Delle tante Madonne realizzate dal grande Sandro Botticelli (Firenze, 1445 - 1510), questa, la cosiddetta Madonna degli Innocenti (così chiamata in quanto già dall'Ottocento attestata nelle raccolte dell'Ospedale degli Innocenti di Firenze: oggi è infatti conservata presso il Museo degli Innocenti), è probabilmente la più vicina all'arte di Filippo Lippi, che dal 1459 al 1466 fu maestro di Botticelli. L'opera risale proprio al periodo dell'apprendistato di Sandro: lo schema ricalca quello della celeberrima Lippina, la più famosa Madonna col Bambino di Filippo Lippi, oggi conservata agli Uffizi.
I tre protagonisti (la Vergine, il Bambino e l'angelo) si dispongono sulla diagonale del dipinto, esattamente come avveniva nella Lippina, e la loro posa è la stessa, con la Madonna seduta sopra una sedia (identica a quella di Filippo Lippi), il Bambino in braccio alla madre e l'angelo in piedi a sorreggere il piccolo Gesù. Ci sono però deiie differenze: Botticelli rimuove il secondo angelo, elimina il paesaggio, e sostituisce la finestra di Filippo Lippi con una grande arcata classica. Ancora, diverso è l'atteggiamento della Madonna, che non è più raffigurata in atto di pregare come accadeva in Filippo Lippi, ma tiene tra le mani il Bambino: Botticelli rende dunque più umana e tenera la sua Madonna, e al contempo più malinconica, come si può agevolmente evincere dallo sguardo. E poi, da notare come la gamma cromatica sia molto più spoglia e semplice rispetto a quella di Filippo Lippi.
La Madonna degli Innocenti risale, ovviamente, a un periodo vicino a quello in cui è stata realizzata la Lippina, databile al 1465 circa. Non ci sono documenti che attestino con sicurezza la realizzazione da parte di Botticelli (tanto che in passato si avanzò addirittura il nome dello stesso Filippo Lippi), ma il dipinto è attribuibile al grande artista fiorentino per la sua alta qualità e per la capacità d'invenzione, caratteristiche compatibili con l'estro del giovane Sandro Botticelli. Il fatto che l'opera ricalchi lo schema della Lippina è probabilmente dovuto al fatto che il dipinto di Filippo Lippi ebbe un grande successo e, come soleva accadere, le botteghe dei grandi artisti replicavano soggetti fortunati che i committenti privati richiedevano con gran frequenza.
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