Bagarre alla Camera, Sgarbi espulso e trascinato via di peso dai commessi


Lo storico dell’arte Vittorio Sgarbi è stato protagonista di un’accesa bagarre alla Camera dei Deputati dopo un suo intervento sul caso Palamara: Sgarbi (Gruppo Misto), con parole accese, aveva proposto l’apertura di una commissione d’inchiesta sui magistrati: “dobbiamo aprire una commissione d’inchiesta urgente contro la criminalità dei magistrati che fanno l’opposto del loro lavoro, peggio dei criminali, ricordando che Cossiga chiamava l’Associazione Nazionale dei Magistrati ’un’associazione mafiosa’. Il CSM ha tradito la sua funzione. Chiedo una commissione parlamentare per la nuova tangentopoli dei magistrati: palamaropoli”.

A Sgarbi ha replicato la deputata di Forza Italia Giusi Bartolozzi (di professione proprio magistrato): “sentire da un collega”, ha detto, “che la magistratura tutta è mafiosa fa inorridire” (il tutto mentre Sgarbi rispondeva sopra le parole di Bartolozzi dicendo che voleva riferirsi solo alle parole di Cossiga e al caso Palamara). A quel punto, dato che Sgarbi ha cominciato a inveire contro la collega, la deputata Mara Carfagna, che stava presiedendo la seduta, ha espluso Sgarbi dall’aula. Lo storico dell’arte non voleva però lasciare lo scranno, così quattro commessi sono intervenuti e lo hanno trascinato via di peso prendendolo per gambe e braccia.

Contro gli epiteti rivolti da Sgarbi a Bartolozzi e in seguito a Carfagna (qui il video della sua... scenografica espulsione) si è espresso il presidente della Camera, Roberto Fico, con parole di condanna: “indecente e indegno il comportamento sessista del deputato Sgarbi quest’oggi in Aula. Ho dato mandato ai questori di aprire un’istruttoria per prendere gli opportuni provvedimenti. La mia piena solidarietà alla deputata Giusi Bartolozzi e alla vicepresidente Mara Carfagna”.

“Le registrazioni d’aula”, si è poi difeso Sgarbi in una nota diffusa alla stampa, “non hanno ripreso integralmente ciò che ho detto alla deputata di Forza Italia Giusi Bartolozzi. Le ho solo evocato il nome di Silvio Berlusconi, e dunque per denunciare la sua ipocrisia. E per una semplice ragione. La Bartolozzi è stata candidata in Forza Italia perché lo ha chiesto Gaetano Armao, su compagno, anche lui di Forza Italia, attuale assessore nella giunta della Regione Siciliana. Nessuna offesa. La sola, semplice verità. Capisco che ricordarlo oggi che lei difende, senza alcuna distinzione, la magistratura, crei imbarazzo e susciti isteriche reazioni, anche da parte di chi le offre solidarietà. Ma non si può difendere astrattamente la magistratura senza ricordare di essere stati candidati dalla vittima più bersagliata della magistratura italiana, Silvio Berlusconi. Se Forza Italia oggi è ridotta a numeri di prefisso telefonico è anche per questo. Perché alle battaglie di principio, com’è quella per una magistratura indipendente e non politicizzata, si sono sostituite le battaglie del tornaconto personale”.

Bagarre alla Camera, Sgarbi espulso e trascinato via di peso dai commessi
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