L'Ospedale di San Giovanni a Bruges, il museo che custodisce le opere di Memling


Nel cuore di Bruges sorge uno dei più antichi ospedali d’Europa, il Sint-Janshospitaal, oggi trasformato in museo. Tra le sue mura medievali convivono l’eredità della cura e l’arte di Hans Memling, in un percorso che fonde storia, spiritualità e innovazione tecnologica.

Bruges, città simbolo delle Fiandre, ospita una delle istituzioni sanitarie più antiche e meglio conservate d’Europa: l’Ospedale di San Giovanni, o Sint-Janshospitaal. Fondato intorno alla metà del XII secolo, con la prima documentazione risalente al regolamento dei frati-inservienti del 1188, questo complesso monumentale ha servito per secoli come luogo di accoglienza e cura non solo per i malati, ma anche per i poveri, i viaggiatori e i pellegrini. L’istituzione si sviluppò notevolmente durante il Medioevo, crescendo accanto alla chiesa di Nostra Signora, mentre oggi l’antico ospedale, rimasto operativo fino al 1977, ha assunto una nuova identità, trasformandosi nel Museo Ospedale di San Giovanni, noto anche come Hans Memlingmuseum in quanto casa di un significativo nucleo di opere di Hans Memling (Seligenstadt, 1430 – Bruges, 1494). Questa metamorfosi non ha cancellato la sua storia, ma l’ha anzi esaltata, ponendo al centro del percorso espositivo i temi universali dell’ospitalità, della cura e dell’empatia, concetti che sono radicati nel suo DNA fin dalla fondazione. Il museo si presenta come un ambiente accogliente che fonde la storia della medicina con l’arte antica e sorprendente arte contemporanea.

La struttura originaria, situata lungo la Mariastraat di Bruges, l’antica via d’accesso da Gand e Kortrijk, era un complesso vastissimo che comprendeva le sale per i degenti (la cui grande sala venne edificata intorno al 1200, principalmente in pietra Tournai) e una chiesa annessa. Col tempo, l’immobile si ampliò includendo due edifici conventuali (uno per i frati, poi trasformato in farmacia nel XVII secolo, e uno per le suore), un cimitero, un giardino delle erbe e persino un birrificio.

Il Sint-Janshospitaal. Foto: Visit Bruges / Jan Darthet
Il Sint-Janshospitaal. Foto: Visit Bruges / Jan Darthet
Il Sint-Janshospitaal. Foto: Visit Bruges / Jan Darthet
Il Sint-Janshospitaal. Foto: Visit Bruges / Jan Darthet
Il Sint-Janshospitaal. Foto: Visit Bruges / Jan Darthet
Il Sint-Janshospitaal. Foto: Visit Bruges / Jan Darthet
La farmacia del Sint-Janshospitaal. Foto: Visit Bruges / Jan Darthet
La farmacia del Sint-Janshospitaal. Foto: Visit Bruges / Jan Darthet

Un elemento architettonico di particolare rilievo è l’imponente soffitta dell’ospedale: la capriata del tetto, realizzata in quercia, è considerata una delle più antiche e monumentali in Europa. La chiesa, risalente al XV secolo, era progettata per permettere ai pazienti di seguire le funzioni religiose direttamente dai loro letti. Dopo la scomparsa della comunità dei frati sul finire del XVI secolo, l’ospedale passò sotto la gestione esclusiva delle suore agostiniane. Nel corso del XIX secolo, l’evoluzione della medicina e le nuove esigenze igieniche resero necessari ampliamenti strutturali. L’architetto Isidoor Alleweireldt progettò un nuovo ospedale con otto (o sedici) reparti disposti attorno a un corpo centrale. Le sale medievali, sebbene temporaneamente destinate alla demolizione, furono risparmiate e utilizzate per altri scopi, come sala capitolare o spazio culturale. La vera svolta avvenne però nel 1977, quando i servizi ospedalieri si trasferirono in una nuova sede moderna a Sint-Pieters. Le strutture più recenti del XIX secolo, pur essendo state oggetto di discussioni e proposte di demolizione, vennero infine restaurate e riutilizzate. Oggi, parte del complesso più moderno, noto come Oud Sint-Jan, serve da centro congressi e spazio espositivo, mantenendo una destinazione d’uso diversa dal museo vero e proprio.

