Castilla y León: viaggio nei siti spagnoli dell’UNESCO


La comunità spagnola di Castilla y León custodisce siti Patrimonio Mondiale UNESCO, dalla Cattedrale di Burgos al Cammino di Santiago, passando per città fortificate e paesaggi minerari, testimoni della storia, dell’arte e della vita umana nei secoli.

Castilla y León, regione della Spagna nord-occidentale, custodisce alcuni dei tesori culturali e naturali più importanti della nazione, testimoni dell’arte e della vita umana nel corso dei secoli. I siti della regione riconosciuti come Patrimonio Mondiale dall’UNESCO rappresentano un valore universale eccezionale, meritando protezione e valorizzazione secondo quanto stabilito dalla Convenzione sul patrimonio mondiale, culturale e naturale del 1972, ratificata in Spagna e incorporata nel suo ordinamento giuridico nel 1982.

La regione ospita un insieme di beni culturali che raccontano la complessità delle società europee e la loro evoluzione artistica e sociale. Tra essi si distinguono la Cattedrale gotica di Burgos, simbolo del genio architettonico medievale, e le città fortificate di Ávila e Segovia, che conservano mura, palazzi e monumenti straordinariamente integri. Salamanca si contraddistingue per l’Università e l’architettura plateresca, mentre il Cammino di Santiago testimonia secoli di pellegrinaggi e scambi culturali. Le antiche miniere romane di Las Médulas e i siti preistorici di Atapuerca e Siega Verde completano il quadro, offrendo una preziosa testimonianza della vita e delle pratiche artistiche dei popoli del passato. Insieme, i siti presentano una panoramica singolare della ricchezza storica e culturale di Castilla y León, confermandone il ruolo centrale nella storia della Spagna e la sua rilevanza per l’eredità mondiale.

1. Città di Burgos, Patrimonio Mondiale nel 1984

La Cattedrale di Burgos rappresenta uno degli esempi più notevoli di architettura gotica in Spagna, svolgendo un ruolo centrale nella diffusione delle forme artistiche del XIII secolo e influenzando profondamente l’arte e l’architettura tra Medioevo e Rinascimento. Situata nella città medievale, ai piedi del castello e lungo il Cammino di Santiago, la cattedrale riflette l’importanza storica e culturale di Burgos. La città stessa, fondata nel 884 dal conte Diego Rodríguez come enclave militare, iniziò a svilupparsi nel 1071, trasformandosi tra il XII e il XVI secolo in un fiorente centro commerciale, raggiungendo il suo massimo splendore nel Rinascimento. In questo periodo, la cattedrale e le principali parrocchie divennero punti di riferimento essenziali lungo le vie di comunicazione e per i pellegrini del Cammino di Santiago.

L’attuale cattedrale, costruita a partire dal 1221 per volere di Ferdinando III e del vescovo Maurizio, sostituì una precedente cattedrale romanica dell’XI secolo. Tra XV e XVI secolo, la famiglia Colonia ampliò la cappella maggiore e realizzò la Cappella del Conestabile, le guglie delle torri e la cupola, ricostruita da Juan de Vallejo, mentre Diego de Siloé progettò la Scala d’Oro. La pianta dell’edificio prevede tre ampie navate, intorno alle quali si dispongono tredici cappelle distribuite in modo irregolare, e una navata centrale a croce latina, con transetto della stessa altezza della navata principale. Tra gli elementi più notevoli figurano le porte gotiche del Sarmental e del Coronería e la porta rinascimentale della Pellejería.

La Cattedrale di Burgos racchiude, nelle sue cappelle, vetrate, tombe, pale d’altare e arredi, le principali innovazioni artistiche del tardo Medioevo e del primo Rinascimento, integrate da straordinari esempi barocchi. L’architettura gotica, arricchita da importanti ampliamenti e modifiche nel XVI secolo, rappresenta un eccezionale esempio di armonia e creatività artistica, testimonianza duratura del genio dei maestri che vi operarono.

