Palazzo Zuccari a Firenze: un'esperienza singolare

La nota

2010, Prima puntata

Il Palazzo Zuccari di Firenze è il soggetto della prima puntata de "La nota" di questa stagione. Attraverso il racconto di un'esperienza personale, Ambra ci porta alla scoperta di una delle più importanti realizzazioni di Federico Zuccari.


Nel bel mezzo di una primavera lungamente attesa, Firenze si stava risvegliando da un gelido torpore invernale dove le umide giornate di pioggia ed il cielo ben presto sc uro cedevano il passo ai ritmici cinguettii dei passerotti che sembravano danzare fra un edificio storico e l'altro.
Ricordo che quel giorno, così sereno e cristallino, decisi di dedicarlo a me stessa per assaporare, senza la consueta freneticità quotidiana, quelle meraviglie artistiche che ogni giorno sfioravo con lo sguardo, ma che il tempo sfuggevole non mi permetteva mai di assaporare.

Il tempo, una dimensione interiore così variegata, preziosa e malvagia, invisibile ma profondamente percepibile. Colui che separa ed unisce, colui che tutti vorremmo fermare, ma a cui nessuno può sottrarsi.
Ed eccolo qui il tempo, raffigurato sul soffitto della sala terrena rivolta verso il giardino, dove troneggia sullo zodiaco affiancato da meravigliose personificazioni delle quattro stagioni raffigurate come signore del divenire e del trascorrere dei giorni.
Il passato, il presente ed il futuro in una ritmica alternanza di purificazione e rinascita, nella sublime sintesi figurativa di Crono che tutto può dominare e mutare. I miei occhi furono catturati da solenni composizioni caratterizzate da un disegno puro, risultato di un'idea neoplatonica di bellezza ideale, una bellezza quasi divina che catturò la mia mente in un vortice di interrogativi ai quali necessitavo fornire una risposta.

Dove mi trovavo? E sopratutto, chi era l'artista di un'opera d'arte così eccelsa? In fondo avevo appena varcato la soglia dell'edificio, chissà quali altre meraviglie potevano attendermi...
E mentre i miei pensieri si susseguivano come una mandria impazzita nelle sterminate valli dell'immaginario, ecco che al di sotto della personificazione dell'inverno scorsi, nel bel mezzo di una scena domestica, la raffigurazione di un volto conosciuto.
Cercai di far luce sulle mie conoscenze storiche, in fondo mi trovavo tra via Giuseppe Giusti e via Gino Capponi... Iniziai a riflettere e ricordai che da quelle parti si trovava un palazzo che durante il 1500 divenne dimora del grande pittore e teorico d'arte: Federico Zuccari.
Eccolo, è lui, è Federico Zuccari raffigurato qui al mio cospetto, come protagonista della scena e autore degli affreschi... !

Fui colta da una coinvolgente bramosia che riuscii a malapena a contenere. Mi trovavo nel cuore del cosiddetto quartiere degli artisti, dove in tempi remoti abitarono illustri esponenti della storia dell'arte italiana che risiederono a Firenze per adempiere alle loro commissioni artistiche e quella in cui mi trovavo era proprio casa Zuccari.

Egli acquistò lo stabile dagli eredi di Andrea del Sarto e qui, all'interno del suo palazzo, l'artista volle raffigurarsi come signore appartenente all'alta borghesia, artista di successo ed abile maestro.
Lo vediamo seduto a tavola con la sua consorte, servito da alcuni domestici. Sulla soglia della stanza siedono i suoi allievi che si esercitano nel disegno, quel disegno che tanto teorizzò nel suo celebre trattato “L’idea de’ pittori, scultori e architetti” dove egli evidenzia l’importanza di esso come “forma, idea, ordine, regola, termine, oggetto dell’intelletto”.
L'impervio sentiero per giungere alla virtù, la “moralità”dell’attività artistica, la dignità dell’insegnamento, il prestigio del ruolo sociale dell’artista, illustrati nel ciclo degli affreschi in Palazzo Zuccari a Firenze, risultano essere i cardini fondamentali e riassuntivi del suo percorso artistico ed interiore.

Ambra Grieco








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