La Cattedrale di San Bavone a Gent: gotico, barocco e capolavori immortali


La Cattedrale di San Bavone a Gent, cuore religioso e artistico delle Fiandre, custodisce secoli di storia, tesori gotici e barocchi, il celebre Polittico dell’Agnello Mistico dei fratelli Van Eyck e opere di Rubens. Un viaggio nell’arte e nella spiritualità che intreccia fede, potere e bellezza senza tempo.

La Cattedrale di San Bavone di Gent, localmente la “Sint-Baafskathedraal”, oltre a essere il principale edificio religioso principale della città nelle Fiandre è anche uno dei migliori esempi di Gotico Brabantino. La sua storia ha radici lontane e comincia nel X secolo: già nel 942, infatti, in questo luogo sorgeva una prima cappella, probabilmente in legno, consacrata da Transmarus, vescovo di Tournai e Noyon, e dedicata a San Giovanni Battista: fu la prima parrocchia della città fiamminga. Poi, nel corso del XII secolo, in sostituzione o ampliamento della prima struttura, venne costruita una nuova chiesa in stile romanico. Le tracce di questa fase romanica sono tuttora visibili, specialmente nella cripta, che conserva ancora le tipiche arcate a tutto sesto e tracce di affreschi.

In seguito, l’ascesa di Gent a potente e ricca città nel Medioevo rese possibile l’ambizione di costruire edifici religiosi sempre più vasti e riccamente decorati. Di conseguenza, a partire dal 1228, e con maggiore slancio dal 1274, iniziò la costruzione dell’attuale grande edificio gotico, che mantenne la dedicazione originale al Battista.

La Cattedrale di San Bavone col monumento ai fratelli Van Eyck. Foto: Stad Gent - Dienst Toerisme
La Cattedrale di San Bavone col monumento ai fratelli Van Eyck. Foto: Stad Gent - Dienst Toerisme

Una breve storia della Cattedrale di San Bavone

I lavori di trasformazione gotica di quella che era all’epoca la “Sint-Janskerk”, la chiesa di San Giovanni, si protrassero tra il XV e il XVI secolo: la costruzione gotica si sviluppò infatti in più fasi. All’inizio venne costruito un coro, che richiese un centinaio d’anni per essere completato, in uno stile influenzato dal Gotico francese. Poi, dalla fine del XIII secolo, la chiesa crebbe costantemente in altezza. Intorno al 1390 fu aggiunto un deambulatorio circondato da quattordici cappelle radiali e successivamente, nella seconda fase costruttiva (1462-1538), i lavori ripresero con l’innalzamento dell’imponente torre-portico occidentale, che raggiungeva gli 89 metri di altezza e fu completata nel 1534: proprio la torre è un elemento distintivo dello stile Gotico Brabantino. Tra il 1533 e il 1559 furono eretti l’alto transetto e il piedicroce: l’ossatura strutturale fu realizzata in pietra bianca, mentre le pareti vennero costruite in laterizi. Le volte, che erano già previste nel progetto originale, furono completate solo nel 1628, coronando i lunghi lavori.

Un cambiamento cruciale nella storia dell’edificio avvenne a metà del XVI secolo. L’imperatore Carlo V, nato e battezzato a Gent, a seguito della rivolta della città che si sollevò contro di lui nel 1539, ordinò la demolizione parziale dell’antica Abbazia di San Bavone, situata a nord-est della città: il sito su cui sorgeva l’abbazia avrebbe infatti accolto una nuova cittadella per controllare la città. I monaci dell’abbazia furono secolarizzati e ricevettero il titolo di canonici, mentre il loro Capitolo si trasferì nella Sint-Janskerk, che dal 1539 venne ridedicata a San Bavone. Infine, con la riorganizzazione ecclesiastica dei Paesi Bassi spagnoli, il 1559 vide l’istituzione della Diocesi di Gent e la chiesa di San Bavone fu elevata a cattedrale, assumendo la sua denominazione definitiva.