Cattedrale di Burgos. Foto: Patrice Thébault © UNESCO
Cattedrale di Burgos. Foto: Patrice Thébault © UNESCO
Cattedrale di Burgos. Foto: Patrice Thébault © UNESCO
Cattedrale di Burgos. Foto: Patrice Thébault © UNESCO
Cattedrale di Burgos. Foto: Patrice Thébault © UNESCO
Cattedrale di Burgos. Foto: Patrice Thébault © UNESCO

2. Città di Segovia, Patrimonio Mondiale nel 1985

Segovia si distingue principalmente per il suo acquedotto romano (qui per leggere il nostro approfondimento), uno dei monumenti più emblematici della città, ma rappresenta anche un esempio straordinario di coesistenza tra le culture cristiana, musulmana ed ebraica, testimoniata dall’ampio patrimonio monumentale distribuito in quartieri ben precisi. La città si trova nel sud-est della regione, su un’altura rocciosa a oltre 1.000 metri sul livello del mare, e si affaccia sui fiumi Eresma e Clamores, circondata da frutteti e boschi che ne accentuano il fascino pittoresco. Con radici celtibere, Segovia assunse grande rilievo durante l’Impero Romano, coniando moneta e divenendo successivamente un insediamento visigoto. Conserva un prezioso complesso romanico e, alla fine del Medioevo, la sua industria tessile raggiunse un ruolo di primo piano, culminando nel XVI secolo.

L’acquedotto romano, costruito intorno al 50 d.C., si estende per quasi 15 chilometri e conta oltre 20.000 blocchi di pietra assemblati senza malta, in equilibrio perfetto. Oggi si presenta in uno stato di conservazione straordinario. Tra gli altri monumenti di rilievo figurano l’Alcázar dell’XI secolo e la cattedrale gotica del XVI secolo, considerata insieme alla Cattedrale Nuova di Salamanca uno degli ultimi esempi dell’architettura gotica in Spagna. Notevoli sono anche le chiese romaniche di San Juan de los Caballeros, San Lorenzo e La Veracruz, insieme a numerose strutture civili, archi, portali e cortili. Segovia riveste inoltre un ruolo storico: presso l’Alcázar, Isabella la Cattolica fu proclamata regina di Castiglia nel 1474, e la città divenne successivamente uno dei centri principali della Guerra delle Comunità.

Cattedrale di Segovia. Foto: Eric Esquivel © UNESCO - Eric Esquivel
Cattedrale di Segovia. Foto: Eric Esquivel © UNESCO - Eric Esquivel
Segovia, l’acquedotto Romano. Foto: Finestre sull’Arte
Segovia, l’acquedotto Romano. Foto: Finestre sull’Arte
La torre vecchia di Segovia. Foto: Tim Schnarr © Limes.Media/Tim Schnarr
La torre vecchia di Segovia. Foto: Tim Schnarr © Limes.Media/Tim Schnarr

3. Città di Ávila, Patrimonio Mondiale nel 1985

La città di Ávila rappresenta un eccellente esempio di città fortificata medievale, famosa per aver conservato integralmente le sue mura e per il ricco patrimonio di monumenti civili e religiosi. Situata a sud della regione, Ávila sorge su un’altura che domina la riva destra del fiume Adaja. I primi insediamenti risalgono ai vettoni, popolo celtico che abitò la penisola prima dei romani, nel VII secolo a.C., ma furono proprio i romani a definire la struttura urbana della città. Successivamente, con l’arrivo della cultura araba, Ávila venne riconquistata nel 1085, anno in cui iniziarono i lavori per la costruzione della cinta muraria. Il periodo di massimo splendore coincide con l’epoca dei Re Cattolici, nonostante il declino demografico causato dall’espulsione di ebrei e mori. Nel XVI secolo la città acquisì ulteriore fama come luogo di nascita di Santa Teresa di Gesù.

Le mura, simbolo indiscusso di Ávila, sono tra le meglio conservate di tutta la Spagna. All’interno del perimetro murario si trovano edifici religiosi di grande pregio, tra cui la cattedrale, considerata la prima in stile gotico spagnolo, oltre a palazzi e dimore signorili che riflettono il carattere mistico e militare della città. Al di fuori delle mura, meritano attenzione le quattro chiese romaniche comprese nella dichiarazione del patrimonio: San Vicente, San Segundo, San Andrés e San Pedro.

