Roma, lavoratori spettacolo occupano teatro. Franceschini li incontra: “sono con voi”


Da ieri i lavoratori dello spettacolo stanno occupando il Globe Theatre di Roma per chiedere una riforma strutturale del settore. Il ministro della cultura Dario Franceschini li ha incontrati: “sono con voi”, ha detto.

Un gruppo di lavoratori dello spettacolo da ieri mattina a Roma sta occupando il Globe Theatre a Villa Borghese, intitolato a Gigi Proietti lo scorso novembre: un’azione di protesta contro le chiusure indiscriminate che ormai da quasi sette mesi colpiscono il mondo della cultura, ma non solo. I lavoratori, che fanno capo al gruppo Autorganizzat_ Spettacolo Roma, chiedono infatti una riforma strutturale del settore, un tavolo interministeriale per aprire un dialogo reale, misure contro la frantumazione dei contratti, un reddito universale, formazione retribuita e permanente, la redistribuzione dei fondi pubblici, investimenti su cultura e sicurezza, spazi pubblici per la produzione artistica e culturale indipendente. “Dopo più di un anno dal blocco degli spettacoli dal vivo”, scrivono gli occupanti in un comunicato, “chiediamo una riforma strutturale del settore. Non vogliamo una riapertura senza sicurezza, che ci faccia ripiombare in un mondo del lavoro ancora più incerto e privo di garanzie”.

I lavoratori fanno sapere che non hanno occupato per chiedere la riapertura dei teatri: “troppi spazi piccoli e medi”, spiegano, “non riuscirebbero a riaprire in queste condizioni”, e troppi lavoratori “continuerebbero a rimanere a casa senza reddito. La falsa ripartenza della scorsa estate ce lo ha dimostrato”. L’occupazione proseguirà con tavoli tematici, assemblee, dibattiti, momenti di approfondimento e autoformazione a cui sarà possibile partecipare sia in presenza sia online sulla pagina Facebook del gruppo. La riforma del settore, chiedono i lavoratori, dovrà passare attraverso “una continuità di reddito e un’equa redistribuzione delle risorse per tutti/e i/le lavoratori/trici precari/e, intermittenti, autonomi/e, al nero, del nostro settore e di tutti gli altri”.

Dal Globe Theatre arrivano anche alcune proposte concrete per l’immediato: revisione dei CCNL per superare le disparità contrattuali e la confusione burocratica che governa le relazioni lavorative nel settore, un riconoscimento giuridico delle categorie dei lavoratori della cultura e delle loro attività differenziate, l’inserimento di alcune categorie nella lista dei lavori usuranti, la revisione del sistema previdenziale, l’internalizzazione dei lavoratori a tempo determinato di grandi enti, fondazioni, teatri, musei. “Non è più tollerabile”, scrivono in una nota i lavoratori, “che ci siano nello stesso luogo di lavoro disparità contrattuali, remunerative e tutelari, spesso causate anche dalla presenza di differenti parti datoriali: ecco perché è fondamentale vietare o ridurre al minimo la pratica degli appalti e subappalti”.

L’incontro con il ministro della cultura Dario Franceschini

I lavoratori sono stati incontrati nel pomeriggio dal ministro della cultura, Dario Franceschini, che si è recato a sorpresa al Globe Theatre e ha assistito per circa un’ora all’assemblea degli occupanti, all’interno del teatro. “Ho apprezzato il tono costruttivo, positivo anche di protesta che ha accompagnato questa azione”, ha dichiarato il ministro. “Ci tengo innanzitutto a dire che io non sono la controparte, io ho il dovere di essere il vostro rappresentante nelle istituzioni. Ho dovere di rappresentare il vostro mondo e ho cercato di farlo fin dall’inizio della pandemia, quando è arrivata questa bufera, che ha travolto tutto il paese”.

“La pandemia ha colpito in particolare il mondo della cultura portando alla chiusura di tutti i luoghi, tranne qualche mese d’estate”, ha proseguito Franceschini. “È stata una conseguenza dolorosa per il paese oltre per chi lavora nel settore: le maestranze, gli artisti, quelli che tengono vivo il teatro, lo spettacolo dal vivo. Noi abbiamo cercato di intervenire con tutti gli strumenti di urgenza che si sono in parte cumulati a quelli generali previsti per le imprese e per i lavoratori e, per la prima volta in un settore che non aveva alcuna forma di protezione sociale, sono arrivati gli ammortizzatori sociali e quegli interventi, 600mila euro, per il fondo per i precari, i non garantiti e gli intermittenti. Nel corso di questo lavoro abbiamo avuto la possibilità di censire un mondo di cui non si conoscevano i numeri. Si parlava da tempo dell’esigenza di regolarizzare i lavoratori del settore, di farli uscire da un rapporto con poche protezioni sociali e questo ha consentito, così, di avere una mappa precisa dei lavoratori intermittenti. C’è una legge delega che consente di andare con uno strumento legislativo accelerato ad approvare una norma che renda permanente alcune protezioni che abbiamo introdotto nella fase di emergenza. Stiamo anche affrontando, in queste ore, il problema di coloro che hanno avuto i contributi dell’emergenza ma non hanno potuto versare la quota relativa a coprire il proprio percorso pensionistico per il 2020/2021 e stiamo cercando di capire come evitare che ci siano dei “vuoti previdenziali” per quest’ultimi”.

Il ministro ha poi confermato l’incontro con i rappresentanti di categoria per il prossimo 22 aprile, assieme al ministro del lavoro Andrea Orlando. “È una grande operazione che stiamo facendo con il ministero del Lavoro e lo vogliamo fare ascoltando le associazioni di categoria e tutte quelle che se ne stanno occupando e che sono sorte in questo anno e mezzo di emergenza in modo spontaneo e molto vivace. La Commissione parlamentare ha finito un’indagine conoscitiva e la renderà nota la prossima settimana e darà un quadro più chiaro in cui poter intervenire per dare non solo una garanzia dell’uscita dall’emergenza ma anche nuove prospettive per i lavoratori del settore che per troppi decenni non le hanno avute”.

Nella foto: il Globe Theatre occupato

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