Nonostante i lavori fossero stati considerati conclusi intorno al 1569, l’interno continuò a modificarsi, subendo significative modifiche fino al XIX secolo. In particolare, il settimo vescovo di Gent, Antoon Triest, lasciò una profonda e potente impronta sul sontuoso interno barocco della cattedrale, che ancora oggi ammiriamo. È noto che Triest commissionò opere di altissimo livello, tra cui la celebre pala d’altare di Pieter Paul Rubens raffigurante la Conversione di san Bavone.

La cattedrale, tuttavia, non fu risparmiata da eventi turbolenti. Nel 1566, l’Iconoclastia protestante distrusse le preziose vetrate offerte da Carlo V, Maria d’Ungheria e Filippo II di Spagna. Tuttavia, il celebre Polittico dell’Agnello mistico, il capolavoro dei fratelli Van Eyck qui conservato, riuscì a sopravvivere e si salvò. La struttura subì anche danni a causa di incendi successivi, in particolare nel 1628 e nel 1640. L’incendio del 1640 distrusse la flèche (guglia) sulla torre-portico, che non fu più ricostruita, lasciando il campanile alla sua attuale altezza di 90 metri.

Maestosità gotica e splendore barocco

L’esterno della cattedrale si presenta come una massiccia struttura di pietra bianca. La facciata è dominata dall’alta torre-portico. Il profondo coro è circondato da cappelle radiali ricavate tra i contrafforti del deambulatorio. L’interno, quasi in contrasto come l’aspetto esteriore, è invece luminoso, trionfale. L’effetto cromatico interno è notevole, dato dall’accostamento della pietra bianca per l’ossatura strutturale e dei mattoni rossi per le pareti e le volte, insieme alla luce filtrata dalle vetrate.

Il presbiterio è separato dal deambulatorio da un recinto marmoreo del Seicento caratterizzato dalla bicromia bianco-nero. Questa zona custodisce importanti sepolcri di vescovi e cittadini illustri sepolti nella cripta. Tra questi, spicca il monumento funebre del vescovo Antoon Triest, un capolavoro in marmo bianco e nero del 1652-1654, realizzato da Jérôme Duquesnoy il Giovane. Altre importanti sepolture includono quelle di Cornelius Jansen, primo Vescovo di Gent, Pieter Damant, e Michelle di Valois, duchessa di Borgogna. Un altro notevole monumento funebre è quello del vescovo Attamont (Eugeen Albert d’Allamont), raffigurato in un colloquio con uno scheletro, opera di Jean del Cour (1667-1670).

I membri del Capitolo di San Bavone, stabilitosi qui nel 1539, dispongono di stalli nel coro, dove si trova anche il trono episcopale. Il Capitolo è ancora attivo oggi, con circa 20 membri che si occupano principalmente di dare lustro alle celebrazioni liturgiche e svolgono compiti amministrativi diocesani.

La torre-portico. Foto: Stad Gent - Dienst Toerisme
La torre-portico. Foto: Stad Gent - Dienst Toerisme
Interno della Cattedrale di San Bavone. Foto: Piet De Kersgieter
Interno della Cattedrale di San Bavone. Foto: Piet De Kersgieter
Interno della Cattedrale di San Bavone. Foto: Art in Flanders
Interno della Cattedrale di San Bavone. Foto: Art in Flanders
L'altare maggiore. Foto: Julian Lupyan
L’altare maggiore. Foto: Julian Lupyan
Il deambulatorio. Foto: Dominique Provost
Il deambulatorio. Foto: Dominique Provost
La cripta della cattedrale di San Bavone
La cripta della cattedrale di San Bavone

Il capolavoro della Cattedrale: il Polittico dell’Agnello Mistico

Il capolavoro assoluto e più famoso custode della Cattedrale di San Bavone è senza dubbio il Polittico dell’Agnello Mistico, opera fondamentale nella storia dell’arte occidentale. Commissionato dai patrizi di Gent Judocus Vijd ed Elisabeth Borluut, il polittico fu iniziato da Hubert van Eyck (Maaseik, 1366 circa – Gent, 1426) e completato nel 1432 dal fratello Jan van Eyck (Maaseik, 1390 – Bruges, 1441). Questo monumentale polittico, composto da dodici scomparti (originariamente venti pannelli di legno di quercia), fu esposto per la prima volta il 6 maggio 1432 nella cappella di Joos Vijd e Elisabeth Borluut all’interno della cattedrale.

