Questa florida Maddalena penitente è opera di Giuseppe Maria Crespi (Bologna, 1665 - 1747), uno dei principali artisti attivi sulla scena emiliana a cavallo tra Sei e Settecento. La santa penitente, la peccatrice redenta, è raffigurata durante la sua meditazione nella grotta, con i tipici attributi iconografici: il crocifisso davanti al quale prega (cosa che sta facendo anche nel momento in cui viene raffigurata da Crespi), il libro, il teschio simbolo di vanità.
La figura della Maddalena dimostra come Crespi, pittore sostanzialmente anticlassico, abbia assimilato la lezione di Pieter Paul Rubens, al quale rimandano tanto le fattezze della Maddalena quanto la sua posa in torsione, debitrice nei confronti delle invenzioni del grande maestro barocco, ma forse anche ispirata a qualche soluzione di Ludovico Carracci. Clovis Whitfield ha poi rilevato la dipendenza della Maddalena di Crespi dai disegni e dai pastelli di Federico Barocci, artista urbinate che Crespi conosceva sia perché era stato a Urbino, sia perché aveva visto le sue opere nelle raccolte del cardinale Leopoldo de' Medici. Ancora, si è rilevato come la raffinata irrequietezza della stesura rimandi all'ultimo Guido Reni ma anche a Simone Cantarini.
L'opera si trova attualmente alla Pinacoteca Nazionale di Bologna che l'ha acquistata nel 1996 dietro trattativa privata dalla Whitfield Fine Arts, per la cifra di trecento milioni di lire. L'opera, negli anni Venti (per l'esattezza nel 1926) compariva nella famosa collezione Loeser a Firenze, che fu poi liquidata: il dipinto fu dunque venduto a una società che a sua volta lo cedette a una collezione privata inglese.
22 marzo 2018
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