Bonisoli è già in mood da campagna elettorale: con un video elenca il suo bilancio dei 14 mesi al MiBAC


Il ministro dei beni culturali, Alberto Bonisoli, elenca il bilancio dei suoi 14 mesi al MiBAC in un video che sa già di campagna elettorale.

Con un video pubblicato sulla sua pagina Facebook, il ministro dei beni culturali Alberto Bonisoli respinge neanche troppo velatamente le accuse mosse al Movimento 5 Stelle (di cui è membro) dalla Lega Nord, che nei giorni scorsi ha innescato una crisi di governo accusando i pentastellati di voler dar vita a un “governo dei no”. Con il suo video, Bonisoli respinge le accuse ed elenca i “sì” e i “no” che, a suo dire, sono stati prodotti durante i suoi 14 mesi al Ministero dei Beni Culturali, per stilare quindi il suo bilancio della sua azione di governo.

“In questi giorni non sono particolarmente contento”, esordisce Bonisoli, “perché, come sapete, questa settimana c’è stata la dimissione del governo di cui faccio parte a causa di una perplessità da parte dell’altro partner della coalizione, il quale ha detto che era stufo di sentire tanti ‘no’”.

“Fermo restando”, continua Bonisoli, “che solamente i sempliciotti dicono sempre sì e gli ottusi dicono sempre no, noi abbiamo detto, durante questi quattordici mesi di lavoro che abbiamo fatto per il Ministero per i Beni e per le Attività Culturali, tantissimi sì e anche qualche no perché quando ci vuole, ci vuole. Ne approfitto per ricordare alcuni dei sì che abbiamo detto, perché è importante che rimanga traccia del lavoro che abbiamo fatto. Abbiamo detto sì all’aumento del personale di questo ministero, che si stava letteralmente dissanguando; abbiamo detto sì in una scommessa importante sui nostri giovani che potranno entrare per sempre nei musei statali spendendo solamente due euro; abbiamo detto sì all’aumento delle giornate gratuite che sono passate da dodici a venti, perché vogliamo che tutti possano godere dei musei e dei tesori che custodiamo all’interno dei nostri musei; abbiamo detto sì alle soprintendenze uniche perché è importante che i cittadini abbiano un rapporto semplice e veloce con l’amministrazione; abbiamo detto sì alla fine del precariato nelle fondazioni lirico-sinfoniche (c’è un decreto che è diventato legge: è un primo passo, ma almeno da oggi ci sarà la possibilità di stabilizzare chi magari lavora all’interno della lirica da anni con dei contratti sempre rinnovati uno dietro l’altro); abbiamo detto sì alla sicurezza, perché per la prima volta abbiamo un piano per mettere a posto le normative antincendio di tutti gli edifici del ministero, dove spenderemo 109 milioni per più di 300 interventi di messa a punto; abbiamo detto sì ai musei del design(per la prima volta Milano avrà due musei del design a partire dall’anno prossimo e potrà far vedere al mondo di che cosa è capace una capitale del design come Milano); e abbiamo detto sì anche alla valorizzazione con grande visione di quello che è il nostro patrimonio museale. In questo momento io mi trovo al Cenacolo che entra a far parte della Grande Brera, perché Milano ha bisogno di avere un grande attrattore culturale che generi flussi turistici, come esattamente tante altre città d’arte riscoprendo una vocazione, appunto, di città d’arte che magari Milano aveva dimenticato in questi anni”.

Infine, conclude Bonisoli, “abbiamo detto anche qualche no, certamente: abbiamo detto no quando si è trattato di vedere i comportamenti dove attraverso delle finte cooperative si andava a utilizzare delle persone all’interno dei musei spendendo il meno possibile e pagando degli stipendi da fame. Questo non avverrà più. Abbiamo detto no quando ci sono giunte delle richieste di regionalizzazione che abbiamo ritenuto eccessive, come ad esempio la regionalizzazione del Fondo Unico per lo Spettacolo che per definizione deve rimanere nazionale, e poi le regioni potranno affiancare dei fondi regionali quanto vogliono. E infine abbiamo detto no quando abbiamo visto in giro per l’Italia delle situazioni di trattare come se fosse una merce il patrimonio culturale che non andava bene, e mi limito a ricordare il caso della ruota panoramica di fianco agli scavi di Pompei, a cui abbiamo detto assolutamente che non andava bene. Questo è in estrema sintesi il bilancio di questi quattordici mesi, noi siamo pronti anche ad andare avanti a lavorare, ma l’importante è che i cittadini sappiano che cosa è stato fatto e finisca finalmente questa assurda narrazione che in questo governo c’erano dei ministeri che volevano semplicemente dire di no a tutto. Questo non è vero, non è mai accaduto e mai accadrà”.

Bonisoli è già in mood da campagna elettorale: con un video elenca il suo bilancio dei 14 mesi al MiBAC
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