L’opera è considerata un punto di svolta, per via del suo uso pionieristico della pittura a olio, tecnica che Jan van Eyck portò alla perfezione. L’applicazione di strati semitrasparenti conferisce al dipinto un senso di profondità e prospettiva senza precedenti e un realismo incomparabile. Al centro dell’opera è raffigurato l’Agnello che dà nome all’intera opera, simbolo di Cristo che offre il suo sangue per la redenzione dell’umanità.

Un recente e approfondito restauro ha rivelato la pittura originale di Van Eyck, nascosta da secoli di vernici indurite e ridipinture. Questo restauro ha anche permesso di decifrare un’iscrizione nascosta sui drappi d’onore dietro Maria e Giovanni Battista. L’analisi ai raggi X ha rivelato il nome di Lubrect (Hubert) e la data della sua morte, suggerendo che Jan Van Eyck dipinse il registro superiore come omaggio fraterno a Hubert.

La storia del polittico è stata estremamente turbolenta. È stato rubato o rimosso dalla cattedrale ben sette volte nel corso dei secoli, rendendolo uno dei dipinti più trafugati della storia. Nel 1794, ad esempio, i soldati francesi portarono i pannelli centrali a Parigi, che furono restituiti a Gent solo nel 1815. Un episodio celebre avvenne nel 1934, quando due pannelli laterali furono rubati: solo uno fu recuperato, e il pannello noto come quello dei “Giudici integri” è tuttora disperso, sostituito da una copia. Dopo la Seconda Guerra Mondiale, l’opera tornò nella Cappella Vijd, per essere trasferita alla Cappella Villa nel 1986.

Un nuovo Centro Visitatori (qui un approfondimento), situato nella cripta, inaugurato nel 2021 e realizzato dallo studio di architettura Riessauw, è diventato la casa dell’opera e permette di scoprire la storia tumultuosa della cattedrale e del polittico. Il nuovo centro visitatori della Cattedrale di San Bavone coniuga il patrimonio storico con le moderne tecniche costruttive, e si configura come un’infrastruttura funzionale e sostenibile, con particolare attenzione all’integrazione nel contesto storico. Per la sua realizzazione sono state impiegate tecniche avanzate per rinforzare le fondamenta e le strutture di supporto, essenziali per la protezione dell’edificio secolare. L’impiego di innovative tecniche di stabilizzazione garantisce che la cattedrale possa resistere ai carichi dei visitatori e all’impatto del tempo. A tal fine, sono stati scelti materiali di alta qualità compatibili con l’edificio esistente per evitare danni. Inoltre, sistema di climatizzazione del centro è progettato per proteggere al meglio gli interni e le opere d’arte esposte.

Nel Centro Visitatori è data ai visitatori la possibilità di utilizzare occhiali per la realtà aumentata, grazie ai quali è possibile viaggiare indietro nel tempo nella cripta della cattedrale e vivere la storia del polittico e della cattedrale come se se si prendesse parte agli eventi (sia il capolavoro che l’imponente edificio sono riprodotti nei minimi dettagli). Le famiglie con bambini possono inoltre partecipare a un tour guidato del centro visitatori. L’audioguida è disponibile in olandese, francese e inglese ed è adatta a bambini dai 6 anni in su e rappresenta un modo divertente per scoprire di più sul Polittico dell’Agnello mistico e sulla sua storia.

