Dolcezza e simbolismi: l'Adorazione nel bosco di Filippo Lippi

La nota

2010, Undicesima puntata

Protagonista di questa puntata de La nota è un grande capolavoro di Filippo Lippi risalente al 1459: l'Adorazione nel bosco, conosciuta anche come "Adorazione di Palazzo Medici", perché un tempo si trovava all'interno di Palazzo Medici-Riccardi a Firenze (oggi è conservata allo Staatliche Museen di Berlino). Facciamoci guidare da Ambra e ammiriamo questa stupenda opera d'arte.


Nessuno avrebbe mai creduto che quel piccolo orfanello irrequieto e “nella erudizione delle lettere grosso e male atto ad imparare” riuscisse un giorno a coltivare un così eccelso “ingenio nelle azioni di mano”.
n Proprio lui che ogni giorno “su i libri de' frati che studiavano, si dilettava imbrattare le carte di quegli” col trascorrere del tempo “ne gli anni acerbi nonché ne' maturi, tante lodevoli opere fece che fu un miracolo”.

E come un miracolo risplende ancora oggi nelle sue opere un elegante e raffinato linearismo, dal quale ogni cosa sembra prender vita definendosi nella moltitudine del creato.
“Fu tanto per le sue buone qualità stimato” tra le quali l'uso esperto di una delicata sintassi cromatica capace di declinare modulazioni timbriche di raro equilibrio dove la preziosità di una luce cristallina dona alle figure un elegante plasticismo.

E proprio lì, immerse in un paesaggio roccioso e selvatico, le figure risplendono di raggi di luce divina che rischiarano dolcemente la penombra di un bosco fitto ed oscuro, fra rocce taglienti e tronchi d'albero ormai privi di vita.
Inebriato dal profumo così delicato di mille fiori bianchi, il Bambin Gesù riposa soave su di un morbido tappeto fiorito sotto lo sguardo ammirevole di colei che secondo la volontà di Dio ha dato alla luce il nostro Salvatore.
Una natività così dolce ed intima che abbandonando l'ambientazione consueta predilige un'atmosfera fatta di simboli ed allegorie per raggiungere il cuore dei fedeli con un messaggio di gloria nel cielo e di letizia sulla terra.

E se niente è lasciato al caso, tale opera d'arte nasconde la preziosità di numerosi simboli cristologici che donano alla composizione un elevato valore contenutistico. Ecco che tutto sembra acquisire maggior importanza, ogni cosa sembra voler alludere a contenuti più profondi ed è proprio qui, che ogni più piccolo elemento diviene simbolo di un messaggio divino.
E quando i nostri occhi sono pronti ad osservare oltre il visibile, ecco che scoprono i cinque petali di un bocciolo di rosa come cinque furono le ferite inflitte a Gesù sulla croce.

E lì, tra il verde boschivo e l'azzurro celestiale della femminil veste materna, si compie la Santissima Trinità fra l'imponente volto di Dio creatore, la bianca colomba dello Spirito Santo e la dolcezza del piccolo Bambin Gesù durante i suoi primi fremiti di vita.
Oh, grazioso cardellino che voli fra l'azzurro del nostro cielo e ti posi in questa intima scena di amore fraterno, alludi a ciò che un giorno avverrà, annunciando tristemente agli uomini la futura Passione di Gesù.

Ambra Grieco








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