L'approfondimento su Luca Signorelli ci porta alla scoperta di un'opera di cui parliamo durante il podcast, e cioè il "Compianto sul Cristo morto", ma Ambra vuole porre l'attenzione su un particolare importante dell'opera, e cioè il paesaggio: un paesaggio ameno, bellissimo, carico di significati.
Un connubio del tutto indispensabile quello fra l'uomo e la natura, ma vi siete mai chiesti
come poteva apparire il paesaggio agli occhi di Luca Signorelli?
La storia dell'arte di tutti i tempi ci ha regalato un'infinità di opere dedicate al tema del
paesaggio, ma ancor piu numerose e varie sono le modalità con le quali la natura è stata
rappresentata durante il susseguirsi dei secoli.
Il paesaggio, come interazione fra l'essere umano e la natura trasmette all'uomo infinite
sensazioni e sollecitazioni che, come primo risultato portano ad una catalogazione del
paesaggio stesso in diverse tipologie: montano, marino, campestre, urbano e così via.
Ciascun paesaggio poi, può provocare momenti interiori di elevazione, smarrimento,
abbandono e quant'altro. Da qui nasce il desiderio di riprodurlo con disegni, dipinti,
affreschi e per tale motivo non si può fare a meno di ricordare che il rinascimento ha la
propria peculiarità nella restituzione della rappresentazione della profondità spaziale
secondo un metodo scientifico, basato sulla geometria descrittiva e sulla aritmetica.
Nascono in questo periodo veri e propri trattati come il De prospectiva pingendi di Piero
della Francesca che spiega il degradare del piano ed in quali misure le cose e le persone si
rimpiccioliscono in lontananza.
Nturalmente il tema del paesaggio non potè non risentire di questa importante
innovazione ed il risutato è possibile evincerlo dall'opera "Compianto sul Cristo morto"
di Luca Signorelli. In essa, l'artista ha saputo organizzare lo spazio in modo da dare il
senso della profondità senza ricorrere a linee di fuga o a direttrici prospettiche rigide ed
ingombranti. La disposizione dei personaggi in primo piano lascia lo spazio sufficiente ad
una porzione di prato che ha la funzione di paramento dimensionale da cui partire per
comprendere il degradare dello spazio.
L'opera, interamente dipinta dal Signorelli fu conclusa nel 1502 ed ancora oggi mantiene
un forte potere evocativo che colpisce l'osservatore nella sua intinità, sia per le sue
grandi dimensioni, sia per il realistico uso dei colori.
La forza plastica delle figure inserite in un contesto paesaggistico che si estende verso
orizzonti lontani, comprende una precisa resa naturalistica che non trascura specie diverse
di piante ed animali, in una prospettiva precisa ed esatta.
Questa stessa scenografia naturalistica ha il potere di evidenziare il primo piano della
visione dove l'occhio dell'osservatore prontamente si concentra in particolare sulla
perfetta anatomia del nudo corpo di Cristo. Esso è stato tradizionalmente collegato
all’aneddoto vasariano riguardante la morte del figlio Antonio durante la pestilenza del
1502.
La complessa composizione inoltre induce l'osservatore a porre l'attenzione sulle due
scene della Crocifissione e della Resurrezione presenti sullo sfodo ed inserite in un
paesaggio caratterizzato da un laghetto circondato da un vasto prato verdeggiante,
impreziosito a sua volta da piante ed alberi secolari.
Il mondo della natura si carica così di numerosi significati simbolici e di valenze
caratteristiche, come ad esempio il bellissimo esemplare di pioppo così ben riprodotto
dall'artista. Egli ha cercato qui di restituire il linguaggio simbolico che ha a lungo
accompagnato la cultura umanistica centrata come noto sull'uomo, misura di tutte le cose,
ma sempre e comunque in dialogo con la natura nelle sue manifestazioni più spettacolari
e prodigiose.
Il pioppo ad esempio, ha assunto sin dall'antichità una connotazione funeraria; lo stesso
Plinio ricorda che i defunti venivano coperti con foglie di pioppo nero. Simbolo della
Passione di Gesù viene qui associato all'acqua, simbolo della purezza di Cristo.
In tale opera quindi, nessun particolare non può non essere preso in considerazione, dalla
più complessa simbologia cristiana fino alla quotidiana bellezza di un fiore che sboccia.
Ambra Grieco