stato uno dei più significativi esponenti del fotogiornalismo di impegno civile del secondo dopoguerra. La sua è una visione militante, organica alla sinistra storica e alla Nuova Sinistra, in contrapposizione all’ufficialità delle grandi agenzie, degli organi di stampa filogovernativi. Attraverso i suoi scatti restituisce un ritratto spesso inatteso del secondo Novecento europeo, dove al rigore dell’antropologo si affianca la sensibilità e l’empatia di un narratore. Le vivide indagini su Napoli, i volti e i rituali della politica italiana spesso colti con accenti salaci, ma anche il racconto indocile dei paesi di “oltrecortina”, dove ai rituali delle ufficialità, che scopriamo non così differenti da quelli dell’altro occidente, Sansone accosta indagini sulla quotidianità, sui fermenti che percorrevano l’Europa, dall’Irlanda alla Francia, all’Ungheria, la Cecoslovacchia, la Romania.

Anche quest’anno lo Speciale Diciottoventicinque, il progetto formativo di Fotografia Europea, accompagnerà i giovani amanti della fotografia in un percorso che va dall’ideazione alla realizzazione di un progetto espositivo. Sarà Elena Mazzi l’artista che quest’anno accompagnerà i partecipanti tra i 18 e i 25 anni verso un progetto collettivo e che in dieci incontri li porterà a riflettere su un argomento, per osservarlo e studiarlo attraverso la macchina fotografica.

Oltre alle mostre, il festival sarà arricchito da un calendario di appuntamenti, dalle giornate inaugurali (28, 29, 30 aprile e 1 maggio) fino all’11 giugno.

In programma le conferenze con Rosella Postorino e Paolo Rumiz curate da Loredana Lipperini (curatrice, scrittrice e conduttrice radiofonica), quelle con Emilio Isgrò e Elena Loewenthal curate da Luca Beatrice (critico d’arte e curatore), incontri con gli artisti, presentazioni di libri (tra cui Dear Kairos di Simon Bray, vincitore del FE+SK Book Award, premio organizzato in collaborazione con la casa editrice indipendente Skinnerboox), book signing, letture portfolio e [PARENTESI] BOOKFAIR, lo spazio dedicato agli editori indipendenti.

Fotografia Europea ripropone inoltre il grande successo della sua declinazione musicale FOTOFONIA, a cura di Max Casacci, produttore e fondatore dei Subsonica. Si partirà venerdì 28 aprile in Piazza Prampolini con Whitemary e Indian Wells. Sabato 29 aprile, sempre in Piazza Prampolini, il collettivo Spime.im e il tastierista dei Nine Inch Nails, Alessandro Cortini. Domenica 30 aprile, nella Chiesa di San Francesco, Earthphonia Planet, un inedito e iper tecnologico spettacolo di suono, immagini e racconto della natura con Max Casacci e il professor Stefano Mancuso, celebre studioso dell’intelligenza delle piante.

Ad illuminare la Notte OFF, sabato 6 maggio in Piazza Casotti, saranno le sonorizzazioni della d.j. designer Luce Clandestina.

Grazie alla collaborazione con TIWI, venerdì 28, dalla mezzanotte, presso Polveriera, l’appuntamento con la fotografia sarà insieme a Nicolas Ballario e Rodrigo D’Erasmo con il progetto Lives che ambisce a stilare una serie di “romanzi musicali” dell’arte e, in questo caso, della fotografia con una special edition su Nan Goldin.

Anche per questa edizione il CIRCUITO OFF, evento collettivo e indipendente che arricchisce il festival con una serie di mostre diffuse in tutto il territorio cittadino, presenterà progetti di fotografi professionisti accanto a giovani alle prime esperienze, appassionati e associazioni che dovranno misurarsi con il tema di quest’anno esponendo i propri scatti in negozi, ristoranti, studi, cortili e case private, sedi storiche, gallerie d’arte. Parte di questo circuito è anche il progetto OFF@school che coinvolge le scuole di tutta la provincia di Reggio Emilia. Il 6 maggio è la serata dedicata al Circuito Off e in questo evento sarà decretato il vincitore del premio Max Spreafico a cui sarà data l’opportunità di produrre una nuova mostra ed esporla durante la prossima edizione di Fotografia Europea, nel 2024.

Special Sponsor per l’edizione 2023 si conferma Iren.

Per info: https://www.fotografiaeuropea.it/

Luigi Ghirri, Caserta, 1987 ©Eredi Luigi Ghirri
Luigi Ghirri, Caserta, 1987. Credit Eredi Luigi Ghirri
Agata Kubis, Women’s Strike protest against nearly total abortion ban, Warsaw, Poland 26.10.2020 © Agata Kubis Courtesy The Archive of Public Protests
Agata Kubis, Women’s Strike protest against nearly total abortion ban, Warsaw, Poland 26.10.2020. Credit Agata Kubis. Courtesy The Archive of Public Protests
Ferdinando Scianna, Budapest, Ungheria, 1990. Tre allegre ragazze accompagnano Josip Stalin alla pattumiera della storia (1990; 43 x 49 cm) ©Ferdinando Scianna
Ferdinando Scianna, Budapest, Ungheria, 1990. Tre allegre ragazze accompagnano Josip Stalin alla pattumiera della storia (1990; 43 x 49 cm) Credit Ferdinando Scianna
Ivor Prickett, Slavica Eremic nutre il suo bambino Nikola mentre suo marito Nebojsa dorme (2006, Jurga, Croazia /Fotografia dalla serie Returning Home – Croatia, Courtesy e © Ivor Prickett
Ivor Prickett, Slavica Eremic nutre il suo bambino Nikola mentre suo marito Nebojsa dorme (2006, Jurga, Croazia /Fotografia dalla serie Returning Home - Croatia, Courtesy e Credit Ivor Prickett
Mónica de Miranda, Whistle for the wind, Portugal (2022; 105 x 70 cm, inkjet print on cotton paper) © Mónica de Miranda, Comissioned by Autograph London
Monica de Miranda, Whistle for the wind, Portugal (2022; 105 x 70 cm, inkjet print on cotton paper). Credit Monica de Miranda, Comissioned by Autograph London
Wojtek Radwański, Protest against the nearly total abortion ban, Warsaw, Poland 13.02.2021 ©Wojtek Radwanski. Courtesy The Archive of Public Protests
Wojtek Radwanski, Protest against the nearly total abortion ban, Warsaw, Poland 13.02.2021. Credit Wojtek Radwanski. Courtesy The Archive of Public Protests
©Yelena Yemchuk, Odesa
©Yelena Yemchuk, Odesa
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