Un'opera di Francesco Vanni: suor Caterina Vannini

La nota

2010, Quattordicesima puntata

Un'opera di Francesco Vanni conservata alla Pinacoteca Ambrosiana di Milano raffigura suor Caterina Vannini (clic sul grassetto per vederlo): la donna era una ex prostituta senese che intrattenne rapporti epistolari con il cardinale Federico Borromeo, amico del pittore. Parlandoci del disegno, Ambra ci fa scoprire anche qualcosa in più sulle vicende della donna ritratta.


Quel velo di decoro e compostezza, che il vento ormai da anni trasportava nei cieli di una Siena controriformista, si adagiò lieve sulle opere di un artista che nel suo cuor nutriva profonda fede e spiritualità.
Seppur breve, la sua esistenza fu segnata da una copiosa produzione artistica, fra la delicata armonia delle tinte ed i raffinati effetti luministici di un'arte promotrice di un nuovo ordine e rigore spirituale.

E così, fra la ferrea volontà di risvegliare una fede ormai perduta e gli infiniti tentativi di ristabilire una moralità gravemente indebolita, quel femminil spirito che un tempo si macchiò di peccato, alza ora gli occhi al suo sposo con le mani giunte al petto nell'estasi di un amore puro e ed incondizionato.
E proprio lei, che in vita rifiutò di farsi ritrarre, rivive ancora oggi nella preziosità di un disegno che Francesco Vanni compì dopo la sua morte, quando Gesù decise di volerla accanto lui, lei, suor Caterina Vannini, che in un tempo lontano ormai dimenticato, concesse il suo corpo ad uomini privi di cuore.

Il suo tenero volto, circoscritto dalla chiara veste ecclesiastica, emerge dal buiio di un ambiente intimo, raccolto, un monastero dove ella visse gran parte della sua vita intrattenendo rapporti epistolari con il cardinale Federico Borromeo, fedele amico di Francesco Vanni.
La fede ed il profondo sentimento religioso che traspaiono dal volto di Caterina penitente, si ripetono fra le righe di molte lettere che ella scrisse al cardinale, profondamente attratto dalle sue mistiche visioni e travolgenti sensazioni.

Niente sappiamo di ciò che scrisse Federico Borromeo rivolgendosi a lei, poiché egli stesso chiese la distruzione di tutto ciò che negli anni era riuscito a scriverle.
Ma la ferrea volontà che spinse la mano di Caterina a scriver riga dopo riga non conobbe tregua, poiché ella sentiva compiersi in sé la volontà divina.

E così, fra consuete visioni di angeli che durante la Messa circondavano le mani del sacerdote e le sostenevano ogni qual volta l'Ostia veniva eretta, suor Caterina visse estasi coinvolgenti, esperienze mistiche e visioni che ancora oggi rivivono fra le vecchie pagine di un codice custodito all'interno della biblioteca Ambrosiana.
Qui, i nostri occhi possono leggere curiose lettere che secoli or sono vennero scritte da chi scelse di donare il proprio cuore a Dio.

Ambra Grieco








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