Jan van Eyck e Hubert van Eyck, Polittico dell’Agnello Mistico (datato 1432; olio su tavola, 350 x 470 cm aperto, 350 x 223 cm chiuso; Gent, Cattedrale di San Bavone). Foto: KIK-IRPA
Jan van Eyck e Hubert van Eyck, Polittico dell’Agnello Mistico (datato 1432; olio su tavola, 350 x 470 cm aperto, 350 x 223 cm chiuso; Gent, Cattedrale di San Bavone). Foto: KIK-IRPA
Il Polittico dell’Agnello Mistico chiuso. Ph. Credit KIK-IRPA
Il Polittico dell’Agnello Mistico chiuso. Ph. Credit KIK-IRPA
Il Polittico dell’Agnello Mistico nel Centro Visitatori della Cattedrale di San Bavone. Foto: Piet de Kersgieter
Il Polittico dell’Agnello Mistico nel Centro Visitatori della Cattedrale di San Bavone. Foto: Piet de Kersgieter
Il Polittico dell’Agnello Mistico nel Centro Visitatori della Cattedrale di San Bavone
Il Polittico dell’Agnello Mistico nel Centro Visitatori della Cattedrale di San Bavone
Il Polittico dell’Agnello Mistico nel Centro Visitatori della Cattedrale di San Bavone
Il Polittico dell’Agnello Mistico nel Centro Visitatori della Cattedrale di San Bavone

Gli altri tesori d’arte della Cattedrale

Sebbene l’Agnello Mistico sia il suo gioiello più famoso, la Cattedrale di San Bavone è una vera e raccolta di tesori artistici di altissimo livello. Gran parte di questi capolavori fu commissionata dopo l’istituzione del vescovado nel 1559.

Tra i dipinti più importanti spicca la Conversione di san Bavone (o L’Ingresso di san Bavone nel monastero di Gent), un’opera monumentale dipinta da Pieter Paul Rubens (Siegen, 1577 – Anversa, 1640) tra il 1623 e il 1624. L’opera, come detto, fu commissionata dal vescovo Antoon Triest per quello che era l’altare principale. Il dipinto narra la leggenda di San Bavone, che, dopo una vita dissoluta e la morte della moglie, si pentì e donò i suoi beni ai poveri. La scena mostra l’intendente che distribuisce le ricchezze, mentre Bavone, in armatura, si inginocchia per essere accolto da Sant’Amando.

Un altro pezzo significativo è il Trittico del Calvario, attribuito a Giusto di Gand (Joos van Wassenhove; Gent, 1430 circa – 1480 circa) e datato 1465. La cattedrale ospita anche opere di altri Maestri Fiamminghi, come Frans Pourbus il Vecchio (Bruges, 1545 – Anversa, 1581), che realizzò il Polittico di Gesù fra i Dottori nel 1571, oltre a quattordici pannelli che illustrano la Storia di Sant’Andrea. Altri artisti che si trovano nella Cattedrale di San Bavone sono Gaspar de Crayer, con dipinti come la Decollazione del Battista (1658), Lucas de Heere, autore dell’Incontro tra la regina di Saba e il re Salomone (1559), un’opera allegorica dove Salomone rappresenta Filippo II di Spagna, e Antoon van den Heuvel.

La cattedrale conserva anche una notevole collezione di arredi e tesori liturgici. Il pulpito barocco, realizzato tra il 1741 e il 1745 da Laurent Delvaux (Gent, 1696 – Nivelles, 1778) in legno di rovere, marmo bianco e nero, è uno degli elementi più vistosi e considerati uno dei migliori esempi del suo genere. Il maestoso altare maggiore è in marmo bianco, nero e rosso. Inoltre, i candelieri dell’altare maggiore sono splendide opere eseguite nel 1525 da Benedetto da Rovezzano (Benedetto Grazzini; Pistoia, 1474 – Vallombrosa, 1554), originariamente create per Enrico VIII d’Inghilterra.

Tra i pezzi più antichi e preziosi custoditi si annovera l’Evangelarium di Livinus, un manoscritto del IX secolo contenente i quattro Vangeli: è uno dei libri più antichi conservati in Belgio. Questo oggetto, insieme ad altri, fu trasferito dalla Sint-Baafsabdij (Abbazia di San Bavone) quando questa fu soppressa nel 1536. Il tesoro include anche reliquiari importanti, come quello della testa di San Giovanni Battista e i reliquiari di San Macario. La collezione di paramenti liturgici ricamati è riconosciuta come una delle più importanti del paese, con pezzi dal XV al XX secolo.

