Compianto sul Cristo morto

Autore: Francesco Salviati
1539-1540
Milano, Pinacoteca di Brera

Questo grande olio su tela (322 x 193 cm) raffigurante il Compianto sul Cristo morto è uno dei maggiori capolavori di Francesco Salviati (il cui vero nome era Francesco de' Rossi), tra i principali esponenti del Manierismo raffaellesco. L'opera appare nettamente divisa in due registri: quello inferiore dove avviene la scena principale, nella quale vediamo i personaggi che manifestano il loro dolore per la morte di Cristo, e quello superiore in cui appare un angelo in volo che reca con sé, in una posa carica di pathos, alcuni simboli della Passione di Cristo (i tre chiodi, la corona di spine, la lancia che gli aveva trafitto il costato, la canna con la quale gli era stato dato da bere).

Certe soluzioni evidenziano debiti nei confronti dell'arte di Raffaello (Salviati non lo conobbe mai di persona: quando Raffaello scomparve lui era un bambino, ma essendo nato a Roma conosceva molto bene le sue opere): la posa di Cristo, per esempio, deriva da quella che possiamo osservare nella Deposizione di Raffaello oggi alla Galleria Borghese. Da Raffaello deriva inoltre la grande eleganza dei gesti: i personaggi non si lasciano infatti andare a un dolore scomposto e drammatico ma, pur partecipando emotivamente alla scena, lo fanno in modo decisamente misurato (basta osservare lo sguardo della Madonna, e il gesto molto delicato della Maddalena che lentamente avvicina a sé la mano sinistra di Cristo, tenendola tra le sue). Paradossalmente il personaggio che aggiunge più drammatismo alla scena è proprio l'angelo, con il suo fare concitato. I colori delicati, che diventano spenti nelle vesti dei personaggi vicini a Gesù, sono funzionali a far risaltare il colorito pallido del suo corpo esanime.

Il dipinto fu eseguito tra il 1539 e il 1540 da Francesco Salviati, all'epoca trentenne, assieme al suo collaboratore e allievo Giuseppe Porta, soprannominato anch'egli "il Salviati" (o "il Salviatino" per distinguerlo dal suo maestro), che probabilmente si occupò della realizzazione di alcune figure in secondo piano. L'opera era destinata alla chiesa del Corpus Domini a Venezia: Salviati soggiornò per qualche tempo in città (le scelte cromatiche del Compianto paiono subire una certa influenza da parte della pittura veneta), per poi fare ritorno a Roma successivamente, al contrario di Giuseppe Porta che invece si fermò in laguna diventando successivamente uno dei pittori più affermati di Venezia. In seguito alle soppressioni napoleoniche degli istituti ecclesiastici, la tela entrò a far parte della raccolta della Pinacoteca di Brera, dove si può tuttora ammirare.

12 ottobre 2016

Compianto sul Cristo morto di Francesco Salviati

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