A partire dal 31 maggio 2025, tre luoghi emblematici del patrimonio archeologico dei Campi Flegrei tornano stabilmente accessibili al pubblico: la monumentale Piscina Mirabilis, l’antico e articolato complesso delle Cento Camerelle e le storiche prigioni del Castello di Baia. La riapertura è resa possibile dal lancio del progetto Insieme. L’archeologia flegrea unisce, un’iniziativa di valorizzazione culturale e sociale che si colloca nell’ambito di un Partenariato Speciale Pubblico-Privato (PSPP), strumento giuridico che consente la gestione condivisa tra istituzioni e soggetti del terzo settore. Il progetto nasce con l’intento di conciliare tutela e valorizzazione del patrimonio archeologico con la promozione della partecipazione attiva delle comunità locali. Insieme. L’archeologia flegrea uniscesi propone infatti come modello sperimentale per restituire al pubblico luoghi di grande rilievo storico e archeologico, attraverso un approccio integrato che unisce finalità culturali, sociali e turistiche. La strategia punta su un’idea di fruizione consapevole e inclusiva, capace di coinvolgere cittadini, visitatori, scuole e associazioni locali.
“Il Parco rilancia l’innovazione e apre ancora di più i propri confini”, dichiara il Direttore del Parco Archeologico dei Campi Flegrei, Fabio Pagano, “Il Parco archeologico dei Campi Flegrei è stato il primo istituto del Ministero della Cultura a sperimentare un nuovo modello di gestione basato sul partenariato speciale pubblico privato. Con l’avvio di questa nuova fase si apre un inedito scenario di collaborazione che investe la valorizzazione di luoghi di grande fascino e evocazione e che garantirà la presenza di nuovi servizi per il miglioramento della fruizione del Parco. Un’alleanza tra Istituzioni, operatori economici, associazioni del territorio per rilanciare l’offerta verso uno sviluppo sempre più basato sul turismo culturale”.
“Questo progetto dimostra quanto sia strategico il modello di collaborazione tra pubblico e privato per la valorizzazione del patrimonio culturale”, commenta Letizia Casuccio, Direttore Generale di CoopCulture. “Il Partenariato Speciale Pubblico-Privato ci consente di mettere in campo competenze, energie e visioni condivise, dando vita a un sistema sostenibile e partecipato. Riaprire in modo continuativo siti straordinari come la Piscina Mirabilis, le Cento Camerelle e le Prigioni del Castello di Baia significa restituirli alla comunità e offrire nuove opportunità di fruizione culturale e sviluppo territoriale. È una sfida che vaffrontiamo con responsabilità ed entusiasmo, consapevoli del valore identitario e sociale di questi luoghi”.
L’elemento distintivo dell’iniziativa è rappresentato dalla formula gestionale adottata. Il Parco Archeologico dei Campi Flegrei ha attivato un Partenariato Speciale Pubblico-Privato con CoopCulture, cooperativa tra le principali realtà italiane nella gestione dei beni culturali. Insieme a CoopCulture collaborano anche altri soggetti del territorio, in un sistema di governance allargata che mira a garantire la continuità delle aperture, la qualità dei servizi offerti e la sostenibilità delle attività culturali promosse. Il partenariato consente di superare le difficoltà spesso legate alla gestione pubblica ordinaria, attraverso una maggiore flessibilità organizzativa e una condivisione delle responsabilità operative. L’intervento si concretizza con la riapertura programmata dei tre siti. La Piscina Mirabilis, considerata una delle più imponenti cisterne romane esistenti, sarà accessibile al pubblico con visite accompagnate ogni mercoledì, sabato e domenica a partire dalle ore 10:00. Il monumento, scavato nella roccia di tufo e caratterizzato da arcate monumentali che ne hanno valso l’appellativo di “cattedrale dell’acqua”, rappresentava il terminale idrico della rete dell’Acquedotto Augusteo, a servizio della flotta militare romana di Capo Miseno. Sempre con lo stesso calendario di apertura settimanale saranno visitabili anche le Cento Camerelle, un complesso ipogeo su due livelli, composto da cisterne, gallerie e ambienti voltati di epoca romana, il cui nome deriva dalla molteplicità degli spazi interni. La funzione originaria della struttura è ancora oggetto di studio, ma si ritiene fosse connessa ad attività di approvvigionamento idrico e forse a un’antica villa suburbana. Entrambi i siti prevedono l’accesso in modalità accompagnata, per garantire sia la sicurezza dei visitatori sia la salvaguardia dei monumenti. L’offerta culturale sarà arricchita da attività didattiche per le scuole, percorsi tematici per famiglie e appassionati, nonché da strumenti di fruizione innovativi come itinerari digitali, pensati per migliorare l’esperienza di visita e renderla accessibile a un pubblico ampio e diversificato. Anche le prigioni del Castello di Baia, scavate nella roccia e affacciate sul mare, rientrano tra i luoghi oggetto del progetto. Parte integrante della fortezza aragonese che domina il golfo di Pozzuoli, gli ambienti ipogei conservano tracce della loro antica funzione militare e carceraria. Il sito sarà accessibile dal martedì alla domenica, esclusivamente con visite guidate su prenotazione. Inoltre, ogni prima domenica del mese saranno attivate visite con partenza fissa alle ore 10:30, 11:45, 12:45 e 13:30. L’obiettivo generale dell’iniziativa è duplice: da un lato, promuovere la conoscenza e la valorizzazione di un patrimonio archeologico peculiare ma poco conosciuto dal grande pubblico; dall’altro, instaurare un rapporto più diretto tra cittadini e luoghi della memoria, stimolando una consapevolezza diffusa e una nuova responsabilità collettiva verso la conservazione dei beni culturali.
Il progetto si inserisce in un contesto territoriale caratterizzato da un’elevata concentrazione di emergenze archeologiche, naturalistiche e paesaggistiche, ma anche da fragilità sociali ed economiche. In questo quadro, il partenariato pubblico-privato si configura come uno strumento di rigenerazione culturale e coesione sociale, capace di attivare reti virtuose tra pubblico, privato e cittadinanza. La strategia adottata intende infatti superare la logica dell’evento isolato, favorendo la costruzione di un sistema culturale integrato, stabile e inclusivo. La riapertura regolare dei tre siti rappresenta un risultato concreto e visibile di questo approccio. La possibilità di visitarli con frequenza settimanale, di partecipare a iniziative educative e di usufruire di strumenti innovativi, risponde a una domanda di cultura che è al tempo stesso locale e internazionale. Il progetto si pone inoltre in continuità con le politiche nazionali e regionali di valorizzazione del patrimonio diffuso, promuovendo forme di turismo sostenibile in grado di generare ricadute economiche e occupazionali nel medio-lungo periodo.