Jérôme Duquesnoy il Giovane, Monumento funebre di Antoon Triest
Jérôme Duquesnoy il Giovane, Monumento funebre di Antoon Triest
Jean del Cour, Monumento funebre del vescovo Allamont
Jean del Cour, Monumento funebre del vescovo Allamont
Giusto di Gand, Trittico del Calvario (1465)
Giusto di Gand, Trittico del Calvario (1465; olio su tavola, 250 x 216 cm; Gent, Cattedrale di San Bavone)
Pieter Paul Rubens, Conversione di san Bavone (1624; olio su tela, 475 x 280 cm; Gent, Cattedrale di San Bavone)
Pieter Paul Rubens, Conversione di san Bavone (1624; olio su tela, 475 x 280 cm; Gent, Cattedrale di San Bavone)
Lucas de Heere, L'incontro tra la regina di Saba e il re Salomone (1559; olio su tela, 183 x 260 cm; Gent, Cattedrale di San Bavone)
Lucas de Heere, L’incontro tra la regina di Saba e il re Salomone (1559; olio su tela, 183 x 260 cm; Gent, Cattedrale di San Bavone)
Il pulpito di Laurent Delvaux. Foto: Dominique Provost
Il pulpito di Laurent Delvaux. Foto: Dominique Provost
I candelieri di Benedetto da Rovezzano. Foto: Cedric Verhelst
I candelieri di Benedetto da Rovezzano. Foto: Cedric Verhelst

L’Organo: il più grande del Benelux

La Cattedrale di San Bavone è rinomata anche per i suoi organi. L’organo principale, situato nella chiesa superiore, è il più grande dell’intero Benelux. Lo strumento è diviso in due parti distinte e vanta cinque manuali più pedaliera. La parte più antica, nota come Kruisbeukorgel si trova nel transetto, da cui il nome (Kruisbeukorgel significa “Organo del transetto”). Fu costruita tra il 1653 e il 1655 da Louis Bys e Pierre Destrée di Lilla, sempre su commissione del vescovo Antonius Triest. Questo strumento, rinnovato nel 1767 da Lambertus Benoit Van Peteghem, risponde ai primi due manuali e alla pedaliera e conta 48 registri.

La seconda parte, l’organo del coro (Koororgel), è più moderno e si trova sopra il coro. Fu costruito da Johannes Klais per l’Esposizione Universale di Bruxelles del 1935, dove vinse un premio internazionale, e fu in seguito acquistato dal vescovo Coppieters. Con i suoi 90 registri, che rispondono ai manuali III, IV e V, esso si combina con i 48 registri dell’organo antico per un totale impressionante, confermando il primato di Gent come custode del più grande organo della regione.

Restauri e accessibilità

Il monumentale edificio ha richiesto grandi sforzi di conservazione. Una vasta campagna di restauro è iniziata nell’estate del 2005, pianificata in otto fasi con una durata prevista di almeno quindici anni e un costo stimato di oltre 25 milioni di euro, principalmente mirata alla preservazione della struttura. Una fase cruciale di questi lavori si è concentrata sulla torre alta 90 metri, il cui restauro è iniziato all’inizio del 2013 e ha richiesto l’installazione di impalcature per almeno quattro anni.

Oggi, la cattedrale è completamente accessibile al pubblico. Tuttavia, sebbene l’ingresso all’edificio sia gratuito, la visita al celebre Agnello Mistico nel nuovo centro visitatori, inaugurato nella cripta, è a pagamento. L’edificio è stato reso completamente accessibile alle persone con disabilità, incluse carrozzine. Per i visitatori non vedenti o ipovedenti, una maquette tattile in bronzo della Cattedrale, 150 volte più piccola dell’originale, è posizionata all’ingresso, corredata di testo in Braille che ripercorre la storia della cattedrale.

L’attuale cattedrale di San Bavone non funge più da parrocchia per la comunità locale, poiché la parrocchia è stata accorpata ad altre (Sint-Michiels e Sint-Niklaas) e la chiesa di San Michele serve ora come chiesa parrocchiale principale. La Sint-Baafskathedraal è rimasta tuttavia la chiesa madre e principale del Vescovado di Gent. La sua storia intricata, che si intreccia con il potere e le rivolte della città di Gent, e l’incredibile patrimonio artistico che ospita, la rendono una tappa imprescindibile durante un viaggio d’arte nelle Fiandre.


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