Città Vecchia di Ávila e le sue mura. Foto: Alcira Sandoval-Ruiz © UNESCO - Alcira Sandoval-Ruiz
Città Vecchia di Ávila e le sue mura. Foto: Alcira Sandoval-Ruiz © UNESCO - Alcira Sandoval-Ruiz
Città Vecchia di Ávila e le sue mura. Foto: Alcira Sandoval-Ruiz © UNESCO - Alcira Sandoval-Ruiz
Città Vecchia di Ávila e le sue mura. Foto: Alcira Sandoval-Ruiz © UNESCO - Alcira Sandoval-Ruiz
Città Vecchia di Ávila e le sue mura. Foto: Tim Schnarr © Limes.Media/Tim Schnarr
Città Vecchia di Ávila e le sue mura. Foto: Tim Schnarr © Limes.Media/Tim Schnarr

4. Città di Salamanca, Patrimonio Mondiale nel 1988

La città antica di Salamanca si distingue per la presenza di un elevato numero di monumenti di rilevanza storica e artistica, che spaziano dallo stile romanico e gotico a quello arabo, rinascimentale e barocco. In verità, ciò che più identifica Salamanca è lo stile plateresco e la storica Università della città. Situata a sud-ovest della Comunità autonoma di Castilla y León, la città sorge su tre colli lungo la riva destra del fiume Tormes. Il suo territorio conserva tracce che vanno dal Paleolitico ai Celti e ai Romani. Conquistata dagli Arabi, Salamanca fu ricostruita e ripopolata all’inizio del XII secolo. Il suo sviluppo prende slancio nel XIII secolo con la fondazione dell’Università, mentre nel XVI secolo raggiunge un’ulteriore rilevanza grazie ai grandi umanisti. Nel XVIII secolo diventa centro di riferimento per l’arte dei Churriguera, la cui influenza si estese fino all’America Latina.

Uno degli elementi più caratteristici della città è il colore dorato della pietra di Villamayor, utilizzata per la maggior parte dei suoi edifici storici. Tra i monumenti più importanti spiccano l’Università, iniziata all’inizio del XV secolo, la Cattedrale Vecchia, i cui lavori iniziarono nel 1140, la Cattedrale Nuova (XVI-XVIII secolo) e la Plaza Mayor, progettata da Churriguera e avviata nel 1729. Salamanca costituisce un complesso monumentale di eccezionale valore, rimasto sostanzialmente intatto e capace di dimostrare la continuità storica e culturale della città fino ai giorni nostri.

Città Vecchia di Salamanca (Spagna). Foto: Tania Petisco H. © Tania Petisco H. - WHC
Città Vecchia di Salamanca (Spagna). Foto: Tania Petisco H. © Tania Petisco H. - WHC
Città Vecchia di Salamanca (Spagna). Foto: Yvon Fruneau © UNESCO - UNESCO Photobank
Città Vecchia di Salamanca (Spagna). Foto: Yvon Fruneau © UNESCO - UNESCO Photobank
Città Vecchia di Salamanca (Spagna). Foto: Tania Petisco H. © Tania Petisco H.
Città Vecchia di Salamanca (Spagna). Foto: Tania Petisco H. © Tania Petisco H. - WHC

