Bartolomeo Ammannati a Roma

La nota

2011, Ottava puntata

Tra il 1550 e il 1555 Bartolomeo Ammannati fu a Roma, dove lavorò alla costruzione di Villa Giulia sotto la supervisione del suo grande modello: Michelangelo. Nell'articolo di oggi, Ambra ci parla di questa esperienza che rimane una delle più importanti e più famose imprese dello scultore manierista di cui si celebra quest'anno il cinquecentenario della nascita.

Così, il sommo Michelangelo definì Bartolomeo Ammannati in una sua lettera indirizzata a Vasari: “valente giovane, che e' si può chiamar l'angelo Bartolomeo”.
Un angelo che si meritò la stima e l'ammirazione di colui che tutti vollero imitare, ma che nessuno seppe uguagliare. Sotto la sua supervisione, Bartolomeo Ammannati insieme al Vasari e al Vignola, lavorò alla costruzione di una splendida villa romana tipicamente manierista realizzata per il grande umanista e cultore delle arti, papa Giulio III.

Collocata fuori dalle mura aureliane e situata in una zona definita Vigna Vecchia, Villa Giulia, oggi sede del bellissimo Museo Nazionale Etrusco, si presenta ancora oggi ai nostri occhi nella sua maestà ed imponenza.
Il frutto del loro ingegno risiede qui, in una villa che diventerà modello per eccellenza dell'architettura manierista dove il prodotto umano instaura una profonda simbiosi con la natura che lo ospita.
Meraviglioso il ninfeo realizzato dall'Amannati nel 1552, alimentato dall'acquedotto Vergine e avvolto da una vasta esedra porticata dove eleganti statue richiamano una velata classicità dalla quale il manierismo si allontanò, ma mai si sentì di abbandonare.

Costituito a tre livelli sovrapposti di logge che scendono dal cortile al piano della fontana, il ninfeo fungeva da punto di ristoro fresco ed invitante dove il papa e i suoi ospiti potevano riposarsi e conversare in compagnia di un buon cibo. Genitrice di vita e protagonista indiscussa dei giardini delle grandi ville suburbane, l'acqua sgorgava fluente dalla fontana impreziosita dalle personificazioni dei fiumi e da carnosi corpi di giovani cariatidi abilmente realizzati dal Vasari e dall'Ammannati.

E quel Bartolomeo che fin da fanciullo, recandosi alle cappelle medicee, studiò l'opera michelangiolesca osservando quelle divine statue che gli apparivano come vive fra le spoglie di coloro che resero grande Firenze, ebbe l'onore di lavorare al cospetto del magnifico Buonarroti.
Felice fu la loro collaborazione che sbocciò nel pieno fervore di un manierismo tosco romano che riuscì a donare all'umanità i frutti più belli dell'arte italiana.
Eclettico, elegante e raffinato, Bartolomeo Ammannati riposa nella Chiesa di San Giovannino degli Scolopi a Firenze dove alcuni versi latini rievocano il suo nome nei secoli dei secoli.

CINERES ET OSSA
BARTHOLOMMAEI AMMANNATI
HVIVS ECCLESIAE ARCHITECTI

Ambra Grieco








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