Il Bivacco Fiamme Gialle dalle Dolomiti al MUSE di Trento


Dopo oltre cinquant’anni di attività sul Cimon della Pala, il Bivacco Fiamme Gialle viene trasportato al MUSE di Trento. La struttura, simbolo dell’alpinismo dolomitico, sarà visitabile sulla terrazza panoramica all’interno del percorso dedicato alle alte vette.

Se fosse una persona, il Bivacco Fiamme Gialle di Cimon della Pala (Dolomiti) avrebbe storie da raccontare. Storie di imprese alpinistiche e di notti trascorse a 3.005 metri sul livello del mare, sulla Spalla del Cimon, nel cuore delle Pale di San Martino. Racconti di animali che popolano le alte vette, di cambiamenti climatici osservati nel corso di decenni e di eventi estremi di cui la struttura è stata testimone in oltre cinquant’anni di attività. Realizzato e gestito dalla Sezione Fiamme Gialle del Club Alpino Italiano (CAI), il bivacco ha rappresentato per generazioni di alpinisti un punto di riferimento nelle Dolomiti centrali fin dalla sua inaugurazione, nel 1968.

Recentemente sostituito da una struttura più moderna, il bivacco non ha concluso il proprio ciclo di vita. Grazie a un accordo tra la Guardia di Finanza e la Provincia autonoma di Trento, la struttura viene protagonista di un’operazione culturale che ne assicura la conservazione e la fruizione pubblica. Lunedì 3 novembre la struttura è stata trasportata dalla vetta dolomitica fino a Passo Rolle mediante elicottero e successivamente trasferita con un camion fino al MUSE di Trento. Una gru ha permesso di issare il bivacco sulla terrazza panoramica del museo, dove sarà inserito negli allestimenti permanenti dedicati al rapporto tra natura, scienza e società. Nei prossimi mesi sarà ulteriormente valorizzato all’interno del rinnovo degli spazi espositivi permanenti intrapreso dal museo. L’iniziativa ha ricevuto il sostegno della Provincia autonoma di Trento attraverso l’Assessorato all’Istruzione, Cultura, per i Giovani e per le Pari Opportunità e l’Assessorato all’Artigianato, Commercio e Turismo, e ha potuto contare sulla collaborazione della Scuola Alpina della Guardia di Finanza di Predazzo e della Sezione CAI Fiamme Gialle.

“Dopo mesi di pianificazione dell’operazione, è emozionante veder atterrare sulla terrazza sommitale del museo questo prezioso bivacco”, dice il direttore del MUSE Massimo Bernardi. “Dalla vetta delle Dolomiti alla vetta dell’edificio museale, il viaggio compiuto dal bivacco materializza la permeabilità di un museo che si rinnova costantemente, anche incrementando il proprio patrimonio, grazie al costante dialogo con il territorio, le persone e le istituzioni per raccontare l’evoluzione contemporanea delle nostre montagne, della scienza, della tecnologia, della natura. L’acquisizione di questo bivacco, grazie all’accordo con la sezione CAI Fiamme Gialle e la Scuola Alpina della Guardia di Finanza di Predazzo, rappresenta per noi un importante passo verso il nuovo percorso espositivo permanente che, progressivamente, trasformerà il nostro museo per offrire un’esperienza di visita sempre contemporanea e innovativa”.

L'arrivo del Bivacco Fiamme Gialle al MUSE di Trento
L’arrivo del Bivacco Fiamme Gialle al MUSE di Trento

Il trasporto del bivacco, dalla Spalla del Cimon lungo la via normale al Cimon della Pala sul versante sud del massiccio, ha rappresentato un’operazione complessa. Dopo l’elicottero fino a Passo Rolle, la struttura è stata caricata su un camion del Servizio per il Sostegno Occupazionale e la Valorizzazione Ambientale della Provincia autonoma di Trento, fino al Museo, dove una gru ne ha permesso il posizionamento definitivo sulla terrazza. Qui il bivacco sarà inserito nel percorso espositivo dedicato alle alte vette, che comprende il quarto piano e la terrazza panoramica. Verrà riallestito nella configurazione originale, con otto brande e le coperte conservate dal periodo in quota, così da permettere al pubblico di osservare esattamente come la struttura appariva durante la sua attività sulle Dolomiti.

La storia del Bivacco Fiamme Gialle affonda le radici negli anni Venti del Novecento. L’idea nacque dal Club Alpino Accademico Italiano (CAAI) per rispondere all’esigenza di avere rifugi minimi, pur non custoditi, in zone remote dove non era economicamente sostenibile costruire strutture più grandi. Il progetto si ispirava alle “scatole in lamiera ondulata” impiegate come ricoveri in alta quota durante la Prima Guerra Mondiale. La realizzazione del bivacco nel 1968 fu possibile grazie alla collaborazione tra la Sezione CAI Fiamme Gialle e numerosi enti territoriali, con il supporto della Fondazione Antonio Berti di Padova. La struttura appartiene al cosiddetto modello Berti, progettato dall’ingegnere Giorgio Baroni, ed è caratterizzata dalla lamiera zincata verniciata di rosso e da una copertura a sei piani con inclinazioni diverse. La superficie interna misura circa otto metri quadrati, per un volume complessivo di ventuno metri cubi, offrendo nove posti letto.