La caratteristica forse più peculiare del Museo Ospedale di San Giovanni è il suo indissolubile legame con Hans Memling. Il museo di Bruges detiene infatti la seconda collezione più vasta al mondo delle opere del pittore fiammingo. Tuttavia, l’unicità di questa collezione risiede nel fatto che, in nessun altro luogo, si trovano così tante opere del maestro fiammingo conservate nel loro luogo di origine. Memling, maestro delle scene iper-realistiche, visse e lavorò a Bruges, creando i suoi capolavori più significativi proprio per l’ospedale.

Trittico del Matrimonio mistico di santa Caterina di Hans Memling al Sint-Janshospitaal. Foto: Visit Bruges / Jan Darthet
Trittico del Matrimonio mistico di santa Caterina di Hans Memling al Sint-Janshospitaal. Foto: Visit Bruges / Jan Darthet
Trittico del Matrimonio mistico di santa Caterina di Hans Memling al Sint-Janshospitaal. Foto: Visit Bruges / Jan Darthet
Trittico del Matrimonio mistico di santa Caterina di Hans Memling al Sint-Janshospitaal. Foto: Visit Bruges / Jan Darthet

Dei sette principali dipinti di Memling esposti, quattro furono specificamente commissionati dalle suore e dai frati che gestivano l’istituzione: la prima è il Trittico di San Giovanni Battista e San Giovanni Evangelista (1479), monumentale pala d’altare realizzata per la chiesa dell’ospedale. I committenti, identificabili sul pannello esterno, includevano Antheunis Seghers, Jacob de Ceuninck, Agnes Casembrood e Clara van Hulsen. Il trittico è dedicato ai santi patroni dell’ospedale, Giovanni Battista e Giovanni Evangelista. Un dettaglio interessante nel pannello centrale mostra una gru in legno, storicamente utilizzata per scaricare le botti di vino, il cui dazio era riscosso dall’ospedale. Dello stesso anno è il Trittico dell’Adorazione dei Magi noto anche come Trittico Floreins: fu commissionato dal frate ospedaliero Jan Floreins, noto anche come Van der Rijst, che fu maestro dell’ospedale tra il 1488 e il 1497 e che nel dipinto è ritratto inginocchiato in abito nero dietro un muretto nel pannello centrale. Questo trittico, che celebra tre momenti fondamentali dell’infanzia di Cristo (la Nascita, l’Adorazione e la Presentazione al tempio), è notevole per il grado di finitura dei dettagli, come gli edifici di mattoni, i personaggi e la firma e la data conservate sulla cornice. Del 1480 è invece il Compianto, o Trittico di Adriaen Reins: commissionato dal frate Adriaen Reins, che appare inginocchiato a sinistra, il trittico è stato datato dall’artista con le iniziali del committente sulla cornice,ed è una rappresentazione toccante del dolore, con i volti di Maria, Giovanni Evangelista e Maria Maddalena solcati da lacrime e gli occhi arrossati dal pianto. Le ali esterne raffigurano invece santa Barbara, santa Vilgefortis e santa Maria Egiziaca. La quarta opera è il Reliquiario di Sant’Orsola (1482-1489): considerato un capolavoro assoluto e un unicum nell’opera di Memling e nell’arte dei Primitivi fiamminghi, questo scrigno attira il pubblico per la sua tridimensionalità e la sua forma architettonica. Fu commissionato per sostituire un reliquiario preesistente contenente le reliquie di Sant’Orsola e di altre sante, e la sua realizzazione fu un’opera d’arte collettiva, coinvolgendo un progettista, uno scultore e Memling con i suoi assistenti. Consacrato solennemente il 21 ottobre 1489, narra in sei scene la storia del viaggio di Sant’Orsola lungo il Reno fino a Roma.

Queste quattro opere sono tra i grandi capolavori dell’arte fiamminga e sono conservate nel loro contesto originale da più di cinque secoli. Oltre a questi pezzi storici, la collezione Memling include altri tre dipinti: il Dittico di Maarten van Nieuwenhove (1487), il Ritratto di una giovane donna (1480), che raffigura Sibylla Sambetha (1480), una dama della ricca borghesia di Bruges e il Ritratto di un membro della famiglia De Rojas, un pannello staccato da un trittico che raffigura un uomo in posizione orante, probabilmente appartenente all’importante famiglia spagnola.