5. Cammino di Santiago, Patrimonio Mondiale nel 1993

Il Cammino di Santiago rappresenta uno dei percorsi di pellegrinaggio più rilevanti d’Europa, con un ruolo che va oltre la dimensione spirituale: fin dal Medioevo ha costituito una via di comunicazione e scambio culturale, mantenendo la sua importanza fino ai giorni nostri. In Spagna il Cammino si articola in diverse vie d’accesso verso Santiago: il Camino del Norte, la Vía de la Plata, il Camino Inglés e altre ancora. Tra queste, il Cammino Francese si distingue per l’ampia diffusione storica e per l’impatto monumentale e culturale che ha lasciato. La sua partenza avviene a Valcarlos, in Navarra, e il percorso attraversa le Comunità Autonome di Aragona (Huesca e Saragozza), La Rioja, Castiglia e León (Burgos, Palencia e León) e la Galizia (Lugo e A Coruña). Il tragitto tocca città e villaggi rinomati, tra cui Jaca, Estella, Logroño, Santo Domingo de La Calzada, Nájera, Burgos, Castrojeriz, Frómista, Carrión de los Condes, Sahagún, León, Astorga, Ponferrada e Villafranca del Bierzo, fino a giungere a Santiago de Compostela.

Prima che i resti dell’apostolo Giacomo il Maggiore fossero custoditi in città, i pellegrinaggi si muovevano per motivazioni culturali e sociali, con l’obiettivo di raggiungere il comune spagnolo di Finisterre. I primi pellegrinaggi religiosi partirono da Oviedo nel IX secolo lungo il cosiddetto Cammino Primitivo. In realtà, l’espansione dei pellegrinaggi si consolidò nell’XI secolo grazie al sostegno dei re Sancho III il Grande, Sancho Ramírez di Navarra e Aragona e Alfonso VI, che promossero la costruzione di chiese, ponti e ospizi lungo il percorso, dando origine al Cammino Francese. Durante il Medioevo, il percorso cristiano assunse quindi un’importanza straordinaria, lasciando un’eredità artistica e culturale di grande rilievo e favorendo il passaggio e l’influsso di persone, idee e tradizioni in tutta Europa.

Cattedrale di Astorga. Foto: Patrice Thébault © UNESCO
Cattedrale di Astorga. Foto: Patrice Thébault © UNESCO
Cammino di Santiago de Compostela. Foto: Juan Carlos Gil Ballano © JC Gil Ballano
Cammino di Santiago de Compostela. Foto: Juan Carlos Gil Ballano © JC Gil Ballano

6. Las Médulas, Patrimonio Mondiale nel 1997

Le miniere d’oro di Las Médulas rappresentano uno degli esempi più straordinari dell’ingegnosità romana nell’estrazione mineraria a cielo aperto. Situate a ovest di León (non lontano dal confine con la Galizia), l’area si caratterizza per un terreno composto da ciottoli, sabbia e argilla, dove l’oro non si presenta in filoni o masse compatte. Per estrarne il metallo, i Romani dovevano lavorare enormi quantità di materiale, dando forma a un paesaggio oggi riconoscibile per le ripide pareti argillose, i tunnel e le grotte scavati, immersi in boschi di castagni. L’attività mineraria raggiunse il suo massimo splendore durante il regno di Traiano, tra la fine del I secolo e l’inizio del II secolo d.C. Il declino iniziò intorno al 150 d.C., mentre l’abbandono definitivo del sito si registrò solo nei primi anni del III secolo.

Las Médulas conserva dunque un valore incredibile per la sua estensione, il numero di tracce archeologiche, ma anche per lo stato di conservazione delle strutture. Le miniere costituiscono un punto di riferimento nello studio della storia mineraria, rivelando l’impressionante tecnologia romana e l’enorme trasformazione del territorio e delle comunità locali. Esse dimostrano l’organizzazione, l’economia e la società dell’epoca, presentando una visione singolare del rapporto tra uomo, risorse naturali e ambiente.

Las Médulas. Foto: Geoff Mason © OUR PLACE The World Heritage Collection
Las Médulas. Foto: Geoff Mason © OUR PLACE The World Heritage Collection
Las Médulas. Foto: Eduardo Seco © Instituto del Patrimonio Cultural de España. Ministerio de Educación, Cultura y Deporte
Las Médulas. Foto: Eduardo Seco © Instituto del Patrimonio Cultural de España. Ministerio de Educación, Cultura y Deporte

7. Sito archeologico di Atapuerca, Patrimonio Mondiale nel 2000

Il sito archeologico di Atapuerca è costituito da un complesso di luoghi in cui sono state rinvenute le più antiche e numerose testimonianze dell’essere umano. Si trova nella Sierra de Atapuerca, una collina situata nei pressi della città di Burgos, che si estende da nord-ovest a sud-est lungo la valle del fiume Arlanzón. La documentazione archeo-paleontologica di Atapuerca copre un arco temporale che va da circa un milione di anni fa fino a circa 100.000 anni fa. Tra i principali siti che compongono il complesso, spiccano la Gran Dolina, la galleria-covacha de los Zarpazos, il sito Penal, la Sima del Elefante, la Sima de los Huesos e il Mirador.