L'arrivo del Bivacco Fiamme Gialle al MUSE di TrentoL’arrivo del Bivacco Fiamme Gialle al MUSE di Trento

“Una nuova, importante testimonianza materiale dell’attività in montagna, entra a far parte dell’allestimento del Muse”, hanno dichiarato Francesca Gerosa, Assessore all’istruzione, cultura, per i giovani e per le pari opportunità eRoberto Failoni, Assessore all’artigianato, commercio, turismo della Provincia autonoma di Trento. Il vecchio Bivacco Fiamme Gialle di Cimon della Pala, recentemente sostituito da una struttura più moderna e ormai in disuso, si sposta dalle Pale di San Martino e raggiunge la terrazza panoramica, andando ad ampliare la già corposa offerta didattica del museo e al tempo stesso lo collega idealmente alle nostre montagne conosciute in tutto il mondo per la loro bellezza senza pari, le Dolomiti. Un piccolo ma prezioso frammento di storia delle nostre montagne, da oggi è a disposizione del Muse e dei visitatori che osservandolo e ascoltando le testimonianze di chi ha vissuto in prima persona l’esperienza della scalata a una cima, potranno scoprire e toccare con mano cosa significa la fatica di arrampicare, ma anche l’emozione di arrivare in vetta dopo tanti sacrifici. Tanti sono stati gli alpinisti che nel tempo hanno trovato nel bivacco un luogo per ripararsi dalle intemperie, consumare un pasto, riposare qualche ora prima di riprendere il cammino verso le vette e vivere negli spazi momenti preziosissimi di confronto e di condivisione con gli amici, i colleghi e gli arrampicatori di passaggio di tutto il mondo, magari conosciuti proprio all’interno della piccola costruzione. Grazie al Muse per questa originale idea e alla Guardia di Finanza per aver concesso il trasporto del bivacco che consentirà a tutti di addentrarsi nel mondo dell’alpinismo e dei suoi valori, fatti di rispetto, di condivisione e generosità. Infine, il bivacco sarà anche l’occasione per conoscere meglio e avvicinare le nostre meravigliose montagne, imparare ad amarle e rispettarle nonché a vederle con occhi diversi quando si vorranno percorrere i sentieri e le vie che portano alle loro vette”.

“Come Sezione CAI abbiamo voluto donare al MUSE il nostro storico bivacco che reca il nome della Sezione, nome da sempre sinonimo del Corpo”, dice il Colonnello Sergio Lancerin, Comandante della Scuola Alpina della Guardia di Finanza di Predazzo e Presidente della Sezione CAI Fiamme Gialle. “Realizzando questo felice connubio con il MUSE, conferiamo valore museale a un manufatto che ha, fin dalla sua collocazione, sulla via normale al Cimon della Pala, costituito un esempio concreto dello stretto legame tra formazione militare alpina, cultura alpinistica del soccorso e cura del territorio montano coltivati dalla Scuola Alpina della Guardia di finanza, con le sue sedi a Predazzo e a Passo Rolle e i suoi ambienti addestrativi di elezione fra la Val di Fiemme, il Primiero, la Val di Fassa. Il bivacco ha rappresentato per quasi sessant’anni le funzioni primigenie di questa tipologia di strutture: riparo di emergenza e punto sicuro di sosta e protezione per gli escursionisti e alpinisti che frequentavano le iconiche vette delle Pale di San Martino. La struttura è stata altresì intensamente utilizzata per le attività formative della Scuola Alpina dirette alla preparazione dei tecnici di soccorso alpino del Soccorso Alpino della Guardia di Finanza, di cui ricorre quest’anno il 60° anniversario di fondazione: generazioni di soccorritori hanno utilizzato questo e le altre due strutture, anch’esse in fase di rinnovamento, della Sezione Gialle, ovvero il Bivacco Renato Reali, in Val Canali, sempre nel comune di Primiero San Martino di Castrozza e il Bivacco Aldo Moro, sul Coston de’ Slavaci nel comune di Predazzo. Grazie a questa opportunità concordata con il Muse, migliaia di visitatori potranno prendere contatto con questa storica struttura, comprenderne appieno le funzioni, immaginare il flusso continuo di appassionati della montagna, che grazie alla sua realizzazione hanno ricevuto riparo e conforto in momenti di difficoltà. Per questo grande è la gratitudine al Muse e alle figure del Museo che hanno sostenuto fin da subito questo progetto, in primis il Presidente Stefano Galli, il Direttore Massimo Bernardi, la Presidente del Comitato Scientifico, Prof.ssa Anna Giorgi”.

Il posizionamento sulla Terrazza del MUSE.
Il posizionamento sulla Terrazza del MUSE.

La gestione del bivacco è sempre stata affidata alla Sezione Fiamme Gialle del CAI, che ha curato la verifica dello stato strutturale, il controllo dell’ordine e la pulizia degli interni, la manutenzione dei materiali e il monitoraggio dei percorsi di accesso. Nel corso dei decenni, la struttura ha visto transitare centinaia di alpinisti, diventando testimone silenziosa di esperienze sportive e della vita in quota. Il trasferimento al MUSE di Trento rappresenta un nuovo capitolo nella storia del bivacco, che continuerà a dialogare con il pubblico, ma in un contesto diverso, urbano e museale. La collocazione sulla terrazza panoramica consente di conservare il legame con le alte vette, offrendo al contempo un’occasione di osservazione e studio per visitatori e ricercatori interessati all’alpinismo, alla storia delle Dolomiti e alle pratiche di conservazione del patrimonio culturale legato alla montagna.


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