Il museo attuale offre un’esperienza dinamica che collega l’eredità storica dell’ospedale con l’arte. Nelle sale medievali per i malati, trasformate in un museo contemporaneo, è possibile trovare la vasta collezione di oggetti legati alla storia dell’ospedale, inclusi dipinti, statue, libri, materiale medico e strumenti d’uso comune. Una sezione da non perdere è l’antica farmacia dell’ospedale, che vanta interni autentici risalenti al XVII secolo e offre uno sguardo sulla storia delle suore farmaciste. Il percorso museale include anche la presenza di arte contemporanea, come l’opera Le vene del convento di Giuseppe Penone, che funge da ringraziamento poetico alle infermiere dell’Ospedale di San Giovanni. Nell’imponente soffitta, oltre ad ammirare la monumentale struttura in quercia, i visitatori possono immergersi nella Closer to Memling Experience, un’installazione audiovisiva e interattiva che avvicina adulti e bambini al mondo del celebre pittore. I partecipanti sono invitati a prendere posto a un tavolo pratico, entrando così nell’universo pittorico del maestro. Sfruttando la propria creatività, è possibile elaborare versioni personali dei dipinti, realizzando una vera e propria “resurrezione” figurativa di Memling. L’esperienza svela i segreti artistici di Memling attraverso giochi interattivi, esplorando elementi come le tecniche utilizzate per creare l’illusione della prospettiva, le narrazioni minori che si sviluppano sullo sfondo e il ruolo dei santi patroni. Un notevole elemento visivo nella soffitta medievale è uno schermo imponente, di quasi cinque metri per cinque: questo schermo gigantesco può essere trasformato dai partecipanti in una creazione artistica collettiva che rielabora le celebri opere di Hans Memling.

Hans Memling, Trittico della Deposizione (1480; olio su tavola, 43,8 x 35,8 cm il pannello centrale, 45,3 x 15,3 i pannelli laterali; Bruges, Sint-Janshospitaal)
Hans Memling, Trittico della Deposizione (1480; olio su tavola, 43,8 x 35,8 cm il pannello centrale, 45,3 x 15,3 i pannelli laterali; Bruges, Sint-Janshospitaal)
Hans Memling, Dittico di Maarten Nieuwenhove (1487; olio su tavola, 52 x 41,5 cm; Bruges, Sint-Janshospitaal)
Hans Memling, Dittico di Maarten Nieuwenhove (1487; olio su tavola, 52 x 41,5 cm; Bruges, Sint-Janshospitaal)
Closer to Memling Experience. Foto: Closer to Memling Experience
Closer to Memling Experience. Foto: Closer to Memling Experience

Grazie all’impiego delle più recenti tecnologie, in combinazione con recenti indagini scientifiche, l’esperienza offre una prospettiva sull’artista molto ravvicinata, a cinquecento anni dal suo impatto rivoluzionario sul panorama artistico. Questa sezione del percorso è stata concepita specialmente per i giovani visitatori creativi e curiosi dai sette anni in su. L’accesso alla Closer to Memling Experience è già incluso nel biglietto d’ingresso standard del Museum Sint-Janshospitaal. Dopo aver completato questa immersione interattiva, i nove capolavori emblematici di Memling, esposti al piano terra dell’ospedale e presso il Museo Groeninge, saranno percepiti in modo completamente nuovo.

Sebbene l’Ospedale di San Giovanni fosse un luogo di accoglienza, è storicamente documentato che la vera assistenza medica specializzata non fosse il suo focus principale prima del XIX secolo. Per lungo tempo, l’ospedale non ebbe infatti un medico residente fisso, e affidò le cure e le operazioni di base come il salasso e la riduzione delle fratture al barbiere o al chirurgo. Le suore agostiniane fornivano assistenza infermieristica, assicurando vitto, alloggio e la partecipazione ai servizi religiosi, essenziali per la cura spirituale. Piccoli altari erano dedicati a santi protettori specifici, come san Rocco contro la peste o santa Lucia per i disturbi agli occhi.

Nonostante ciò, l’ospedale fu un crocevia per il progresso medico locale. Tra i medici di spicco associati all’istituzione si annoverano figure storiche come Thomas Montanus nel XVII secolo e, nel XIX secolo, Isaac De Meyer, noto chirurgo e storico della medicina. Nel XX secolo, Joseph Sebrechts conferì alla chirurgia praticata al Sint-Janshospitaal una risonanza internazionale.

Il Museo Ospedale di San Giovanni, situato in Mariastraat 38 a Bruges, accoglie i visitatori dal martedì alla domenica, dalle 9:30 alle 17:00. Il sito non è solo un tributo alla maestria artistica di Memling, ma anche una profonda testimonianza di come l’impegno verso il prossimo e la cura siano stati pilastri fondamentali della società fiamminga per quasi novecento anni.


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