I resti fossili della Sierra de Atapuerca presentano una riserva incredibile di informazioni sulla morfologia e sullo stile di vita delle prime comunità umane europee. Tra questi emergono l’Homo antecessor, (forse antenato diretto dell’Homo sapiens), datato a oltre 780.000 anni fa e unico al mondo per la sua testimonianza, e l’Homo heidelbergensis, progenitore dei Neanderthal europei, i cui resti, grazie all’abbondanza (pari all’80% di quelli conosciuti a livello mondiale), alla varietà e alla qualità, rappresentano un riferimento fondamentale per gli studi sull’evoluzione del genereHomo. Anche i reperti faunistici e gli strumenti archeologici rinvenuti a Atapuerca hanno un valore eccezionale, sia per la loro antichità sia per la loro quantità, fornendo una testimonianza diretta della vita quotidiana delle prime comunità umane.

Sito archeologico di Atapuerca. Foto: Beatriz Pinilla © Beatriz Pinilla
Sito archeologico di Atapuerca. Foto: Beatriz Pinilla © Beatriz Pinilla
Sito archeologico di Atapuerca. Foto: Beatriz Pinilla © Beatriz Pinilla
Sito archeologico di Atapuerca. Foto: Beatriz Pinilla © Beatriz Pinilla

8. Siega Verde, Patrimonio Mondiale nel 2010

Il complesso della Siega Verde rappresenta un’estensione dei siti portoghesi della Valle del Côa, inseriti nel 1998 nella Lista del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO. Insieme, i luoghi costituiscono l’insieme di arte rupestre paleolitica all’aperto più importante della Penisola Iberica. Il complesso si trova all’estremo occidentale della provincia di Salamanca, in prossimità del confine con il Portogallo. Le incisioni rupestri sono visibili su affioramenti di scisto lungo il ponte sul fiume Águeda, noto come Puente de Siega Verde, e si estendono su un’area di circa un ettaro, seguendo principalmente la sponda sinistra del corso d’acqua.

L’insieme rupestre comprende 91 pannelli sui quali sono state identificate circa 450 figure. Tra queste figurano equidi, uro, bisonti, cervi, renne, megaceri e capridi, tipici della fauna di quel periodo, insieme a rappresentazioni antropomorfe e simboli astratti di grande valore figurativo. Tutte le figure sono state realizzate mediante tecniche di picchiettatura o incisione sulla roccia. Gli aspetti stilistici, tecnici e tematici collocano queste opere nel Paleolitico Superiore (20.000 - 11.000 a.C.), epoca di sviluppo delle culture solutreana e magdaleniana. Siega Verde e la Valle del Côa presentano un esempio eccezionale dei primi gesti di creazione simbolica dell’uomo, rivelando al contempo le forme di vita, l’economia e la spiritualità nelle fasi iniziali dello sviluppo culturale umano.

Siti di arte rupestre preistorica nella valle del Côa e Siega Verde (Portogallo, Spagna). Foto: Vincent Long © OUR PLACE The World Heritage Collection
Siti di arte rupestre preistorica nella valle del Côa e Siega Verde (Portogallo, Spagna). Foto: Vincent Long © OUR PLACE The World Heritage Collection
Siti di arte rupestre preistorica nella valle del Côa e Siega Verde (Portogallo, Spagna). Foto: Vincent Long © OUR PLACE The World Heritage Collection
Siti di arte rupestre preistorica nella valle del Côa e Siega Verde (Portogallo, Spagna). Foto: Vincent Long © OUR PLACE The World Heritage Collection

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