La Giuditta di Giorgione

La nota

2010, Quarta puntata

La Giuditta di Giorgione è un'opera che ci dà un'idea di quanto fosse romantica e suggestiva la sua arte, tanto che lo stesso Giorgio Vasari dimostrò di apprezzarlo in un modo de tutto particolare. È l'occasione per un approfondimento contraddistinto dalla raffinatezza di Ambra.


I suoi occhi fieri contemplano quel volto senza vita, colto da un'ebrezza ingannevole e mortale nella salda consapevolezza di una vittoria conquistata con furbizia e profondo ingegno.
Modello di fedeltà ed osservanza delle leggi cristiane ed emblema di un popolo oppresso dalla presenza nemica, ella allude al trionfo sui vizi da parte delle virtù. Di delicata bellezza ed astuta intelligenza, ella ci appare splendidamente vestita di un abito velato, color del sole al tramonto, dove pieghe e risvolti sembrano giocare con graduali chiaroscuri finemente realizzati.

Adornata di gioielli preziosi, indossati sapientemente per un'irresistibile seduzione mortale, ella sorregge con la mano destra l'arma affilata del suo delitto e con il piede sinistro leggermente avanzato blocca la testimonianza della sua vittoria.
All'alba di u nuovo giorno, al cospetto di una liberazione fortemente desiderata, il popolo d'Israele canta una melodia di pace che riecheggia nello splendido paesaggio minuziosamente descritto da Giorgione. Il verde erbaceo che si intravede al di là delle antiche mura della città ormai libera di Betulia, conduce ad osservare un albero di quercia, simbolo di salvezza e fermezza di una fede profondamente sentita.
Quel delicato tonalismo che si sposa con il chiarore di una luce quasi divina crea un'atmosfera naturale in cui i colori abilmente modulati descrivono la forma e l'architettura spaziale nella quale Giuditta, simbolo di fedeltà e virtuosismo sconfigge il tiranno Oloferne, emblema della potenza pagana accecata dall’orgoglio e dal vizio.

"Attese al disegno, et lo gustò grandemente..." al punto di superare la rigidità iconografica del passato e a "metter lo spirito nelle figure et per contrattar la freschezza della carne viva, più che nessuno che dipingesse".
Quella delicatezza che Giorgione riuscì a conferire alle figure ha il potere di suscitare nell'osservatore forti emozioni, frutto di un cromatismo capace di creare sublimi volumi e sontuose forme. Quei deliziosi ed unici effetti di sfumato, così morbidi e delicati compongono una melodia le cui note sembrano allietare il cuore dell'osservatore, grazie alle doti artistiche di un pittore che seppe in vita sua distinguersi anche nella musica “...tanto, che egli sonava et cantava suo tempo tanto divinamente, che egli era spesso per quello adoperato a diverse musiche, et onoranze, et ragunte di persone nobili...”. E come afferma il Vasari, tra le dolci melodie di un liuto amorevolmente pizzicato e tra forme e colori sapientemente ideate, egli si dedicò “continovamente alle cose d'amore”, un'amore che si evince dalla grazia e dalla bellezza dei suoi capolavori.

Ambra Grieco








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